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Lexus LS430 2004


Avatar Redazionale , il 10/10/03

20 anni fa -

Tac. Restyling: al massimo delle possibilità. Per ribadire il concetto, che a certi livelli non ci sono solo i nomi stranoti. In mezzo ai tedeschi sgomita gente d'oriente, con idee molto chiare e qualità da provare per credere.

Due lettere, tre cifre, per un’ammiraglia che non ammette difetti. La rinfrescata per il model year 2004, ripropone forme note, forme – giusto per togliersi il dente subito – che ricordano non poco le ammiraglie dalle quali la "Elle cerchiata" vorrebbe giusto tenere le distanze.

E’ tanta la LS 430

, dal primo centimetro di calandra all’ultimo punto di coda. Il muso, ad esempio: con dei gruppi ottici a una piazza e mezza, tra cofano e fiancata, la griglia del radiatore con tanto di logo, paraurti integrato, fiancate infinite e coda squadrata. E poi cerchi in lega da diciotto pollici, due terminali alle estremità esatte, lì sotto, eleganza e potenza.

Il motore è il 32 valvole, 4300 cc di cilindrata, otto cilindri a V (EURO IV) che sviluppa 279 cavalli di potenza massima a 5600 giri al minuto e 417 Nm di coppia a 3400 giri. Abbinato al cambio automatico a sei rapporti, sfruttando il quale si toccano i cento partendo da fermi in 6,3 secondi.

È un’ammiraglia, con annessa regolazione delle sospensioni pensata più per il comfort massimo che per la pista. Chili di alluminio negli ammortizzatori e immancabile controllo elettronico dell’assetto, con una ripartizione dei pesi che dice 57 per cento davanti e 43 dietro e un coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0.25.

Diavolerie elettroniche? Non potevano mancare. Tra le altre ci sono i faroni anteriori con quoziente intellettivo sopra la media: non si limitano a fare luce, ma tengono conto di velocità e angolo di sterzata prima di dare il via al lavoro dello Xenon.

Quindi la candid camera che manda in onda sul display del satellitare l’inquadratura della coda, non appena si inserisce la retromarcia: per evitare di imbattersi in sgradevoli constatazioni amichevoli con i panettoni in cemento.

Senza contare tutto ciò con cui Lexus fa rima. Comfort ai limiti della credibilità, abitacolo privo di rumori molesti, portamento e classe. Non ha stelle in fondo al cofano o loghi biancoblu, ma è proprio questo il bello per chi vuole differenziarsi.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 10/10/2003
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