Logo MotorBox
Prova su strada

Seat Leon


Avatar Redazionale , il 01/08/01

22 anni fa -

Nel corso dell’ultimo anno la Seat ha rinnovato completamente la gamma con cinque novità: l'ultima nata è la Leon, una furba due volumi lunga 4 metri e 20. E' l'offensiva spagnola verso l’agguerrito segmento C, quello delle Golf e delle Focus, delle Bravo e delle Mégane. Le armi sembrano esserci tutte: qualità costruttiva, motori moderni, praticità. E lo stile, adatto a chi ama le auto grintose e sportive. A un prezzo interessante.

LA NOVITA’ Realizzata sul pianale della Golf, la Leon è compatta (4 metri e 18 cm) e con il frontale in stile Seat, con i due fari sottili dal vetro trasparente e il grosso scudetto che troneggia al centro della mascherina. La coda è “veloce”, sfuggente e alta: non molto personale e pure un po’ troppo simile alla concorrenza e a qualche famosa auto del passato… L’insieme è comunque piacevole anche per la grande pulizia delle linee e dei particolari, mai invadenti o messi a sproposito. Le versioni sportive acquistano personalità grazie all’assetto ribassato e ai larghi cerchi in lega, che rendono la Leon piuttosto aggressiva, quasi a rimarcare che è la prima vettura del gruppo Seat ad alte prestazioni (fino a 180 CV), con trazione integrale (la versione 4) e cambio a 6 marce.

SOLIDITA’ TEDESCA All’interno si riconoscono i materiali solidi di casa Volkswagen, con una plancia dall’aspetto sobrio e tutti i comandi al posto giusto: alzacristalli sui braccioli, due semplici leve multifunzione al volante, e consolle della climatizzazione al centro della plancia, con i modelli più evoluti dotati dell'impianto a controllo automatico Climatronic. L’imponente schermo del navigatore satellitare (optional), da cui si gestisce anche la radio, si inserisce armoniosamente nell’insieme, e non sembra aggiunto in seguito. I rivestimenti più intonati sono sicuramente quelli sportivi delle versioni Sport, mentre le versioni base hanno un velluto un po’ anonimo.

SPAZIO DA COMPATTA La posizione di guida è eccellente per piloti di tutte le taglie, mentre l’abitabilità posteriore è sufficiente solo per due adulti: in tre si sta veramente scomodi, una soluzione adatta a brevi trasferimenti. Con la coda lunga e arrotondata, caricare bagagli non è un problema, e infatti la capacità è di circa 340 litri, sfruttabili eventualmente anche fino al tetto.

LA GAMMA, molto ampia, è articolata su innumerevoli combinazioni tra allestimenti e motorizzazioni, per un totale di ben 14 variazioni sul tema. Gli allestimenti disponibili sono tre, Stella, Signo e Sport, mentre per i motori c’è una lista lunga quanto un tabulato dell’anagrafe! Si parte dal 1.4 16V da 75 CV (170 km/h) e dai due diesel tranquilli, il 1.9 SDi aspirato da 68 CV (160 km/h) e il 1.9 TDi da 90 CV (180 km/h). Per prestazioni più brillanti ci sono 1.6 da 100 CV (188 km/h, anche con cambio automatico), il 1.8 da 125 CV (al momento non importato in Italia) e il 1.9 TDi da 110 CV (193 km/h). Al top, per la prima volta nella storia della Seat, una bomba da 180 CV (229 km/h), con cambio a 6 marce e persino la trazione integrale nella versione 4 (224 km/h).
Come è facile intuire dai numeri, i motori sono tutti motori di famiglia,  già installati con successo su Golf, A3 e A4 (ma anche Toledo e Ibiza) e collaudati da altre auto del gruppo Volkswagen, di cui fa parte anche Seat.

FULL OPTIONAL La Leon è quasi full-optional, già a partire dall’allestimento Stella, che offre di serie servosterzo, airbag frontali e laterali, aria condizionata, ABS, sedile posteriore sdoppiato, cinture di sicurezza tutte a tre punti, chiusura centralizzata con telecomando e alzacritalli anteriori elettrici. In Germania la 1.4 Stella costerà circa 27.000 marchi. E’ un prezzo davvero competitivo, che fa presagire grandi cose per il resto della gamma! In Italia saranno disponibili dal marzo del 2000.
L’allestimento Signo offre in più il Climatronic (il climatizzatore elettronico Seat), i fendinebbia, l’impianto radio 4X20 W (con 8 altoparlanti, predisposizione per CD e presa cuffia per i posti posteriori), gli alzacristalli elettrici posteriori, i retrovisori elettrici (riscaldati, sbrinabili e abbattibili sempre elettricamente), il computer di bordo e cerchi in acciaio con pneumatici 195/65x15.
La versione Sport è un allestimento speciale che aggiunge all'equipaggiamento Signo uno Sport Pack con sistema TCS (antipattinamento), volante rivestito in pelle, sedili sportivi, sospensioni più rigide e cerchi in lega 6x15.

POCHI OPTIONAL: HA TUTTO La lista degli optional è quindi ridotta, ma comunque ricca di elementi di pregio come il sistema di navigazione satellitare, il tetto apribile, il regolatore di velocità, l’interno in pelle, la predisposizione per il telefono cellulare e lo specchietto interno antiabbagliante. C’è anche il sistema di controllo attivo della stabilità ESP, che corregge la traiettoria dell’auto in caso di sbandata aiutandosi con i freni: è un interessante opzione disponibile però solo per le 1.9 TDi e per le Turbo 180 CV.

SPORT PER TUTTI Specifici per le Turbo da 180 CV i cerchi in lega da 16” con pneumatici 205/55, e il terminale di scarico sdoppiato e cromato. Voci di corridoio hanno riferito che la versione da 180 CV avrà un prezzo di listino “abbondantemente” inferiore a 40 milioni (!): un prezzo davvero interessante in assoluto e in rapporto ai concorrenti, anche quelli in famiglia.

AL VOLANTE La sensazione che si percepisce a bordo è di qualità ottima, per le finiture e i materiali utilizzati: molto piacevole al tatto e alla vista la parte superiore della plancia, così come il rivestimento dei sedili, che nella versione Sport sono molto profilati e contengono molto bene anche chi guida come in una prova speciale di un rally. Le versioni base possono contare sulla stessa plancia, ma hanno un rivestimento un po’ più banale e scontato per i sedili, oltre al volante e al pomello del cambio in plastica (pelle sulle Sport). La strumentazione, di derivazione Volkswagen ma con illuminazione rossa, è precisa e completa, e comprende, all’interno dei due strumenti principali, anche un piccolo display per visualizzare la stazione radio selezionata.

SILENZIO! SI VIAGGIA Se la qualità sembra di alto livello al tatto e alla vista (quasi da Audi, per intenderci…), anche un altro senso, l'udito, è tenuto in grande considerazione: a qualsiasi velocità il silenzio regna sovrano e i motori non si sentono, se non tirando le marce al limite (specialmente il Tdi 110 CV) Gli unici disturbi sono fruscii aerodinamici. Eccellente è il lavoro di insonorizzazione dell’abitacolo: non filtrano neppure le asperità della strada, smorzate nelle versioni tranquille dalle sospensioni morbide e dai pneumatici turistici, e nelle versioni spinte da un attento studio dell’assetto.

ASSETTO OK PER LE SPORT… È sicuramente l’aspetto che ci ha impressionato di più: la grande capacità di coniugare un’eccellente tenuta di strada (e di conseguenza un assetto non proprio morbido), con un comfort degno di questo nome nei modelli più spinti con allestimento Sport. È stato un piacere, durante la prova, pennellare le curve della salita al Passo di Pultaser con grande precisione, grazie allo sterzo né leggero né approssimativo, e poi rilassarsi nella caotica cittadina di Leon, scordandosi delle buche e dell’asfalto rattoppato.

…E TURISTICO PER LE ALTRE Diverso il discorso per le versioni base: i pneumatici dal fianco molto alto (/80) e le sospensioni molto morbide, trasformano la precisa Leon in una ballerina di Siviglia, che non ne vuole sapere di fare le curve veloci sdraiandosi a destra e sinistra, pur mettendo sul piatto della bilancia un comfort ancora più elevato.

TURBO E 4 Un discorso a parte meritano le Turbo 180 CV, ovviamente disponibili solo in allestimento Sport: in una sola parola, eccellenti. Inoltre la “4”, grazie ad una sospensione anteriore specifica multilink invece del solito schema MacPherson, è ancora più precisa nella guida, con in più la sicurezza della trazione integrale a ripartizione elettronica, che entra in funzione automaticamente in presenza di slittamenti o perdita di aderenza del treno anteriore. E’ come viaggiare sui binari, e se per caso si monta anche il controllo della stabilità (ESP), si possono percorrere le curve a velocità talmente elevate da perdere il senso della realtà!
Il Turbo infatti spinge forte già da 2.500 giri, e fino ai 7.000 giri del limitatore non smette mai di incollare i passeggeri ai sedili, e grazie al cambio a 6 marce che consente di sfruttare al meglio il motore i km/h aumentano in maniera preoccupante! Più volte ci siamo trovati a velocità elevatissime, forse anche a causa di un tachimetro un po’ troppo ottimista, in un batter d’occhio, rientrando sul pianeta terra solo al momento di frenare per la curva successiva. Si guida al massimo senza doversi impegnare, ma solo salendo a bordo e premendo l’acceleratore! La 4 inoltre potrà dire la sua anche sul bagnato, dove viaggia incollata al terreno a velocità insostenibili per le vetture normali.

TDI E 1.6 Con un telaio a prova di bomba, i cavalli del 1.9 TDi e del 1.6 fanno il solletico al telaio: il turbodiesel è più in forma che mai, prontissimo, senza ritardo di risposta del turbo, e pieno fino a 4.400 giri. In autostrada le Tdi tengono il passo delle Turbo con una facilità quasi disarmante, con la contropartita di un consumo dimezzato. È il motore più azzeccato, davvero eccellente per una vettura di questa classe, privo di vibrazioni e perfettamente incapsulato nel vano motore. La 1.6 fa quel che può per rivaleggiare, ma il suo motore, pur potente, è un gradino sotto al turbodiesel per piacere di guida, pur essendo molto regolare da 1.000 fino ai 6.500 giri del limitatore.

MILLEQUATTRO Fanalino di coda la 1.4, che si gioca tutto sulla silenziosità, sui consumi, e sulla regolarità, quasi commovente, di funzionamento: la potenza massima è a soli 5.000 giri, e oltre il motore avanza per inerzia, faticando non poco per spostare i 1300 kg della Leon. L’ultima nota positiva arriva dai freni, ottimi su tutte le versioni: aiutati dal telaione spagnolo e dall’ABS di serie, fermano la Leon senza bisogno di “pestare” sul pedale, sempre facili da dosare.

di Marco Zamponi
Leon, 5 novembre 1999


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001