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Anteprima: Covini C6W


Avatar Redazionale , il 25/02/04

20 anni fa -

L'idea di un'auto a sei ruote non è certo nuova, ma c'è chi è convinto che lo schema sia sempre vincente. Uno di questi è Ferruccio Covini, un ingegnere di Verbania padre di questa estrosa supercar.

ISPIRATA DALLE CORSE

La fissa dell'ingegnere risale a quasi trent'anni fa, quando rimase folgorato dalla visione della Tyrrel P34 a motore Ford che partecipava al Mondiale Formula 1. Da allora i suoi sforzi per portare in produzione una vettura con quello schema telaistico non sono mai venuti meno ma una serie di problemi tecnici e di traversie varie hanno sempre impedito la realizzazione concreta del progetto.

PRONTI? VIA!

Oggi pare che i tempi siano finalmente maturi per una vettura costruita in piccola serie. Le prime consegne nel 2005. Inutile parlare di prezzi. Molti sono i costi ancora da valutare e le enormi possibilità di personalizzazione offerte all'eventuale cliente rendono impossibile dare un'indicazione, neppure di massima.

LINEE PULITE

Dando uno sguardo alla linea della C6W (Covini 6 Wheels, vien facile ipotizzare...), non si può resistere al potere ipnotico del frontale da cui spuntano i due assali anteriori, con le quattro ruote sterzanti. Superato lo choc, l'attenzione viene catturata invece dall'estrema pulizia della carrozzeria che ha tra l'altro ingombri inferiori a quelli che lascerebbero supporre le immagini. La lunghezza è di 418 cm, mentre larghezza e altezza sono rispettivamente di 199 e 108 cm.

PELLE E OSSA

Più che la pelle della vettura, realizzata in fiberglass e fibra di carbonio, merita un'approfondita analisi quel ci sta sotto, a partire dallo scheletro. Il telaio sfrutta una struttura tubolare in acciaio, mentre le sospensioni sono tutte indipendenti, con un raffinato schema a quadrilatero deformabile. Le quattro ruote anteriori sono da 15 pollici, mentre le posteriori sono da ben 20" e tutte ospitano freni a disco autoventilanti della Brembo.

MOTORE A SCELTA

Quanto invece ai muscoli, la C6W impiega un V8 4.2 di origine Audi da 380 CV e 450 Nm che, abbinato a un cambio 6 marce, porta la vettura a bussare alla soglia dei 300 km/h. Per chi non si accontentasse (bel fegato...), questa non dovrebbe essere comunque una scelta obbligata. L'intenzione è quella di lasciare libero l'acquirente di chiedere alla Covini Engineering di provare a infilare nel vano motore anche altri propulsori.

FA MIRACOLI?

Con un peso a vuoto limitato a soli 1150 kg, la C6W non dovrebbe avere difficoltà a gestire anche potenze più elevate, visto che l'avantreno a quattro ruote garantisce sulla carta molteplici vantaggi a questa supercar. La maggiore impronta a terra dovrebbe essere infatti sinonimo di direzionalità e tenuta di strada migliori rispetto a uno schema tradizionale, così come impareggiabile dovrebbe anche il potere frenate assicurato dal numeroso gruppo di dischi.

SOGNO E REALTA'

Ora la domanda sorge spontanea: se le sei ruote danno tutti questi benefici, perché mai nessun altro nel frattempo si è cimentato seriamente sul tema? Le risposte sono le più disparate ma l'impressione è che i vantaggi siano più che altro presunti e che alla fine dei conti il rapporto costi/benefici non sia poi così favorevole. In ogni caso... buona fortuna, ingegner Covini!
Pubblicato da Paolo Sardi, 25/02/2004
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