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Prova

Mini Cooper 2014


Avatar di Marco Rocca , il 28/02/14

10 anni fa - Ricomincio da tre, più il turbo. Guarda il video

Le prime impressioni al volante della Mini 2014 con il nuovo motore tre cilindri 1.5 Diesel. Un'occasione per apprezzare anche tutte le altre novità portate in dote da questa terza generazione.

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UNA FILOSOFIA, UN CREDO La guardi da lontano e sembra tutto come sempre. Poi ti avvicini, la scruti ben benino e ti accorgi che è cambiata, eccome se è cambiata, la nuova Mini. All'anagrafe siamo alle terza generazione eppure sembra che nulla sia stato toccato. Niente di più sbagliato. Alla Mini sono stati così bravi da utilizzare addirittura una piattaforma nuova, rimpinguarla di novità tecnologiche, tecniche e motoristiche e lasciar tutto come prima o quasi. Dicono che la tradizione venga prima di tutto e così anche la nuova Mini continua a essere la sola tra le piccole premium a potersi ancora permettere il lusso della carrozzeria due porte mentre la concorrenza, leggi tra le righe Audi A1, viene venduta per l'85% nella configurazione five doors, ma questa è un'altra storia.  

SOTTO SOTTO Quello che da fuori non si vede è che - come accennavo - la Mini 2014 è stata costruita sulla nuova piattaforma F56, che, per dovere di cronaca, è anche quella che si cela sotto la BMW Serie 2 Active Tourer appena presentata. Così sono arrivati sul piatto della bilancia 10 cm in più di lunghezza, (siamo a quota 382 cm), + 4,5 cm in larghezza (173 cm) e 141 in altezza (+7 mm). Piccole Mini crescono, per parafrasare il romanzo della Alcott, così come il passo che si distende sfiorando la soglia dei 250 mm; sarebbe a dire 3 cm in più della versione precedente. Non è finita qui perché se dobbiamo dare i numeri diamoli fino in fondo. Le carreggiate si  sono allargate di quasi 42 mm all’anteriore e di 34 dietro. Il risultato?  A bordo c’è più aria, a tutto vantaggio di una maggiore sensazione  di spazio. Spazio non solo per i passeggeri ma anche per i bagagli, nel bagagliaio che passa dagli esigui 160 litri a una più dignitosa misura di 211 litri.  

SEMPRE DUE E ROTONDI Il segno distintivo della Mini 2014, quello che prima ancora di chiedere di che versione si tratti ti permette di riconoscerla al primo colpo è l’utilizzo dei Led per i fari. E non mi riferisco solo a quelli diurni che incorniciano in due ciambelle luminose i grossi occhioni della Mini ma anche per quelli notturni, che abbandonano l’ormai superata configurazione Xenon in funzione di nuovissimi Led (anche per le luci posteriori). Certo è un optional ma l’effetto è notevole. Cambiamenti anche dentro, nel salotto buono di casa, dove la ricercatezza e la cura per il dettaglio fanno ancora la differenza rispetto alla concorrenza. Le plastiche sono decisamente di qualità migliore sia nella parte alta della plancia sia in quella inferiore e l'idea che tutto sia fatto meglio è evidente appena ci si accomoda dentro. Dal posto guida ora si legge bene una strumentazione composta da tachimetro, contagiri e livello carburante, all’interno della quale è stato piazzato un display per i dati di viaggio. Da BMW sono arrivati l’head up display e il sistema di scrittura con il dito sulla rotella centrale

TANTI NUOVE CHICCHE Per la nuova MINI vengono offerti per la prima volta, oltre all'head up dispaly, come detto, anche il sistema Driving Assistant con regolazione attiva della velocità su base di una telecamera, l’avvertimento di rischio di tamponamento con tanto di cofano che si solleva per addolcire l'impatto con il malcapitato pedone, l’High Beam Assistant e il riconoscimento della segnaletica stradale, nonché il Park Assistant con la telecamera di retromarcia. 

SOCIAL OVUNQUE Da vettura trendy e sempre al passo con i tempi, la Mini può essere connessa 24 ore su 24 al mondo social. Come? Grazie al Mini Connected XL che, in combinazione con lo smartphone, offre a bordo internet e tutto l'assortimento di App possibili per venire incontro a qualunque desiderio degli occupanti, dalla webradio a Facebook, Twitter, foursquare e Glympse, fino alla ricezione di RSS newsfeed. 

TRE, IL NUMERO PERFETTO Con la nuova Mini sono arrivati anche tanti nuovi propulsori 3 e 4 cilindri creati su misura per lei da mamma BMW tutti dotati di turbo. Al momento di lancio saranno disponibili tre varianti: Mini Cooper con motore a benzina tre cilindri da 136 cv, Mini Cooper S con un quattro cilindri da 192 cv e la Cooper D con il Diesel tre cilindri da 116 cv, il motore della nostra prova. Allargheranno la gamma subito dopo la primavera la One D con il tre cilindri Diesel da 95 cv e la Mini One sempre con il tre cilindri ma a benzina da 102 cv. Di serie cambio manuale a sei rapporti e, come optional, l’automatico con lo stesso numero di marce. Dando un occhio ai prezzi si scopre che il nuovo listino Mini parte da 18.300 euro per la One che salgono a 19.900 per la One D. La famiglia Cooper parte invece da 20.700 euro, passando dai 21.950 della Cooper Diesel per arrivare ai 24.950 della sportivissima Cooper S.

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DOMANDONE Lo dico subito senza girarci troppo attorno, come per levarmi quasi un peso dalla coscienza. Avrei potuto provare la Cooper S da 192 cv, o la Cooper da 136. Per una volta su una Mini ho preferito invece il gasolio alla benzina, perché ero molto incuriosito di sapere come si sarebbe comportato su strada un tre cilindri, Diesel per giunta, che sulla carta fa segnare 116 cv e 270 Nm di coppia e una velocità di punta superiore ai 200 orari, 205 per l’esattezza. Non vi avrebbe incuriosito? Sarà all’altezza della sportività del marchio britannico? E con il "go kart feeling" come la mettiamo?

SI E’ FATTA GRANDE Se proprio vogliamo parlare di feeling di guida di certo non potrà che essere aumentato, visto che la nuova Mini si è allargata sulle carreggiate e allungata nel passo quel tanto che basta da incrementare la stabilità sia in curva sia sul dritto. E in questo senso non posso che elogiare il lavoro fatto dai tecnici che sono riusciti nell’arduo compito di migliorare un progetto già di per sé molto efficace. Ora la Mini sembra aver raggiunto la maturità. Reattiva e svelta come sempre (guai se non lo fosse), eppure più stabile in fase di ingresso in curva con asfalto sconnesso. E’ merito del passo più lungo come detto, ma anche di sospensioni riviste in funzione di una maggiore rigidità della scocca e del Dynamic Damper Control, che, all’occorrenza, irrigidisce o ammorbidisce le sospensioni (per quanto possa ammorbidirsi una Mini...) in funzione della risposta che volete sotto le vostre natiche, ma non aspettatevi miracoli sulle buche più secche.

SEMPRE LEI, EPPURE  Dal posto di guida si percepiscono poco i nuovi ingombri nel senso che la sensazione di spazio in più nell’abitacolo non è poi così marcata. Decisamente migliore invece il colpo d’occhio della nuova strumentazione che finalmente è tutta concentrata davanti agli occhi del driver, lasciando alla grossa padellona centrale il compito di interagire con gli occupanti attraverso il grande schermo TFT da 8,8 pollici. Un appunto mi sento di muoverlo al nuovo head up display che non mi ha convinto del tutto. Mi spiego meglio: al suo interno si ritrovano tutte le informazioni di cui si ha bisogno, il problema più che altro, per me che non sono un giocatore di basket, è stato quello di non riuescire a leggere corrtettamente le inforamzioni. L'unica soluzione è quella di alzare il sedile e per chi ama guidare con il sedile rasoterra può essere un limite. Pollice verso l'alto, invece, per i comandi dei finestrini che hanno traslocato sulle portiere (era ora!) e per il nuovo sistema keyless (di serie per tutte le versioni). Ora si mette in moto schiacciando uno scenografico tasto illunimato di rosso posizionato nella parte bassa della plancia

BEVE POCO, QUASI ASTEMIO E ora... ciancio alle bande! E' ora di arrivare al dunque e tirare una riga al capitolo propulsore.  La prima cosa che mi ha colpito del piccolo tre cilindri Diesel è stata la silenziosità al minimo, paragonata al grosso 2.0 litri della Cooper SD del modello precedente sembra un benzina. Vibra pochissimo e anche in fase di forte accelerazione non lascia percepire più di tanto alla tromba di eustachio la mancanza di un cilindro con quella strana accordatura tipica dei tre cilindri a metà strada tra una moto e i primi boxer Porsche. In compenso la spinta è buona e ci si può largamente accontentare dei 9,2 secondi nello 0-100 a fronte di consumi oltremodo contenuti. In poco più di 140 km di strada, il computer di bordo si è fermato a 6,2 litri per 100 km e credetemi non sono stato troppo delicato sull’acceleratore, nemmeno in città. Ma la sportività? Volendo si può agire sul MINI Driving Modes per scegliere fra tre differenti  configurazioni: Mid, Green e Sport ma non è che le cose cambino come dal giorno alla notte. Il piccolo tre cilindri 1.5 è un motore brioso e scattante, che non disdegna di girare più in alto della concorrenza ma che non asseconda le esigenze di chi cerca la spinta poderosa.  

PASSA IL TURNO E’ vero, la Mini invita ad andar forte e sterzo, cambio, freni e assetto sono sempre li a ribadirtelo ma questo piccolo tre cilindri Diesel l’ho trovato il motore giusto per spostarsi in città come in autostrada (ricordo i 205 km/h, dove possibile) consumando poco a fronte di costi di gestione davvero ridotti al minimo: promosso!


Pubblicato da Marco Rocca, 28/02/2014
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