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Anteprima:

Jeep Commander


Avatar Redazionale , il 24/03/05

19 anni fa - Per la prima volta in sette.

La Jeep si uniforma alla moda dilagante e lancia la sua prima Suv a sette posti. Come prassi della Casa, però, accanto alle novità non mancano i richiami alla tradizione, a partire da una linea spigolosa in puro stile Anni Ottanta.

LEGO LOOK Per i nostalgici della vecchia Cherokee, quella prodotta dal 1984 al 2001 che sembrava disegnata con il righello, è in arrivo una novità molto succosa, di quelle da far venire i lucciconi per l'emozione. E' la nuova Commander, che riporta in auge in casa DaimlerChrysler quel Lego look da qualche tempo accantonato in soffitta per far posto a linee più morbide. Non si tratta di una concept car ma un modello destinato a passere dal piedistallo del Salone di New York al listino già con l'arrivo della collezione autunno-inverno per il 2006. Questo almeno negli States; per l'Europa si vedrà.

INCONFONDIBILE

Nel frontale spicca l'immancabile calandra a sette feritoie, una sorta di marchio di fabbrica di tutte le Jeep. I suoi contorni sono rettangolari e ben definiti ed è affiancata su ambo i lati da una coppia di proiettori sovraposti e racchiusi sotto un'unica lente. Poco più in là le frecce, molto simili a quelle montate dalla Cherokee model year 2005, guidano lo sguardo verso il parafango e il passaruota, che degradano dal cofano a scalini.

PING PONG

Il cofano motore è lungo e piatto tanto che, se non fosse per una nervatura che mette il risalto i bordi della mascherina, lo si potrebbe usare quasi per allenarsi a ping pong usando come "muro" il parabrezza, che si erge infatti bello verticale. Il suo sviluppo in altezza è limitato in rapporto al resto della Commander e conferisce alla linea un tocco rétro e militaresco al tempo stesso. Anche la linea di cintura rispetta la tradizione ed è piatta come l'orizzonte, sovrastata da finestrini a loro volta squadrati. Lo stesso aggettivo calza a pennello pure al portellone e alle luci di coda alte e strette, che danno vita a una sorta di festival dello spigolo.

EFFETTO STADIO

La Commander rappresenta un'importante svolta per il marchio, dato è la prima vettura della storia della Jeep ad avere un abitacolo con tre file di sedili. I posti a sedere sono sette, disposti con la logica delle gradinate da stadio, con le file posteriori via via più alte per assicurare a tutti una buona visibilità. All'occorrenza però, sia la seconda sia la terza possono ripiegarsi per lasciare spazio ai bagagli, sistemabili su un piano di carico a quel punto perfettamente piatto.

PARENTI STRETTE

E' senza dubbio un risultato lusinghiero per gli ingegneri, poiché ottenuto a fronte di ingombri quasi uguali a quelli della Grand Cherokee. La lunghezza cresce infatti di soli 5 cm, arrivando a sfiorare i 480, mentre il passo è addirittura identico, pari a 278 cm. Questa non dovrebbe essere una coincidenza e la presenza pure del medesimo schema per le sospensioni alimenta il sospetto che i due pianali abbiano molto in comune.

GIRO DI VITE

La plancia bicolore ha un'aria imponente, con una consolle e un tunnel centrali molto massicci. I vari pannelli sono assemblati utilizzando viti a vista, una soluzione scelta anche all'esterno per i passaruota. Il cruscotto non esce dal seminato e raccoglie quattro semplici strumenti circolari. Più scenografico è il tetto panoramico che si può ottenere a pagamento, con pannelli in vetro sopra le prime due file di sedili, che peraltro sono a loro volta di disegno completamente inedito.

TUTTI A V

Dalla Grand Cherokee arrivano in blocco anche gli organi meccanici. La motorizzazione d'accesso è un V6 3.7 da 210 CV, seguito da un V8 4.7 da 235 CV, mentre la punta di diamante della gamma è un altro V8, il 5.7 Hemi da 330 CV. Tutti e tre i motori sono abbinati a un cambio automatico a cinque marce, mentre sul fronte delle trasmissioni ci sono tre alternative, tutte a trazione integrale permanente: Quadra-Trac I, Quadra-Trac II e Quadra-Drive II.

DIESEL? FORSE

Non è ancora chiaro se e quando la Commander arriverà in Europa né se per quell'epoca la gamma si amplierà o meno con l'arrivo anche di una versione turbodiesel. Si sa però già che della dotazioni faranno parte il controllo elettronico della stabilità e della trazione, oltre all'abituale stuolo di airbag multistadio. Sul fronte degli accessori high tech si parla invece del navigatore satellitare, del sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici, dei sensori pioggia, crepuscolare e di quello di parcheggio.
Pubblicato da Paolo Sardi, 24/03/2005
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