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Audi Pikes Peak


Avatar Redazionale , il 06/01/03

21 anni fa -

Nome americano, che richiama sterrati, polvere, corse in salita tutte d'un fiato, Pikes Peak appunto, per il primo Suv firmato Audi. Solita qualità teutonica per i contenuti e una firma made in Italy per lo stile. Indovinate di chi

La Casa lo classifica come prototipo, ma ormai queste manfrine non ingannano più nessuno: basta un semplice sguardo per intuire che dietro al Suv che l’Audi ha svelato a Detroit ci sia ben altro che una semplice concept car. Finiture, dettagli, stile, tutto sembra pronto per andare in produzione al più presto. Solo il nome lascia un po’ perplessi: che c’azzecca una vettura elegante e raffinata come questa con l“America’s Mountain”, la cima più alta delle Montagne Rocciose in Colorado, dove ogni anno si svolge una delle gare in salita più affascinanti e pericolose del mondo, con 156 curve del tutto prive di guardrail?

Ecco svelato l’arcano: trattasi di corsa tanto cara all’Audi, che per ben tre volte è salita sul primo gradino del podio. Suv infatti è una classificazione che va un po’ stretta alla Pikes Peak; in Usa, dove l’Audi ha scelto di presentarla al mondo, le chiamano “crossover”, auto tuttofare, che sfuggono alle definizioni classiche: un po’ berlina, un po’ fuoristrada, un po’ monovolume e un po’ station wagon. Ambigue nell’estetica, imponenti nella sostanza, ma compatte nell’aspetto.

Esercizio stilistico che riesce solo ai grandi designer, come quel Walter de’Silva che in Italia tutti rimpiangono (pensare che era all’Alfa Romeo), ora responsabile dello stile della divisione sportiva del gruppo Volkswagen. Come dire: Audi, Lamborghini e Seat.

La Pikes Peak segna il suo debutto nel mondo Audi e avviene all’insegna dell’originalità: una calandra imponente, che riporta alle Auto Union degli Anni 30, prese d’aria laterali, e una fiancata con le superfici scolpite, le maniglie a filo con la carrozzeria, l’impugnatura ad arco per aprire le portiere.

Cinque le porte, sei i posti, suddivisi su tre file a due a due, e alluminio spazzolato opaco con inserti di frassino giapponese un po’ ovunque. Gli strumenti con visualizzatore 3D laser, il volante multifunzione e i sedili delle due file posteriori che si ripiegano a livello del piano di carico completano l’allestimento interno. Il tutto illuminato (di giorno) dal tetto in vetro.

A muoverla ci pensa l’otto cilindri biturbo utilizzato sulla RS6, con iniezione diretta FSI della benzina, 500 cavalli di potenza massima e 630 Nm di coppia a 2000 giri, con un tempo sumil-Ferrari sul 0-100km/h, che raggiunge in cinque secondi. 250 km/h è la velocità massima, autolimitata. 

A controllare che il pilota non commetta sciocchezze c’è il dispositivo antislittamento, il controllo della trazione e le quattro ruote motrici permanenti. Tutto per rendere possibile anche a un profano dell'off-road estremo un eventuale pellegrinaggio a Pikes Peak. Vai a sapere cosa passa per la testa alla gente, a volte...


Pubblicato da Redazione, 06/01/2003
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