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Prova

Renault Clio Sporter


Avatar di Luca Cereda , il 05/08/13

10 anni fa - La compact wagon francese ha i numeri per piacere

Cura stile ma non perde praticità. La Renaul Clio col megabaule diventa Sporter: prezzi da 14.350 euro

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L’ALTRA CLIO Né station wagon né SporTour, ma Sporter. Quasi a voler ribadire sin dal nome che la nuova Clio con il baule fa storia a sé. Ed è vero. La Renault Clio Sporter ha una spiccata personalità, lo si intuisce da subito: parla il linguaggio stilistico della sorella, la Clio berlina compatta, coniugandolo alla praticità. Pazienza se le piccole station sono una specie in via di estinzione, fagocitate dall’avanzare dei suv ipercompatti: per chi compra Clio, la doppia scelta rimane.

COME TI COMBINO Ed è un bene, visto che la Renault Clio Sporter è tutto tranne che un’auto noiosa. Anche solo a guardarla. Otto tinte di carrozzeria differenti (compreso lo speciale rosso metallizzato Passion), con la possibilità di aggiungere una spruzzata di nero laccato su mascherina, retrovisori, minigonne del paraurti, e fino a sei opzioni per i cerchi; all’interno, poi, quattro colori da scegliere per i rivestimenti più sei declinazioni per volante, maniglie, base della leva del cambio e cornici delle bocchette di ventilazione. Insomma, se cercate di distinguervi qui c’è pane per i vostri denti.

POLLICE SU E GIU’ Personalizzazioni a parte, gli interni della Clio Sporter mostrano una doppia personalità: da un lato quella piacevole e tecnologica della consolle centrale che sembra galleggiare sulla plancia, con lo schermo touchscreen da 7’’ del sistema di infotainment R-Link in bella vista al centro; dall’altro quella decisamente meno appagante di alcuni componenti economici, sempre nel radar degli occhi o a tiro dei polpastrelli. Le plastiche più dure da digerire sono all’interno delle porte. Bello, invece, il design del cruscottino, che potrebbe essere usato per spiegare a uno scolaretto l’intersezione degli insiemi.

HA I NUMERI L’immagine più razionale della Clio Sporter emerge infine dai suoi numeri, prima leva d’acquisto per i superstiti aficionados delle compact wagon. Origine di tutti i calcoli possibili sono quei 20 cm in più di sbalzo posteriore rispetto alla sorella berlina  (peraltro ben dissimulati dal design della carrozzeria, senza “pesare” sul posteriore) grazie ai quali la Sporter arriva a 427 cm. Venti centimetri che significano anche +143 dm³ di bagagliaio (da 443 a 1380 dm³ massimo), munito di doppio fondo per sistemare al meglio gli oggetti più piccoli. Fanno la differenza, in termini di praticità, anche soli 60 cm d’altezza della soglia di carico (-15 sulla Clio berlina) e l’apertura ampia quasi un metro (+9 cm) del bagagliaio. Dal quale, spianando il divanetto posteriore e il sedile passeggero, si può infilare un carico lungo fino a 248 cm.

SOTTO IL COFANO Capitolo motori. Essendo la base tecnica della Sporter comune alla berlina, non c'è da sorprendersi nel trovare sotto il cofano le stesse, identiche opzioni. La grossa novità sta anche qui nel 900cc TCe da 90 cv, affiancato dal 1.5 dCi di pari potenza come controproposta. Sotto, il 1.2 benzina aspirato e il 1.500 diesel come gemelli diversi d’accesso, entrambe da 75 cv. La versione più grintosa della Sporter, la GT, monta invece il 1.200 TCe ed il cambio a doppia frizione EDC.

SA FINGERE La gamma Sporter prevede in tutto quattro livelli d’allestimento (Wave, Live, Energy e GT), e sette possibili combinazioni con i motori disponibili . Tra gli optional, un approfondimento particolare lo merita senz’altro il sistema multimediale R-Link (560 euro quando non è standard), che integra tutte le funzioni in uno schermo grande ed ha una grafica piuttosto intuitiva. Navigazione e musica, certo, ma con l’R-Link è possibile connettersi e accedere ad un mondo di app che spaziano dal meteo al calciomercato. Dall’infotainment arriva anche l’R-Sound Effect, un programma capace di riprodurre il rumore di una monoposto di F1 come quello di una navicella spaziale. Solo nell’abitacolo, ovviamente…

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PER QUATTRO Una volta sulla Clio Sporter mi tolgo subito un pensiero: capire se una famiglia di quattro persone possa effettivamente farsela bastare un po’ per tutto, dalle faccende quotidiane ai lunghi viaggi, senza per forza dover per forza orientarsi su una segmento C. Verificato che con un pilota e un passeggero di taglia media rimane, in seconda fila, spazio sufficiente per le gambe di un non-lillipuziano e che al primo dosso nessuno arrivi a toccare il soffitto con la testa (c’è un centimetro e mezzo di altezza in più che sulla berlina), mi convinco di sì. Almeno per quanto riguarda l’abitabilità.

BAULE FURBO Il bagagliaio, poi, non è la caverna dei Quaranta Ladroni ma è molto ben sfruttabile, grazie alla forma regolare, al doppio fondo con i vani sottostanti separati e alla bassissima soglia di carico. Si carica dal basso e si guida, anche, dal basso, la Clio Sporter. Che in questo, malgrado sia una wagon, è tutta la sorella e accontenta gli amanti delle posture corsaiole.

SINCERA Senza risultare scomodo, l’assetto della Sporter tende al rigido. Il che mi diverte perché, disegnando le curve, ottengo sempre risposte sincere, linee pulite, la coda sempre al suo posto. Se proprio esagero ci pensa l’ESP a rimettermi in riga. Si guida con piacere, la Sporter, più di quanto pensassi considerato il tipo di carrozzeria. E questo anche grazie a uno sterzo (elettrico) abbastanza diretto e consistente.

SILENZIO? Sì E NO Per il resto, tutto rose e fiori? Non proprio. Sui fondi più butterati, ecco qualche vibrazione di troppo, che riporta all’economia di certi montaggi. E a proposito di viaggi, in autostrada scopro che la Clio Sporter non è certo una delle auto più silenziose che io abbia guidato. Colpa dei fruscii aerodinamici, il motore stavolta non c’entra, anzi. La silenziosità è forse il pregio più apprezzabile e sorprendente del tre cilindri turbo francese dell’esemplare in prova, che a velocità autostradali riesce a girare a regimi non troppo alti (in sesta si è poco sopra i 3000 giri/min), calmando la voce e allo stesso tempo i consumi.

MUSCOLI CERCASI Dopo 200 km di misto il computer di bordo dichiara 7,4 l/100 km; dopo una traversata senza fretta sull’autostrada A4 trafficata (altri 254 km) si scende invece a 6,6. Siamo lontani dati dichiarati in fase di omologazione (rispettivamente 4,5 e 3,9 l/100 km), da prendere sempre con le molle, ma ampiamente all’interno di valori accettabili. Piuttosto è in città che il feeling con il TCe da 90 cv non è sempre ottimale; ai bassi spinge poco e quando sale di giri lo fa con regolarità, ma senza smalto. Gradirei un po’ più di muscoli dei suoi 135 Nm di coppia e, probabilmente, se acquistassi una Sporter opterei per il 1.5 dCi di pari potenza.


Pubblicato da Luca Cereda, 05/08/2013
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