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Prova su strada

Volvo V50


Avatar di Mario Cornicchia , il 30/03/04

19 anni fa -

Compatta, sì, ma Volvo al centopercento. Raccoglie l'eredità della fortunata V40 ma è un riuscito distillato della V70 di cui riprende tutte le qualità e i pregi. Al prezzo di wagon mid-size decisamente meno blasonate.

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COM’E’ Cinque centimetri più lunga della berlina S40, la V50 ne ricalca fedelmente le caratteristiche di base, dal passo lungo alle carreggiate larghe, dai motori disponibili allo stile minimal-chic dell’abitacolo (se avete tempo e vi interessa la V50, leggetevi anche la prova della S40…). Eccetto per la coda, ovviamente, la parte che aumenta lo sbalzo posteriore e che ne sottolinea lo stile new Volvo.

STELLA COMETA La punta di freccia (effetto “stella cometa”, lo definiscono in Volvo) che parte dalla calandra, prosegue nella linea del cofano e continua sulle fiancate, sulla V50 finisce con una coda tronca, alta, molto forte e personale. La linea del tetto scende verso la coda con un bel piglio sportivo. Le luci sono alte come quelle della V70 ma più importanti, più massicce, fino a rivestire interamente lo spigolo della coda.

MULTIFORME Vista da dietro, sembra un furgoncino, con le luci grandi e il portellone quadrato come il portello di un forno. È strana, ma è ben disegnata e, decisamente, ha carattere oltre che un inconfondibile family feeling Volvo. Ma la V50, ancor più che la berlina S40, cambia faccia al cambiare dell’angolo di visuale. Frontale e coda che si restringono molto dalla ruota in poi, diventano sfuggenti quando si guarda la V50 di tre quarti. E la V50 sembra più corta o più lunga a seconda di come la si guarda. Sembra più grande di una V40, vero? Eppure è più corta di 2mm e più larga di 54.

GRANDE PICCOLA Compatta sì (451x177cm) ma grande come una grande. Tra le compatte la V50 è una delle più spaziose all’interno, con sedili comodi e ben dimensionati (com’è tradizione Volvo) e spazio per tutti senza troppe costrizioni per spalle e gambe. Dove lo spazio non abbonda è nei vani portaoggetti, specie per le quasi inutilizzabili tasche sulle portiere, ma sono spazi sacrificati per una buona causa, quella della sicurezza. Ben sfruttato è, invece, il tunnel centrale con due grandi portalattine/portabottiglie) e un cassettino sotto il bracciolo. Meno sfruttabile (se non dal marketing Volvo) lo spazio ricavato dietro la geniale consolle centrale ultrapiatta.

VERA WAGON La coda diritta come il fondo di un proiettile oltre che estetico ha anche valore pratico. La V50 è una vera wagon, non una sportwagon, con un vano di carico grande e ben sfruttabile fino all’ultimo centimetro anche in altezza. D’altronde, è una Volvo. 417 litri a disposizione e, tra gli optional, è d’obbligo scegliere il portaborse, non un omino dal fare parlamentare che vi segue ovunque, ma un pratico coperchio che, come sulla V70, evita alle borse della spesa di spargere il loro contenuto per tutto il bagagliaio alla prima curva. I litri a disposizione diventano 1307 se si abbassa il divano posteriore, operazione da effettuare al volo, ripiegando soltanto il o gli schienali o sollevando prima la seduta e poi ripiegando in avanti gli schienali previo (ahimè) smontaggio dei poggiatesta. Per il trasporto di oggetti lunghi  si possono ripiegare in avanti gli schienali posteriore e anteriore destri, ottenendo così uno spazio lungo fino alla plancia, un trucchetto che Volvo proponeva già sulla 850…

SICUREZZA Inutile dire che per Volvo è una priorità e lavorare sulle dimensioni del progetto S40/V50 per i tecnici svedesi è stata una vera e propria sfida. Per gli urti frontali sono intervenuti sulle dimensioni del motore, rendendolo il più compatto possibile per ricavare il massimo spazio di assorbimento dell’energia. Per gli urti laterali hanno tenuto come riferimento un impatto con la XC90, lavorando sulla capacità di dissipare l’energia su tutta la scocca, con soluzioni semplici ma efficaci come la traversa che passa sotto i sedili anteriori fino a puntarsi contro una solida struttura posta sotto il bracciolo centrale. La dotazione di airbag, ovviamente, è completa: frontali, laterali e a tendina.

MOTORI Quattro motori al lancio della Volvo V50, tre a benzina 5 cilindri (2.4 da 140cv con cambio a sei marce, 2.4 170cv, 2.5 T5 turbo da 220cv) e un diesel 4 cilindri (2.0D da 136 cv con cambio a 6 marce) a cui si aggiungono in primavera un 1.8 a benzina 4 cilindri da 125cv e il 2.5 T5 abbinato alla trazione AWD e al cambio a sei marce. Gamma completa per l’autunno 2004, con un 1.6 a benzina da 100cv, il cambio CVT automatico a variazione continua abbinato al 1.8 e il diesel 1.6 da 110cv anch’esso disponibile con cambio CVT.

GAMMA & PREZZI Tre allestimenti per la Volvo V50, Concept, Kinetic e Momentum. Già la dotazione di base non è certo povera e include, tra l’altro, climatizzatore automatico bi-zona, batteria completa di airbag, stereo con Cd e controllo elettronico di stabilità. Kinetic integra con cerchi in lega, consolle rivestita in alluminio, tessuto T-tec, computer di bordo, cruise control, paraurti in tinta, fendinebbia e comandi audio al volante. Momentum non è un rimedio per l’emicrania e include interni in pelle, inserti in similradica, fari bi-xeno, specchi esterni ripiegabili elettricamente con luci di cortesia e sedile di guida regolabile. Prezzi da saldo, considerato il blasone, la qualità e la dotazione: da 25.700 a 34.975 euro per le versioni di lancio, con la 2.0D Kinetic venduta per 28.600 euro.

COME VA Un ambiente piacevole l’abitacolo della V50, anche a motore spento. Lo stile minimal-chic trasmette serenità e la consolle con solo quattro pulsantoni a sovrintendere tutte le funzioni principali rende ogni comando facile e pratico. Il grande display centrale rende conto di tutte le operazioni eseguite con una grafica chiara e sempre ben leggibile.

TAYLOR MADE Come su tutte le Volvo, anche la V50 ha una posizione di guida che nemmeno Caraceni potrebbe cucire addosso più precisa, con regolazioni ampie in tutte le direzioni per volante e sedile. Forse un sedile in grado di abbassarsi un poco di più renderebbe la vita facile anche a chi preferisce la guida sdraiata.

QUALITA’ La S40 è un vero concentrato di ammiraglia, anche nelle sensazioni che trasmette. Lo spazio a disposizione e lo stile dell’arredamento a tutto fanno pensare ma non a una berlina di medie dimensioni. L’ottima qualità dei materiali utilizzati, la qualità costruttiva e la cura (oltre che l’intelligenza) con cui ogni dettaglio è pensato e costruito comunicano un prezzo molto superiore rispetto a quello di listino. Incredibile il rapporto qualità/prezzo rispetto alle concorrenti: costa meno di una Passat e vale più di una Classe C.

CODA? QUALE CODA? Telaio, passo, carreggiate, sospensioni… tutto è uguale alla S40. Anche le qualità dinamiche rimangono ottime come quelle della berlina. La coda da wagon, con qualche centimetro e qualche chiletto in più fanno un vero baffo all’ottima base del progetto S40/V50. Il comportamento su strada è sempre facile e prevedibile, decisamente sicuro anche in condizioni stradali non favorevoli, come le strade andaluse sferzate da un diluvio battente su cui ho provato la V50.

COLLA MASSIMA SERENITA’ Come la sorella V40, anche la V50 ha la colla sotto le ruote e tutte le reazioni sono facili da prevedere e da gestire anche da piloti tutt’altro che provetti. La guida della V50 è serena, com’è tradizione della maison svedese, pur non levando nulla al divertimento di chi dalla guida cerca anche qualche piccola soddisfazione.

2.0 D La volete con il cambio automatico? Arriverà, forse nel 2005, ma sappiate che potete anche farne a meno. Il 2.0D, frutto dell’accordo con il gruppo Ford (a cui Volvo appartiene) e il gruppo PSA (Peugeot – Citroen), ha energia da vendere, quanta ne basta per prestazioni da sportiva e per cambiate poco frequenti. Riprende benissimo dai regimi più bassi e spinge bene fino in alto, accontentando sia chi ama la guida fluida, senza tirare le marce, sia i piedi più sportivi. Il rumore del motore si diffonde nell’abitacolo senza disturbare, giusto per arrivare all’orecchio del pilota. Il cambio a sei marce ha rapporti facili da capire e una manovrabilità da tenere come riferimento.

2.5T AWD 220 cavalli, ben distribuiti e facili da domare. Il motore spinge bene, anche se il 2.0D trasmette l’impressione di spingere di più… La trazione integrale AWD è ben calibrata ed evita le brutte reazioni di alcune integrali, come la tendenza ad andare diritti in curva o di non rendere percepibili i limiti di tenuta. La V50 AWD è invece molto sincera e ha una marcia in più sui fondi viscidi e scivolosi.


Pubblicato da M.A. Corniche, 30/03/2004
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