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Mazda Kabura


Avatar Redazionale , il 11/01/06

18 anni fa - Un vento nuovo tra coupè compatte

Motore anteriore, trazione posteriore, piacere di guida made in MX5. Ma anche stile atletico, giochi di trasparenze e versatilità negli spazi interni. Per dire qualcosa di nuovo nel settore delle coupè compatte e sportive.

FRECCIA DA GUERRA Iniziamo dal nome perché sembra una dichiarazione di intenti. Kabura è una parola giapponese che deriva da «Kabura-ya»: la freccia infuocata che veniva usata come segnale di inizio di una battaglia. Insomma, Mazda non le manda a dire. Qualcuno ricorda ancora al Motor Show di due anni fa il minaccioso "Golf ti aspetto fuori" che accompagnò il lancio della Mazda 3? Lo stile è quello. A tremare questa volta saranno i costruttori di coupè sportive e non solo. Perché molte delle soluzioni proposte le vedremo sui prossimi modelli della Casa.

ZOOM ZOOM

Il brief passato al designer Franz Von Holzausen era chiaro. Interpretare una coupè ricca di charme ma che rispecchiasse lo spirito sportivo "nudo e crudo" delle Mazda, mirato in primis al piacere di guida tra le curve. Zoom Zoom appunto. Ed ecco svelata la sua interpretazione, che miscela essenzialità, dinamismo e innovazione. A prima vista la Kabura viene subito identificata per quello che è: una coupè compatta, a motore anteriore e trazione posteriore. Con linee ben proporzionate che disegnano una sportiva dal cofano anteriore allungato e dal posteriore rastremato. Lunga solo quattro metri e cinque centimetri.

DINAMISMO

A dare la giusta dose di dinamismo ci pensano i quattro passaruota allargati, che disegnano delle belle gobbe fuori dalla carrozzeria. Specialmente i due anteriori, da certe angolazioni, richiamano illustri sportive del passato. O i mitici bolidi a sigaro. Ma non sono da meno i fari anteriori, integrati perfettamente nello scudo e sui passaruota, o le tre prese d'aria anteriori: la classica, grande e in posizione centrale con il brand Mazda in bella vista, spalleggiata da due più piccole sui lati. I più attenti noteranno qualche punto in comune con la Ferrari GG50 che Giugiaro si è regalato per festeggiare il proprio anniversario.

TRASPARENTE

L'innovazione stilistica è legata a tanti dettagli. Come la presa d'aria in vetro sul cofano, per esempio, in modo da far luce sul propulsore e goderne la vista, roba finora riservata alle supercar a motore posteriore. Oppure gli specchietti raccordatissimi con la linea della fiancata, filantissimi e sottilissimi, tanto da diventare parte e non appendice del tutto. E poi la vetrata unica anteriore che ingloba in un sol pezzo tetto e parabrezza; il sedere a nudo, con il vetro che costituisce la parte dominante del disegno posteriore e cerchi dal disegno originale, tubo di scarico sdoppiato al centro e ben rastremato a fare da contorno.

LA TERZA PORTA

La vera innovazione però sono le porte. Una lunga sul lato guidatore e una lunga uguale, ma accompagnata da una piccolina sul posteriore, sul lato passeggero. Un'ulteriore evoluzione rispetto a quanto visto sulla RX-8, che crea due fiancate asimmetriche. Dietro questa stranezza si nasconde infatti la concept da cui è nata la Kabura, figlia di attenti studi di marketing e segmentazione del target. Ovvero: clienti under 40 dediti alle attività sportive che quando viaggiano sono al massimo in tre, quasi mai in quattro. Questo l'identikit del potenziale acquirente. E questa la risposta: una coupé su cui "viaggerete tutti in prima classe".

TRE PIU' UNO

Invece dei soliti due comodi posti anteriori e dei due virtuali posteriori, tipici delle 2+2, la Kabura propone la formula 3+1. Il trucco risiede nel dare al pilota quel che è del pilota (un posto guida comodo) e al passeggero anteriore un altro posto comodo, solo leggermente spostato in avanti, diciamo di 30 cm, grazie alla plancia rastremata di fronte a lui. Con questo artificio, al passeggero destro posteriore spetta un terzo sedile come si deve, con uno spazio per le gambe a prova di crampi mentre lo spazio dietro al guidatore rimane per trasporto oggetti, mazze da golf, racchette da squash o per quello che si vuole. Nel caso, e se proprio si deve, per un eventuale quarto passeggero.

FATE I VOSTRI CONTI

Insomma tutto non si può avere, meglio tre posti comodi e uno davvero di fortuna o i classici strapuntini posteriori? Dipende dal vostro stile di vita. In Mazda dicono che in questo tipo di auto si viaggia da soli, e fin qui ci siamo, in due, e lo immaginavamo, o, meraviglia, al massimo in tre. Quasi mai in quattro. Se hanno ragione loro è l'uovo di Colombo. Se no, pazienza.

DUEMILASEDICI

Meno interessante, almeno sotto il profilo delle novità, la scheda tecnica alla voce propulsore. La concept in mostra a Detroit è equipaggiata con il duemila sedici valvole della serie MZR, nota conoscenza di Casa Mazda. I puristi amanti del Wankel per adesso rimarranno a bocca asciutta e dovranno accontentarsi, si fa per dire, della RX-8. Il cambio previsto e' un manuale a sei marce. Lo stesso della spiderina di Casa.

POSTERIORE

Alla voce telaio troviamo, oltre al motore anteriore e alla trazione posteriore, il solito reparto sospensioni che ha decretato il successo delle sportive Mazda (MX-5 docet) e il sincero apprezzamento da parte degli amanti della bella guida di tutto il mondo. Spazio quindi ai doppi triangoli all'anteriore e a un buon multilink al posteriore. Le gommone, da diciannove pollici davanti e venti dietro, misurano duecentaquarantacinque/trentacinque. E fanno la loro bella figura.

ECOPELLE NIKE

In Mazda hanno deciso di spingere sull'innovazione anche per i materiali di finitura interna. Grazie all'accordo con una società specializzata nel settore, tutta la pelle è riciclata, ma non per questo meno gradevole al tatto. E, curiosamente, gli sportivi gradiranno: proviene in gran parte da scarpe Nike.

SNOWBOARD

Sempre gli sportivi, in particolare gli amanti dello snowboard, saranno contenti di sapere che grazie ai sedili con schienale ribaltabile sarà possibile trasportare senza problemi anche l'amata tavola. La freccia infuocata è partita. Un giorno, forse, arriverà sulle nostre strade.
Pubblicato da Luca Pezzoni, 11/01/2006
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