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Chevrolet Matiz MX3


Avatar Redazionale , il 21/09/04

19 anni fa - Basta Daewoo, si passa a Chevrolet. Fa più chic.

Nessun errore, il nome è corretto: basta Daewoo, si passa a Chevrolet. Fa più chic. E poi così vogliono in alto. Si inizia a gennaio. E per prepararci al passaggio epocale arriva questo prototipo che prefigura proprio la Matiz 2005.

PIANI ALTI Dici Chevrolet e subito si pensa alla berlinona di cinque metri, al pickup con frontale altezza muretto, o alla mitica Corvette. Invece fra poco sul mercato italiano Chevrolet significherà Matiz, Kalos, Tacuma, Nubira. La GM ha deciso di sostituire il marchio Daewoo con quello che è da sempre il suo brand economico.

ADDIO DAEWOO Devono averlo deciso un po' in fretta, in General Motors. Il gruppo che possiede il 42,1% della Daewoo (oltre ad essere alleato con Fiat naturalmente) ha cambiato le carte, e i marchi, in tavola: quello di Seoul sparisce. Da gennaio le Daewoo saranno marchiate con il logo Chevrolet. Non è la prima volta che succede, qualche anno fa le ignote Geo americane furono riassorbite nella gamma Suzuki. È la politica di razionalizzazione delle divisioni economiche.

DISORIENTAMENTI Peccato che in Italia Daewoo avesse costruito in pochi anni (le prime arrivarono nel 1996, la Matiz è del '98) un'immagine che funzionava. Adesso i concessionari dovranno smontare le insegne, le signore in Matiz rimarranno orfane di un nome che avevano imparato ad apprezzare. E, soprattutto, Chevrolet scenderà bruscamente dall'Olimpo automobilistico su cui il consumatore italiano la collocava.

FORESIGHT L'operazione sembra più sensata Oltreoceano, dove almeno si può sfruttare una rete di vendita molto sviluppata. Ma ormai la decisione è presa e, tanto per abituarsi subito, il primo prodotto del nuovo corso è anche il più piccolo, la nuova Matiz. Sotto le spoglie della concept MX3, infatti, com'è facile accorgersi, c'è il restyling della primavera 2005.

ARCUATA Bisogna immaginarla senza cerchi da 16", minigonne posticce, indicatori di direzione nei retrovisori, doppio scarico e barre portatutto arcuate (che però se entrassero in produzione non sarebbero male). Poi c'è il tetto trasparente e apribile, vezzo modaiolo a cui sembra che nessuno possa più rinunciare, e chissà che diventi davvero un optional. Il resto è pressochè definitivo: fiancate rifatte, gustoso scalino sui finestrini, luci di coda tonde, frontale nervato e munito di nuova fanaleria - magari meno raffinata per la grande serie, qui ci sono i led.

MIGLIORATA Il risultato è di quelli che piacciono. Con tanta personalità in più oltre al gusto trendy. Scocca e meccanica comunque rimangono invariate, non a caso le quote dimensionali sono esattamente le stesse (3,5x1,5x1,5 metri). Nel piccolo cofano c'è un 1.0 da 64 CV, lo stesso che già muoveva le Matiz quattro cilindri.

TIME MACHINE Dentro cambia quasi tutto, molto più che all'esterno, a partire dalla plancia. La vecchia aveva un'arietta da utilitaria semplice semplice. Adesso sembra di fare un salto nel futuro: una palpebra da MPV troneggia al centro in un maxi-incavo, con strumenti per miopi e contagiri. Ma soprattutto le plastiche sono inedite, con la speranza di un miglioramento qualitatativo sostanziale.

SCENA Sulla console, lo schermone da navigatore può sembrare una trovata scenica, però la Fiat ha appena colto l'occasione della Panda 4x4 per mostrare, guardacaso, un display uguale. Prima o poi i cristalli liquidi arriveranno anche sulle piccoline. Sembrerebbe una certezza invece il climatizzatore automatico, magari sulle versioni top di gamma. E un'altra nuova comparsa sono gli alzacristalli elettrici posteriori.

INCOGNITA Cosa manca alla nuova Matiz per piacere come la prima? Sembrerebbe proprio nulla. A parte il dettaglio - per ora taciuto - del diesel. Oggi un ingrediente per il successo, semplicemente fondamentale, è anche quello. Chevy sì, ma a gasolio.


Pubblicato da Silvio jr. Suppa, 21/09/2004
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