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Prova

Mitsubishi Colt CZ3 e CZT


Avatar Redazionale , il 21/02/05

19 anni fa - Un modello a se stante, con una versione pepata.

Con l'arrivo della tre porte si completa la gamma della Colt. Più che una versione, si tratta di un modello a se stante, con una sua precisa identità e un diverso temperamento. Per chi ama le emozioni forti c'è anche la turbo da 150 CV. Che si chiama CZT.

COM'E' Basta una carrozzeria con due porte in meno per cambiare radicalmente il carattere di un modello? La risposta più sensata sarebbe un no secco ma se a rincarare la dose ci si mettono un po' di aggiustamenti di contorno, una spuntata alla coda e un taglio più sbarazzino delle lamiere, la trasformazione può avvenire, eccome. L'esempio in carne e ossa viene dalla Mitsubishi, che ha sottoposto alla cura di cui sopra la Colt, ricavando la CZ3.

APPUNTITA L'impostazione generale resta quella della cinque porte, con una forma a cuneo e un padiglione bello alto, quasi da monovolume tascabile. Il frontale è corto e spiovente, pettinato con una riga in mezzo che dà dinamismo e grinta al cofano. Poco più sotto si apre la tipica mascherina Mitsubishi, con due aperture separate del blasone della Casa. Ai lati campeggiano due fari appuntiti e bislunghi che fanno da preludio a passaruota che si stagliano in modo netto dalla sagoma della fiancata.

VEDO ROSSO La vista laterale è caratterizza dalle ampie portiere, dietro alle quali l'ultimo vetro, stondato, è ridotto ai minimi termini. Il montante posteriore massiccio, la forma del tetto spiovente e la coda obliqua danno alla CZ3 l'aria di una sportivetta tutto pepe, che sarebbe opportuno scegliere preferibilmente in rosso. L'ideale anche per far risaltare il nero delle cornici dei vetri.

CONDENSATA Metro alla mano, rispetto alla sorella a cinque porte la CZ3 è più corta di sei cm (381 cm contro 387) e più bassa di tre (152 cm contro 155) mentre restano invariati la larghezza (170 cm) e il passo (250 cm). Poca roba, sulla carta, ma quanto serve per affermare che la parente più stretta della tre porte sembra non essere la cinque porte. La somiglianza più forte è con la concept CZ2 apparsa al Salone di Tokio del 2001, complici anche le luci di coda sistemate in orizzontale, anziché in verticale.

DA PASSERELLA Degni di una show car sono anche gli arredi e in particolare alcuni componenti realizzati in materiale chiaro traslucido. Il taglio è molto high tech, con la console centrale che finisce per ricordare nel look alcuni stereo di ultima generazione. Questa finitura si alterna al nero della plancia e all'effetto metallo di alcuni pulsanti. La costruzione è nel complesso soddisfacente, anche se alcuni elementi in plastica, come i pannelli laterali posteriori o il retro dei sedili anteriori, sembrano confezionati tirando un po' la cinghia.

PICCOLE AMNESIE Un plauso incondizionato lo merita invece l'abitabilità. La CZ3 assicura ai passeggri uno spazio invidiabile tanto in senso trasversale quanto in quello longitudinale. Anche l'accesso al divano posteriore è agevole, con i sedili che si fanno da parte e le porte ampie che lasciano ampio spazio per muoversi. Peccato soltanto che il sedile di guida sia smemorato e che al momento di tornare in pozizione non si ricordi più dove fermarsi, costringendo il pilota a regolarlo da capo.

AL FRESCO A proposito del divano, questo è diviso con il comune criterio 60/40 e può scorrere avanti e indietro per ben 15 cm, destinabili a vantaggio dei passeggeri o dei bagagli. L'abitacolo, inoltre, è ricco di vani per sistemare i piccoli oggetti e, sulle versioni dotate di climatizzatore, il cassettino portaoggetti è refrigerato e può tenere in fresco una bottiglia da 1,5 litri.

DIESEL UBER ALLES La Colt CZ3 si appresta a sbarcare nelle concessionarie attorno a metà marzo con una gamma molto articolata. I motori previsti sono quattro, tre a benzina e uno turbodiesel, sviluppato con tecnologia Mercedes e destinato anche al cofano della "cugina" Smart forfuor, che con la Colt condivide lo stabilimento olandese d'origine e buona parte della componentistica. Nelle previsioni della Casa sarà questo common-rail 1.500 DI-D a fare man bassa di ordini, lasciando ai fratelli poco più delle briciole. La sua potenza massima è di 95 CV, con un picco di coppia di 210 Nm ma nel corso dell'estate arriverà anche in configurazione da 68 CV e 160 Nm.

DIAMO I NUMERI Tra le unità a benzina è invece quasi certo che il successo sia inversamente proporzionale alla cilindrata e che quindi sia il piccolo ma agguerrito 1.100 a dettare legge. La sua potenza è di 75 CV e la coppia è di 100 Nm, mentre la carta d'identità del fratello maggiore da 1,3 litri parla di 95 CV e di 125 Nm. Chiude il gruppo il 1.500 da 109 CV e 145 Nm, che con i suoi 190 km/h è il più veloce dei tre, seguito ovviamente dal 1.300 con 180 km/h e dal 1.100 con 165.

PARTE IN SORDINA Quattro sono anche le versioni previste per la CZ3. Apre le danze la "base", offerta solo con motore 1.1 al prezzo d'attacco di 9.920 euro con una dotazione standard che comprende tra l'altro airbag frontali, Abs, servosterzo, specchietti e alzacristalli elettrici. Sul gradino superiore si pone la Inform, abbianbile ai motori 1.1 (11.420 euro) e 1.5 DI-D (13.920 euro), e che in più offre la chiusura centralizzata, il climatizzatore e la predisposizione audio.

W L'ABBONDANZA Alla Mitsubishi puntano però molto anche sull'allestimento Invite, disponibile con i motori 1.1, 1.3 e 1.5 DI-D rispettivamente a 12.420, 12.920 e 14.920 euro. A giustificare la maggior spesa ci sono la radio CD con sei casse, gli airbag laterali, i sedili regolabili in altezza, la fascia parabrezza scura e l'illuminazione degli strumenti regolabile, oltre a maniglie, specchi e bandelle varie in tinta. Al top c'è infine la Instyle, equipaggiata con sedili anatomici riscaldabili in pelle, fendinebbia e comandi audio al volante, dotato a sua volta di corona in pelle. Questa versione si può ottenere con i motori 1.3, 1.5 e 1.5 DI-D ai prezzi di 14.420, 15.420 e 16.420 euro.

CHE PEPERINO! Un discorso a parte lo merita invece la CZT, considerata dalla Mitsubishi stessa più un modello a se stante che una versione della CZ3, con cui però condivide la carrozzeria e dalla quale è riconoscibile esternamente giusto per un piccolo spoiler che sormonta il lunotto e di minigonne e prese d'aria più estese. Anche nell'abitacolo le differenze non sono macroscopiche, limitate come sono al diverso colore degli strumenti, al fondo bianco degli strumenti e alle soglie battitacco cromate.

MOLTE NOVITA' Se si eccettuano i cerchi in lega da 16" con pneumatici 205/45, le novità più succose sono concentrate lontano da occhi indiscreti. Il telaio è ampiamente rinforzato, lo sterzo è più diretto e veloce, l'assetto è irrigidito e i freni sono maggiorati. Nella dotazione di serie sono inoltre inseriti i controlli elettronici della trazione e della stabilità. Il tutto per tenere meglio a bada i 150 CV erogati dal 1.500 turbocompresso della CZT che dispone anche di una coppia massima di 210 Nm. La piccola Mitsubishi ha una velocità massima di 210 km/h e un passaggio 0-100 km/h in 8 secondi netti. Il tutto a un prezzo di 18.420 euro.

COME VA Prendendo servizio nella Colt a tre porte la prima impressione che si ha è di grande, inattesa spaziosità, complici l'altezza del padiglione e le dimensioni del parabrezza che rendono l'abitacolo molto luminoso. Sensazioni a parte, la CZ3 sa mettere comunque il guidatore a suo agio, nonostante il fatto che il volante si muova soltanto in altezza e che lo schienale del sedile sia regolabile a scatti e non in continuo.

VEDO E NON VEDO Tutti i comandi sono a portata di mano ma, così come già notato a suo tempo per la cinque porte, la visibilità del display che si trova al centro della plancia è piuttosto problematica, specie di giorno quando si tengono le luci accese. La visibilità è nel complesso buona e bastano pochi parcheggi per capire esattamente dove finiscano il muso e la coda. Per assurdo, le cose peggiorano in marcia, a causa del montante che spesso intralcia la vista di tre quarti in curva.

DI BENE IN MEGLIO La CZ3 sa però come farsi perdonare proprio nel misto. Le modifiche alla carrozzeria comportano infatti un leggero abbassamento del baricentro. Mica tanto, giusto un paio di centimentri, sufficienti però a rendere la guida leggermente più precisa e ad aumentare la scorrevolezza in traiettoria. Davvero non male, anche perché l'assetto resta in tutto e per tutto quello comodoso della Colt a cinque porte. La CZ3 può così vantare un telaio molto a punto, che garantisce un comportamento sicuro e sincero senza per questo imporre sacrifici sul fronte del comfort.

COPPIA IDEALE In pochi chilometri alla guida appare evidente come mai alla Mitsubishi siano convinti della bontà del connubio con il turbodiesel. Questo motore spinge infatti con piglio deciso sin dai bassi e sale rapido di giri e solo in prossimità della zona rossa del contagiri la sua verve tende gradualmente a calare. La silenziosità non è il massimo ma nella nuova veste sportiva è giusto anche concedere le attenuanti del caso. Per alcuni una colonna sonora vivace potrebbe anzi essere un pregio...

SOUND GASANTE Ragionando allo stesso modo, dal punto di vista dell'acustica, la CZT è a dir poco eccitante. Il sibilo della turbina è ben evidente ai medi e in allungo e invoglia a giocare con il cambio e l'acceleratore per mantenere il motore sempre su di giri. La spinta è robusta ma, grazie all'elettronica, le ruote riescono a scaricare a terra la potenza senza fare mai brutti scherzi.

INNESTO RIUSCITO Le modifiche al telaio si dimostrano azzeccate e la Mitsubishi non lamenta crisi di rigetto per l'innesto del turbo e la conseguente iniezione di potenza. La CZT si butta in curva con la rapidità di un gatto e segue più la linea impostata con buon rigore. Solo se si esagera tende progressivamente ad allargare la linea ma anche in situazioni di emergenza tutto avviene in modo prevedibile e facilmente controllabile. Il salvagente elettronico, insomma, tiene a galla anche chi non sa nuotare benissimo.

TUTTO COME SOPRA Per gli altri motori e per il cambio robotizzato a sei marce Allshift, che è disponibile solo con il motore a benzina 1.3, vale quanto scritto a suo tempo nella prova della Colt a cinque porte, che si può consultare cliccando sull'apposita voce nel riquadro in alto a destra nella pagina precedente. L'alternativa migliore alla DI-D resta dunque quella più economica, rappresentata cioè dal 1.100 a benzina, la cui sorprendente vivacità ne fa qualcosa di ben diverso dal proverbiale "vorrei ma non posso".


Pubblicato da Paolo Sardi, 21/02/2005
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