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Prova

Volkswagen Golf GTI Cabriolet


Avatar Redazionale , il 30/05/12

11 anni fa - La prima GTI cabrio

Al suo 36esimo compleanno, la Golf GTI perde... la testa. Con 210 cv, la Volkswagen Golf GTI Cabriolet è la prima di Wolfsburg ad accoppiare la libidine delle cabrio con il gusto delle GTI.

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TANTI AUGURI Correva l’anno 1976 quando, durante una cena a base di stinco e birra, gli ingegneri di Wolfsbrug decisero fosse l’ora di creare una compatta a trazione anteriore con prestazioni brucianti. E' nata così la prima Golf GTI, versione arrabbiata della Golf. Nemmeno il tempo di essere apprezzata dal pubblico che tre anni dopo, sull’onda dell’entusiasmo, a Wolfsburg ne hanno combinata un’altra presentando la Golf Cabriolet. Entrambe le versioni hanno avuto una vita di fama e successi negli anni a venire, ma le loro strade sembravano non poter convergere a un punto comune. Oggi, 2012, finalmente ci siamo: trascorsi trentasei anni, GTI fa finalmente rima con cabrio. Ecco la Volkswagen Golf GTI Cabriolet.

RITORNA L’ESTATE E’ da tempo che si vociferava il suo arrivo, settimane, mesi, forse di più. Molto meno tempo, solo 9,5 secondi, serve invece alla Volkswagen Golf GTI Cabriolet per scoprirsi abbassando del tutto la capote, mentre il processo inverso di incappucciamento richiede qualche attimo in più: 11 secondi. Entrambe le operazioni si possono effettuare anche in marcia, fino a 30 km/h. Ma i tempi di apertura e chiusura non sono tutto, e in Volkswagen assicurano di aver posto particolare attenzione alla realizzazione della capote, peraltro la stessa (ottima) montata sulla Golf Cabriolet standard. In dotazione è previsto anche un comodo frangivento che salvaguarda conversazioni e parrucchini.

IRROBUSTIRSI Se si taglia via il tetto a una vettura, quasi tutta la sua rigidità torsionale andrà inevitabilmente persa. Questo a Wolfsburg lo sanno bene, ecco perché la Volkswagen Golf GTI Cabriolet è stata sottoposta a una cura da fisioterapista, con longheroni maggiorati, carrozzeria irrobustita e aggiunta di roll-bar dietro ai poggiatesta. Con tutti questi rinforzi la resistenza del telaio alla torsione è quasi pari alla normale Golf. Con in più la libidine del cabrio.

SON SEMPRE IO A livello estetico, la Volkswagen Golf GTI Cabriolet ricalca in pieno la sorella closed da cui deriva, sia all’interno sia all’esterno. Sul frontale i tratti distintivi comprendono calandra del radiatore con cornice rossa, una struttura a nido d’ape ed il logo GTI. Il posteriore invece è caratterizzato da un diffusore completamente ridisegnato, dai tipici terminali di scarico cromati e dalle luci posteriori a LED con plastiche brunite. Seguendo la linea tracciata dalla GTI, la Cabriolet calza cerchi in lega leggera da 17 pollici Denver (con pneumatici 225/45), mentre sono optional quelli da 18 pollici. Anche all’interno la musica è sempre la stessa, con pedaliera in acciaio inox spazzolato, leva del cambio alluminio-look e volante rivestito in pelle. Cucita a filo rosso, of course.

CAVALLERIA PESANTE Anche per il motore nessuna novità, con la riconferma del 2.0 litri 4 cilindri turbo benzina a iniezione diretta, capace di 210 cv a 5.300 rpm e 280 Nm a soli 1.700 rpm. Numeri che permettono alla voluminosa Volkswagen Golf GTI Cabriolet di scattare fino a 100 km/h in 7,3 secondi e fiondarsi fino a 237 km/h (235 col DSG). Non saranno numeri da primato, ma pongono comunque la GTI cabrio nella cerchia delle sportive.

HEY, QUANTO VUOI? Volkswagen "auto del popolo", o quasi. Se è vero che rispetto alla concorrenza una manciata d’ euro in meno è garantita, è vero anche che il prezzo non è propriamente da hard discount. Si parla di 32.100 euro per la versione manuale e 34.000 euro per la DSG. Le colorazioni disponibili sono quattro, tutte già viste: red, black, white e silver. Già da ora in vendita.

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VECCHIA MIA Mi viene da ridere a pensare che, nel 1976, la Golf GTI aveva 110 cv e 800 kg da portare in giro. Oggi, con qualche pannello in più e un motore più grosso, la potenza è quasi raddoppiata e il peso…idem. Con queste idee in testa, mi accingo a caricare lo zaino nel bagagliaio, che scopro essere sì capiente (250 litri), ma con una bocca di carico particolarmente minuta. Una volta all’interno, nulla o poco altro lascia intuire di essere a bordo della Volkswagen Golf GTI Cabriolet, eccezion fatta per i due sedili posteriori: se non avete dimensioni mignon, meglio evitare di provarci.

TEMPESTA PERFETTA 210 cv, cabrio e una buona compagnia. Serve altro per divertirsi? Sì, ad esempio un meteo diverso da quello in cui ci siamo imbattuti durante la prova, un mix di grandine e vento difficile anche solo da pensare. Non esattamente l’habitat di un’auto col tetto in tela come la Volkswagen Golf GTI Cabriolet. Tuttavia, anche a velocità da autobahn, la silenziosità di marcia è notevole anche sotto la pioggia battente, tanto da dimenticarsi presto di stare poggiando le terga su di una cabriolet.

POCA ROBA Abituati a macchine alimentate a pulsanti ed elettronica, la Volkswagen Golf GTI Cabriolet ci offre un’esperienza (almeno iniziale) diversa, fatta di meno fronzoli e più sostanza. La chiave ad esempio va girata, come una volta, niente trucchi o similari. Prima ingranata, capote abbassata (per poco visto l’imminente temporale) e la Golf parte silenziosamente, troppo per i miei gusti. Quello che colpisce nell’immediato è la sua estrema facilità, pochi metri e la senti subito tua. Il motore che spinge dolcemente, lo sterzo preciso e la silenziosità anche a capote abbassata sono tutti elementi che ne fanno una macchina piacevole fin da subito.

CLOSE THE CAPOTE, PLEASE E’ il momento della tempesta, e non abbiamo nessuna voglia di bagnarci subito. Ci fermiamo, contiamo fino a 10 e la magia è avvenuta: la macchina ora è una coupé fatta e finita. I rumori sono assenti, come e più che sulla Golf tre porte, e anche la sensazione di maggior flessibilità del telaio è davvero minima. 

SPINGI CHE TI PASSA Fuori dall’autostrada, punto dritto verso le provinciali disabitate, per vedere come la Volkswagen Golf GTI Cabriolet risponde ai caldi pruriti del piede destro. E a far la parte del leone ci pensa il motore: il 2.0 litri Volkswagen è il classico turbo a bassa pressione che tanto vanno di moda ora. Riprende con vigore fin dal minimo con scioltezza, si irrobustisce in maniera prepotente ai medi per poi allungare bene fino alla soglia dei 6.500 giri/min, regime insolito per un turbo della generazione downsizing. Uscite di curva a fionda dunque, e senza scalare marcia. L'unica nota di demerito è la relativa mancanza di brio e cattiveria: è talmente dolce e lineare che spinge forte senza che ve ne rendiate conto. Con un sound più aggressivo e un po’ più di violenza agli alti regimi farebbe toccare il cielo con un dito.

TGV D’altro canto, il telaio della Volkswagen Golf GTI Cabriolet è la sposa perfetta per un motore così dolce. Tenendo fede alle moderna filosofia GTI, infatti, la dinamica di guida è più efficace che divertente: finché si viaggia allegri l’assetto rimane neutro e comunicativo, anche se in modalità SPORT il volante si indurisce inutilmente. Quando tuttavia il gioco si fa duro (ad esempio sul bagnato) la GTI invece che sfoderare gli artigli sembra alzare bandiera bianca, con l’anteriore che comincia a smusare senza comunicare granché con chi guida. Qui una grossa pezza ce la mette l’XDS, il differenziale a bloccaggio elettronico, che funziona egregiamente, riportando la Golf sulla linea ideale senza farvi perdere tempo, anche sotto il diluvio universale. Se usata con attenzione, dunque, la GTI cabrio può condurvi molto velocemente in totale souplesse, ma se la vena si chiude, la compatta di Wolfsburg si tira un po’ indietro. Meglio non esagerare.


Pubblicato da Alessandro Codognesi, 30/05/2012
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