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Come saranno

Le Mini del futuro? Ce le svelano i designer


Avatar Redazionale , il 25/02/11

13 anni fa - A colloquio con il nuovo capo del design Mini Anders Warmin e con l’interior designer Jonathan Corn

A colloquio con il nuovo capo del design Mini Anders Warmin e con l’interior designer Jonathan Corn, per capire come cambieranno le Mini di domani, partendo dai dettagli della Rocketman Concept.

PARLANO I DESIGNER Il cambio di guardia ai vertici del design Mini (con l’insediamento di Anders Warming) ci aveva spinti a riflettere su come sarebbe mutato il design del marchio inglese e come i designer avrebbero potuto mantenere sempre fresco un modello così iconico, profondamente legato agli stilemi del passato. Sono passati poco più di due mesi dalle nostre ipotesi e la risposta non si è fatta attendere. Durante la presentazione ufficiale della Rocketman Concept, tenutasi a Milano in occasione della Settimana della Moda, abbiamo infatti posto qualche domanda allo stesso Anders Warming che, insieme al giovane designer degli interni Jonathan Cornu, ci ha svelato ogni dettaglio della nuova nata, dandoci una chiara anticipazione sul design delle Mini che verranno.

 LANCIO NEL FUTURO Le nostre domande non potevano che partire dal nome di questa nuova concept. Come ci hanno spiegato i designer, la denominazione “Rocketman” (“rocket” è la traduzione inglese di “razzo”) è stata scelta per indicare che questa Mini è lanciata nel futuro, dando una chiara anticipazione di quello che vedremo sui prossimi modelli. Un’auto che, proprio come un missile, vuole andare lontano, proponendo soluzioni estetiche e funzionali molto innovative, ispirate a mondi anche molto lontani da quello delle quattro ruote. Per mantenere la giusta freschezza e proporre sempre qualcosa di nuovo, i designer Mini prendono spunto dalla moda, dall’arte e dalle culture lontane, rifacendosi poi anche alla pura ingegneria. Come ci ha spiegato Warming, infatti, il design di Mini continuerà a riflettere anche le qualità tecniche dei suoi modelli, comunicando da subito le emozioni che si possono provare al volante.

I GIUSTI INGREDIENTI Secondo il responsabile del Centro Stile inglese, il design di un’auto ha davvero successo quando trova il giusto bilanciamento tra due fondamentali fattori: la semplicità delle linee e la complessità dei dettagli. È proprio intorno a questi due elementi che si gioca il futuro del design Mini. “Una bella auto deve essere come un buon piatto della cucina italiana”, ci ha spiegato Warming, “che è subito riconoscibile e invitante, ma che solo una volta assaggiato svela anche gli ingredienti raffinati e inaspettati di cui è composto. E’ proprio lo stupore dato da questi dettagli che ti porta ad assaggiare ancora, per comprendere ed apprezzare fino in fondo tutti gli ingredienti del piatto”.

INCONFONDIBILMENTE CURIOSA Allo stesso modo, “le Mini di domani saranno sempre ben identificabili e rassicuranti, comunicando la loro appartenenza al marchio inglese attraverso le classiche proporzioni e gli immancabili stilemi ereditati dal passato” dice Warming. Un’osservazione attenta porterà però a scoprire dettagli nuovi e spiazzanti, necessari per creare interesse e stimolare la curiosità dell’osservatore.

SEDUZIONE FAMILIARE Ecco allora che la nuova Rocketman, seppure in versione ristretta, sfodera le classiche proporzioni delle Mini ed alcuni immancabili stilemi, come i gruppi ottici anteriori circolari ed il tetto galleggiante. Ai tratti distintivi che manifestano l’appartenenza alla Casa britannica, la piccola concept abbina dei tratti molto seducenti, catturando così lo sguardo di ogni passante. Le superfici risultano sempre più pulite mentre nuove linee creano tensioni del tutto ignote agli attuali modelli inglesi. “I passaruota, ad esempio, sfoggiano degli spigoli ad arco molto marcati che rivedremo sulle prossime auto di serie, mentre nella coda compaiono per la prima volta dei giochi di superfici concave e convesse, che tanto ricordano le cugine BMW” precisa Warming.

DETTAGLI SORPRENDENTI Dopo essere stato sedotto ed attratto dalle forme familiari della piccola concept, l’osservatore scopre però dei dettagli molto complessi e rivoluzionari, che hanno bisogno di tempo per essere davvero compresi ed apprezzati. I gruppi ottici posteriori, ad esempio, fuoriescono dalla coda, creano una particolare scultura luminosa che proietta la luce sulla carrozzeria riflettente. Lo scudo anteriore presenta invece un articolato accostamento di diversi elementi, con i fori della calandra che disegnano tanti piccoli loghi Mini. Complesso e affascinante è anche il continuo abbinamento di diversi materiali, come la lucente fibra di carbonio o le finiture bianche opache degli specchietti e del tetto, che quasi ricordano la fragilità della porcellana.

CHE OCCHI Il bilanciamento tra semplicità e complessità tanto ricercato da Anders Warming viene sintetizzato perfettamente nei gruppi ottici anteriori. Il profilo circolare e l’architettura interna minimalista sembrano quasi banali ad un primo sguardo ma, una volta accese le luci, lo stupore si fa grande. Il profilo del faro, circondato parzialmente da una striscia di carbonio, si trasforma in una intensa corona luminosa, ben visibile sia di giorno che nel buio della notte. Nella parabola, invece, prendono vita il singolo proiettore e la freccia triangolare, quasi invisibili a luci spente per la loro finitura opaca.

ARTE E SCIENZA Le Mini del domani non resteranno però al passo con i tempi grazie alle sole forme esterne. Come la Rocketman, i prossimi modelli saranno infatti il frutto di un giusto bilanciamento tra arte e scienza perché, oltre ad essere seducenti, dovranno offrire soluzioni molto funzionali e innovative. In effetti, l’abitacolo della piccola Rocketman Concept è un concentrato di idee estremamente intelligenti, che abbiamo scoperto insieme a Jonathan Cornu, il giovane designer degli interni che le ha pensate.

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MENO VINCOLI Se è vero che la progettazione degli interni è solitamente più complessa rispetto allo sviluppo delle forme della carrozzeria, ci ha spiegato il designer, “gli interior designer di Mini sono avvantaggiati rispetto ai colleghi che disegnano gli esterni”. In effetti, nello sviluppo dell’abitacolo non ci sono i rigidi vincoli di continuità che abbiamo visto prima. A parte la classica plancia circolare e i frequenti motivi a ellisse, i designer hanno potuto lavorare con maggiore libertà, proponendo soluzioni davvero originali.

MULTIUSO Il poco spazio a bordo ha portato i progettisti ad adottare un’architettura 3+1. Il sedile dietro il guidatore può essere utilizzato per il carico dei bagagli meno ingombranti, ma presenta un morbido schienale per l’eventuale quarto passeggero. La prima sorpresa si trova proprio qui: grazie all’aggancio magnetico il cuscino può essere facilmente asportato, trasformandosi in un comodo zainetto da portare con sé. Interessante anche la soluzione adottata per i sedili anteriori, che presentano un’architettura differente. Se il guidatore può infatti contare su un sedile avvolgente, il passeggero di destra deve accontentarsi di uno schienale leggermente più snello, indispensabile per garantire un adeguato spazio a chi sta seduto dietro.

APERTA ALL’INNOVAZIONE Per garantire un comodo accesso i designer hanno sviluppato delle aperture molto particolari, in linea con la tradizione di Mini. Le porte anteriori si aprono a pantografo, con una doppia incernieratura che garantisce un facile accesso anche negli spazi stretti. Una soluzione che, come ci ha spiegato il designer, è stata adottata per la particolare sezione delle portiere. Il profilo, molto articolato, non permetteva infatti l’adozione di porte scorrevoli, e questa soluzione ha garantito lo stesso risultato dal punto di vista pratico. Alla spettacolarità delle aperture laterali si aggiunge la particolarità del portellone posteriore sdoppiato. La parte superiore è incernierata nel centro del tetto, mentre la parte inferiore fuoriesce come un cassetto, diventando un comodo accesso al bagagliaio interno o un vano aggiuntivo.

SOGNO NEL CASSETTO Quest’ultima soluzione risulta molto utile per chi trasporta ingombranti attrezzature sportive, come un paio di sci o una tavola da snowboard. Pur sapendo di trovarci davanti ad una concept car, libera di proporre soluzioni anche infattibili, ci caliamo per un secondo nelle vesti di un ingegnere e chiediamo al giovane designer “come la mettiamo con l’aerodinamica?!”. Dopo un sorriso arriva subito la risposta: “ La Rocketman non è un’auto per andare in vacanza o fare lunghi viaggi. Quando abbiamo pensato a questa soluzione abbiamo voluto rivolgerci a chi ha la fortuna di vivere ai piedi delle montagne e può raggiungere le piste senza dover per forza prendere l’autostrada”.

DOMANI, CHISSÀ Cerchiamo allora di capire cosa davvero potremo vedere sulle Mini del domani. D’altra parte la Clubman ha già proposto qualche soluzione ardita con le aperture laterali ed il portellone ad armadio, e le Mini del futuro potrebbero continuare su questa strada, proponendo accessi sempre più stravaganti. Se il portellone così lungo ed il cassetto dovranno rimanere forse nel mondo delle concept car, ci spiega il designer, “l’apertura a pantografo avrebbe meno problemi a finire sul mercato, anche se per ora si tratta di una semplice ipotesi”.

USA LA CARTA Oltre a trovare soluzioni interessanti sul piano funzionale, i designer degli interni ed il reparto colour and trim hanno lavorato per riproporre la stessa attenzione ai dettagli che abbiamo visto negli esterni e comunicare un forte senso di leggerezza. Ecco allora che la fibra di carbonio della struttura rimane spesso a vista, mentre ai classici rivestimenti in pelle si aggiungono anche dei dettagli realizzati in carta. Come un bozzolo, il leggero strato in cellulosa dal motivo geometrico circonda tutto l’abitacolo, affiorando nelle depressioni della plancia e dei pannelli porta, oltre a rimanere ben in vista su tutto il profilo della cintura, a ridosso dei vetri. La parziale trasparenza del materiale diffonde la luce pulsante dei LED, inseriti anche nell’affascinante tetto in vetro che amplifica la luminosità dell’abitacolo.

UNA MINI, TANTE MINI Infine, i designer della Casa britannica hanno fatto uso dei più avanzati sistemi tecnologici per raggiungere uno dei principali obiettivi di questa concept. Nonostante le sue piccole dimensioni, la Rocketman doveva infatti concentrare tutte le diverse sfaccettature del carattere Mini e dei suoi clienti per piacere sia al pubblico più sportivo, sia a quello più modaiolo. Ecco allora che una particolare chiave elettronica personale può essere programmata al computer da ogni utente, così che, una volta inserita nella plancia, personalizzi l’ambiente secondo le proprie preferenze. Le luci diffondono i colori desiderati, l’impianto stereo riproduce la propria musica e il sedile si configura secondo la propria ideale posizione di guida. Una soluzione estremamente avanzata, ma altrettanto fattibile, che permetterà alle Mini di domani di vestire abiti diversi a seconda delle situazioni e del guidatore, portando all’estremo il concetto di personalizzazione.

ATTENDE IL VERDETTO Se molte soluzioni di questa concept le ritroveremo nelle Mini del domani, per la baby Mini il futuro rimane invece ancora incerto. Nonostante le numerose indiscrezioni che hanno affollato la rete, infatti, BMW potrebbe rinunciare alla sua produzione per problemi di piattaforma. “Se il pubblico di Ginevra darà però pareri positivi”, ci spiegano i designer, “difficilmente la Casa di Monaco non darà retta alle nostre pressioni”.


Pubblicato da Davide Varenna, 25/02/2011
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