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Chevrolet WTCC R+


Avatar Redazionale , il 10/05/05

18 anni fa - Alla Lacetti spuntano gli artigli.

E adesso chi li ferma più? Con in tasca i dollari della GM e il passaporto Chevrolet, i coreani ex Daewoo tornano a farsi minacciosi e preparano il debutto anche nella nicchia delle race replica, con la versione stradale della protagonista del WTCC. Per ora è solo un prototipo ma se dovesse piacere

BUON PARTITO Non c'è davvero niente da dire: sposandosi con le Genaral Motors, la Daewoo ha trovato proprio un buon partito. Grazie alla liquidità e al supporto tecnico messi a disposizione dal partner, la Casa coreana ha potuto riprendere a marciare a tutta forza, coronando quei progetti rimasti fermi per mancanza di fondi e dando vita a ulteriori iniziative sotto le nuove insegne Chevrolet.

A FUROR DI POPOLO L'ultima proposta in ordine di tempo è una versione stradale della Lacetti che corre nel Campionato Mondiale Turismo, noto anche come World Touring Car Championship per i poliglotti e WTCC per i più intimi. Per il momento si tratta ancora di una concept car, il cui futuro produttivo, incerto, dipenderà esclusivamente dall'interesse dimostrato dal pubblico. Qualora l'accoglienza fosse abbastanza calorosa, tuttavia, la si potrebbe vedere nelle concessionarie già entro la fine dell'anno.

A ME GLI OCCHI La Chevrolet WTCC R+ (dove il + è una sottolineatura della croce del marchio) non fa molto per nascondere le sue origini pistaiole, svelando sin dal primo sguardo che la sobrietà non figura tra le sue caratteristiche peculiari. Le forme eleganti del modello a quattro porte sono infatti stravolte al punto da far supporre che come additivo nel serbatoio sia finita pure una massiccia dose di anabolizzanti.

RASOTERRA Se dalla cintola in su le unica novità sono rappresentate da un alettone che orna il bagagliaio e dai vetri scuri, nella parte bassa della carrozzeria non si può certo dire che i designer ci siano andati leggeri. Il frontale apre le ostilità con uno spoiler massiccio in cui si aprono ampie prese d'aria, chiuse solo da una fitta retinatura in stile conigliera. Dal paraurti prendono le mosse i parafanghi, che sporgono in modo evidente dalla fiancata e trovano poi continuità nelle minigonne e nei passaruota posteriori. Il giro culmina con il paraurti posteriore da cui spunta a mo' di doppietta il terminale di scarico, giusto accanto all'estrattore che migliora l'aerodinamica sotto il pianale.

HA LO SPORT DENTRO Molto suggestivi sono anche i cerchi neri da 17 pollici, su cui sono calzati pneumatici 215/45. Per l'abitacolo si parla invece di sedili sportivi in pelle nera, con cuciture in contrasto e logo R+ che fa bella mostra di sé così come sui tappetini e sugli strumenti. A dare un'immagine corsaiola provvedono anche il volante e la pedaliera in alluminio, mentre boccole più rigide sono state studiate per far sì che il cambio offra la sensazione di innesti più secchi, precisi e veloci.

A BOCCA ASCIUTTA Insomma, di fumo ce n'è davvero tanto, al punto che forse sarebbe anche lecito aspettarsi di trovare un arrosto più sostanzioso una vola sollevato il cofano. La WTCC R+ è spinta infatti da un motore due litri sovralimentato da "soli" 172 cv a 6.000 giri e dotato di una coppia massima di 230 Nm a 4.900 giri. Altra birra potrebbe arrivare qualora i tecnici della Delta Motor decidessero di aumentare la pressione del loro compressore, che per ora si attesta attorno a 0,5 bar. Per il momento, però non resta che "accontentarsi" di una velocità massima superiore ai 215 km/h e di un tempo nell'ordine degli 8 secondi per il classico passaggio 0-100 km/h.

FA LA DURA D'altro canto, sulla carta la WTCC parrebbe in grado di reggere bene anche potenze maggiori. Dotata di un differenziale a slittamento limitato e di freni anteriori con dischi da 325 mm con pinze a quattro pistoncini, questa Chevrolet presenta anche sospensioni adattate alle nuove prestazioni. Sulla WTCC l'assetto è ribassato di 30 mm rispetto alla sorella di serie, con supporti delle sospensioni nuovi e più solidi. Anche le molle e gli ammortizzatori sono rigidi, così come inedite sono le barre stabilizzatrici, che crescono di diametro. Quanto basta per scatenare la curiosità di provarla.


Pubblicato da Paolo Sardi, 10/05/2005
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