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Fiat Idea


Avatar Redazionale , il 10/05/04

19 anni fa -

È piccola, è una Fiat Tutto lasciava pensare a poco più di una city-car. E invece no: l'Idea è compatta, funzionale e soprattutto fatta molto bene.

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CHIAVI Una chiave blu rettangolare, spessa, con tre tastini. E tanto di scatto a serramanico. Una volta un oggetto così avrebbe dato l’emozione di aprire qualcosa come una Mercedes. Oggi te lo consegnano alla Fiat, sulla targhetta c’è scritto “Idea”. La prima buona impressione, nell’avvicinarmi alla piccola multispazio, comincia da quel pezzo di plastica.

DESIGN STORE Vista da vicino è carina, piace per la modernità dei tratti ma anche per la razionalità alla Tipo, con forme intelligenti e fruibili. È come una torinese dovrebbe essere: attuale sì, ma con i piedi piantati per terra. E se fuori il progetto si presenta bene, l'interno è la vera sorpresa. Plastiche che non graffiano al solo guardarle, accoppiamenti curati, pulsanti ben incastrati sul pannello porta, fibbie cinture con inserti in tessuto, maniglie in metallo. Forse sono solo dettagli. Ma prima un acquisto italiano li negava, era come comprare un set di mobili dozzinali; oggi, finalmente, l’Idea è quasi diventata un design-store.

EMOTION Su strada la multispazio non mi ha deluso. Sono partito cauto, conscio di quei 166 centimetri di altezza che eguagliano quelli dell’Ulysse: il rischio era un telaio che in curva ballasse il tango. Ma la piccola è stabile, non dà la sensazione di inclinarsi troppo. Non male, per un’auto che in fondo non nasce su una base troppo nobile. Il pianale e gli organi meccanici sono gli stessi della Punto. È pur vero che la versione Emotion provata montava pneumatici 195/60 R 15, i

più grossi disponibili.

TORINESE Nonostante la “presenza” stradale, l’Idea non è neppure scomoda. Anzi, anche sul pavé è capace di filtare bene e – incredibile – senza rumorini plasticosi. Le Fiat sono davvero cambiate… tranne che in frenata: brusca all’inizio, sorprendentemente pronta quando si sfiora il pedale in città,

diventa cedevole come una spugna se si affonda. Il comportamento è tipico dei freni torinesi, la reazione nelle decelerazioni più decise non è da incollare al volante.

TURBODIESEL Il piccolo 1.3 Multijet che romba sotto il cofano – e che un po’ si fa sentire anche nell’abitacolo – è perfetto per la guida cittadina. C’è solo qualche incertezza allo scatto ma dopo i 2500 giri l’erogazione “turbata” si sente. E fino ai 3000 la macchina dà il meglio di sé: rapida, piena, pastosa come un diesel, sa anche regalare soddisfazioni.

CRUISE-CONTROL Qualche problema comincia quando l’asfalto sotto le ruote scorre fino fuori città, e la lancetta del contagiri supera i quattromila. Il motore continua ad andare su, ma la progressione tende a spegnersi. E si incomincia a pensare che magari è meglio rilassarsi, mollare il gas e affidarsi al cruise control: sull’Idea c’è anche quello. Peccato che le leve germogliate intorno al volante siano troppo lontane dalle dita.

ELETTRONICA L’elettronica di bordo è un altro capitolo del rinnovamento Fiat. Sul piccolo display nella strumentazione scorrono più informazioni che su un pannello autostradale: pressione pneumatici, sensibilità sistema crepuscolare, menu di settaggio porte e portellone, bip di avviso limiti di velocità, check-control, trip computer… sembra che gli ingengeri torinesi abbiano staccato in blocco i chip di una 147 o Lybra e riannodato i fili sull’Idea.

APPRENSIVA I sensori di parcheggio però sono invadenti come pochi: il bip incomincia ad un metro e 20 dall’ostacolo e diventa fisso a meno di trenta centimetri. La scelta è fra scalfire i paraurti o disegnare un bassorilievo sui timpani: con una coda così piatta e il servosterzo Dualdrive, che in City è un fuscello, meglio la retromarcia tradizionale. Del resto la Punto cresciuta è agile nei piccoli spazi: lunga solo tre metri e 93, si manovra quasi come una Panda. Servirebbero solo retrovisori più grandi.

AHI - AHI - AHI Gli interni sono attrezzati come la parete di un soggiorno: portaocchiali, portabicchieri, scomparti vari, c’è un ordine da far felice anche la casalinga di Voghera. Peccato però per la mancanza – grave se pensate di imbarcarvi in auto per le vacanze estive – di un vano refrigerato. Sulle base Active e Actual mancano perfino gli attacchi Isofix per il seggiolino, che fra non molto saranno di serie anche su una Matiz.

SU E GIU' Piccolino il bagagliaio: 320 litri, poco di più di una Punto 5 porte. Ma sull’Idea cambia la versatilità, tutti i sedili si piegano in avanti (compreso curiosamente quello del conducente), il divanetto dietro scorre in due parti separate e si reclina a garçonniere. Perché non si può mai sapere.

VERITA' E BUGIE E con la piccola monovolume si può anche viaggiare, complice un climatizzatore automatico bi-zona che meriterebbe un libretto a sé. L'unico problema, forse, rimane il piccolo milletré. 15,4 secondi nello 0-100 e velocità massima di 159 orari non lasciano i segni sull’asfalto. Ci si dovrebbe consolare con i consumi, ma mentre i dati ufficiali parlano di 19,6 km/l in combinato e 16,1 in città, il computer di bordo indica beffardo 12 km/l nella marcia urbana. Forzando un pochino, s'intende...

CONCLUSIONI Serve una Punto più comoda, ampia e versatile, da usare in città e parcheggiare sotto casa? L’Idea 1.3 Multijet è più che sufficiente, brucia il giallo prima che diventi rosso e non pesa sul bilancio familiare. Ma se volete una vera monovolume compatta tipo Mégane Scénic, fatevi venire l’Idea di comprare una diesel 1.9 da 101 cavalli.


Pubblicato da Silvio jr. Suppa, 10/05/2004
Engine of the year 2008: da 1.0 a 1.4 litri