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Prova su strada

Suzuki Grand Vitara 2006


Avatar Redazionale , il 21/09/05

18 anni fa - La pioniera delle piccole Suv è tornata.

La regina è tornata. Dopo un periodo un po' nell'ombra, la Suzuki reclama lo scettro che era stato della Vitara, pioniera e prima best-seller tra le piccole fuoristrada alla moda. Molte le frecce al suo arco, da una versatilità totale a prezzi competitivi.

TERZA GENERAZIONE La Suzuki Grand Vitara non è una novità qualsiasi per il mondo delle Suv di taglia media. Nel lontano 1988, proprio la sua antenata Vitara aprì per prima la strada alla moda delle fuoristrada "popolari", quelle per molti se non per tutti. Un fenomeno di mercato cavalcato poi anche dalla prima Grand Vitara, lanciata nel 1997 e dalla quale ora l'ultima generazione, presentata a Francoforte, si accinge a ricevere il testimone.

CAMBIA TUTTO

A onor del vero questa staffetta appare un po' tardiva. Da tempo ormai la serie attuale vive sotto l'assedio di rivali più giovani e atletiche, che le hanno via via rubato quote di mercato. Il nome Grand Vitara, però, non ha mai perso smalto e proprio per questo alla Suzuki hanno scelto di non cambiarlo, per dare un segnale di continuità con il passato. Continuità ideologica, non stilistica né tecnica, perché da questi punti di vista la neonata Grand Vitara è nuova di zecca.

ACQUA E SAPONE

La carrozzeria è moderna e di rara pulizia. Il frontale ha un look acqua e sapone, in cui poche linee tese bastano per ottenere una precisa identità. Il cofano motore ha un andamento spiovente e termina con un taglio netto e preciso, neanche fosse stato sagomato con un colpo di katana. La calandra rispetta la moda imperante e descrive un'ampia U. A rendere originale questa Suzuki provvede inoltre la forma della presa d'aria inferiore, che replica in scala ridotta quella della mascherina. Ai lati, i fari sono rettangolari mentre gli alloggiamenti dei fendinebbia sono, insieme ai carnosi passaruota, tra i pochi elementi esterni privi di spigoli.

SPIGOLI VIVI

La linea di cintura ha un andamento a cuneo e risale verso la coda, dove prevale un disegno geometrico, con incroci di linee da cruciverbone. Qui tengono banco il montante largo e squadrato e le luci, i cui bordi sono la prosecuzione ideale delle sagome dei finestrini e del lunotto. Il motivo che si crea stempera un po' l'impressione di déjà-vu generata da vaghe somiglianze tanto con l'Opel Astra SW quanto, soprattutto, con la Toyota Rav4.

A REGOLA D'ARTE

L'abitacolo ha a sua volta con una plancia lineare, dominata da una consolle centrale bordata da una coppia di listelli color argento. La medesima finitura si ritrova sulle razze del volante, sui braccioli delle porte, sul cambio e sulle cornici della strumentazione, ospitata in tre indicatori circolari. Nel rispetto della tradizione Suzuki, tutto pare realizzato con cura: le plastiche sono di buono spessore e gli assemblaggi sono precisi.

TRE PER QUATTRO

Nei posti anteriori lo spazio abbonda mentre dietro bisogna distinguere tra le versioni a tre e cinque porte. Sul divano della cinque porte siedono abbastanza comodamente anche tre adulti. Sulla tre porte, invece, il libretto, prima ancora del buon senso, limita la capienza totale dell'abitacolo a soli quattro posti, con lo spazio per le gambe che si riduce. Quanto al bagagliaio, la Grand Vitara lunga offre un volume utile notevole, compreso tra i 398 e i 1.386 litri. Visti gli ingombri esterni, non delude nemmeno la versione corta, i cui litri vanno da 184 a 964.

PIU' GRAND CHE MAI

C'è poco da stupirsi: la nuova Grand Vitara è infatti... più Grand che mai. La lunghezza è di 4.005 mm per la tre porte e di 4.470 mm per la cinque porte, più lunga anche a livello di passo, con 2.640 mm contro i 2.440 della sorella corta. La larghezza e l'altezza sono invece identiche per entrambi i modelli e pari rispettivamente a 1.810 mm e 1.695 mm. Le dimensioni più compatte della zona posteriore assicurano alla tre porte un lieve vantaggio a livello degli angoli caratteristici per il fuoristrada. Per lei i valori di attacco, dosso e uscita sono nell'ordine di 29, 20 e 36 gradi, che diventano 29, 19 e 27 per la cinque porte.

PRONTA A TUTTO

Si tratta di angoli buoni; la Grand Vitara si è sì imborghesita per dare il meglio su asfalto ma non ha scordato le sue origini fuoristradistiche. Il telaio adotta una soluzione mista, con una scocca autoportante rinforzata da longheroni e traverse inferiori annegati nel pianale. All'avantreno ci sono sospensioni Mc Pherson e freni a disco autoventilanti, mentre al retrotreno spazio a uno schema multilink e a freni a tamburo. Le ruote sono da 16 pollici con pneumatici 225/70.

1.6 VVT

I motori per la Grand Vitara a tre porte sono due, un benzina e un turbodiesel, mentre per la cinque porte è prevista per ora la sola unità a gasolio. Quanto al benzina, è un 1.600 a 16 valvole con variatore di fase da 106 cv a 5.900 giri e con una coppia massima di 145 Nm a 4.100 giri, abbinato a un cambio manuale a cinque marce e a un sistema di trazione integrale permanente piuttosto semplice. Il differenziale centrale a slittamento limitato ripartisce la coppia motrice tra i due assi con un rapporto 47-53 tra anteriore e posteriore. Questo motore permette alla Grand Vitara corta di scattare da 0 a 100 km/h in 13,4 secondi e di toccare i 160 km/h, con un consumo medio di 8,7 litri ogni 100 km.

1.9 DDiS

A fare la parte del leone nelle vendite dovrebbe essere però il turbodiesel 1.9 di origine Renault. Questo motore, dotato di turbina a geometria variabile e filtro antiparticolato, è accoppiato alla trazione integrale permanente di cui sopra, qui supportata da un differenziale centrale all'occorrenza bloccabile e da un cambio a cinque marce dotato di riduttore. Capace di 129 cv a 3.750 giri e di 300 Nm a 2.000 giri, porta le Grand Vitara a 170 km/h. Il tempo nella prova di spunto è di 12,4 secondi per la tre porte e di 13,2 secondi per la cinque porte che è anche la più assetata di gasolio, dato che sorseggia 7,7 litri gasolio ogni 100 km contro i 7,4 della sorellina.

GRIGIA O NERA

Quanto agli allestimenti, la situazione è chiara e trasparente. Nella gamma che debutta il prossimo 8 ottobre la versione d'accesso è la tre porte a benzina, offerta con airbag frontali, climatizzatore automatico, sintolettore CD, cerchi in lega e vernice metallizzata (disponibile soltanto in due toni di grigio e nera) a 22.700 euro. La turbodiesel, oltre al già citato diverso sistema di trazione, mette in più sul piatto gli airbag laterali e a tendina anteriori e i fendinebbia a un prezzo che sale fino a 25.500 euro. Al vertice della gamma, a quota 27.500 euro, c'è infine la Grand Vitara turbodiesel a cinque porte. Equipaggiata in aggiunta di airbag a tendina anche per i posti posteriori e del sedile di guida regolabile in altezza, è l'unica del lotto a poter montare a richiesta l'Esp.

OFFERTA LANCIO

In occasione del lancio sono stati allestiti due pacchetti speciali di accessori. Quello dedicato alla tre porte si chiama City, costa 1.170 euro e comprende paraurti maggiorato, pedane e modanature laterali, tappetini e spoiler. Il kit per la cinque porte si chiama invece Offroad, costa 1.313 euro e prevede paraurti maggiorato, modanature laterali, tappetini, spoiler, paraspruzzi, rete fermabagaglio e cornici speciali per i fari posteriori. La lista degli accessori si sta definendo ancora ma tra loro già è certa la presenza del navigatore satellitare, dell'interno in pelle, del tetto apribile e dei fari allo xeno.

DOMO ARIGATO

Nel complesso si tratta di prezzi competitivi, che dovrebbero consentire alla Grand Vitara di riconquistare una buona fetta di mercato e rinverdire gli antichi fasti Suzuki. Un'operazione, tra l'altro, semplificata dalle scelte operate della rivale per eccellenza, la Toyota, che lancerà la nuova Rav4 solo nel 2006 avanzato ed esclusivamente con carrozzeria a cinque porte. Sotto le insegne della grande S rossa sorridono e ringraziano di tutto cuore.

SU E GIU'

Ambientarsi a bordo della Grand Vitara non è affatto un problema. Anche il modello a tre porte, privo di regolazione in altezza del sedile di guida, consente a tutti di trovare una sistemazione soddisfacente. Il piano di seduta e la pedaliera sono ben centrati e la grande escursione del volante (solo in altezza, non in profondità) basta a ricreare la posizione prediletta, sia che si ami guidare impettiti sull'attenti, sia che si preferisca stare a riposo. I comandi sono ben distribuiti e tutto si trova proprio là dove lo si cerca.

BELVEDERE

Al volante si sta leggermente rialzati, senza uno sgradevole "effetto trespolo" e in condizioni ideali per percepire esattamente gli ingombri della Grand Vitara. Complice il raggio di sterzata molto contenuto, manovrare negli spazi stretti è un gioco da ragazzi, con uno scontato vantaggio in fatto di maneggevolezza per la tre porte. In parcheggio tutto è facile e basta solo ricordarsi della presenza della ruota di scorta fuori dal portellone, per evitare di "timbrare" il cofano di chi sosta alle spalle.

TUTTOFARE

La Grand Vitara è una cittadina modello ma sarebbe riduttivo e quasi crudele costringerla alla vita in cattività tra vie del centro. La sua vera essenza è quella della factotum, con una flessibilità d'impiego da fare invidia a un coltellino svizzero. Messo in soffitta il ponte rigido posteriore della serie precedente, le nuove e più evolute sospensioni si disimpegnano bene su ogni fondo, a partire dall'asfalto, tradizionalmente indigesto alle fuoristrada civilizzate.

SU SOLIDE BASI

Su strada la Grand Vitara disegna le svolte con diligenza, obbediente agli ordini di un volante abbastanza preciso e progressivo. L'inserimento in curva è graduale e, una volta in traiettoria, le misure importanti delle carreggiate e del passo (ai vertici della categoria), regalano a questa Suzuki una buona neutralità. La tendenza ad allargare tipica di alcune rivali qui si sente poco e la ripartizione della coppia motrice tra i due assi assicura un'uscita dalle curve molto pulita.

NON VA AL TAPPETO

Le sospensioni hanno una taratura che rappresenta un valido compromesso, buone un po' per tutte le occasioni. Il coricamento laterale in curva non è mai eccessivo e sullo sconnesso la Grand Vitara dimostra ottime doti da incassatrice. Sulle buche piccole e secche si ricompone scuotendosi appena, mentre sugli avvallamenti più profondi sembra quasi trattenere il respiro per poi ritornare in linea di galleggiamento come se nulla fosse. Anche in caso di emergenza le reazioni sono graduali e bisogna combinarla davvero grossa per far perdere aderenza alla coda e dover correggere con lo sterzo.

CUORE D'ORO

Sotto il cofano della Grand Vitara e con una messa a punto del tutto inedita, il turbodiesel di origine francese si conferma ancora una volta in ottima forma. E' fluido e regolare già poco sopra il minimo e inizia a spingere con buona lena anche qualche centinaio di giri sotto il regime di coppia massima. Una volta superati i 60-70 km/h si può innestare la quinta e sfruttare la sua grande generosità, scordandosi del cambio che, dal canto suo, è relativamente rapido e disinvolto negli innesti.

IN SCIOLTEZZA

Il cavallo di battaglia di questo turbodiesel è tuttavia la robustezza dell'erogazione nella fascia intermedia, che rende inutile tirare le marce allo spasimo. Per procedere spediti in scioltezza è molto meglio cambiare attorno ai 3.500 giri, anche se in effetti la zona rossa inizia un migliaio di giri più in alto. Anche negli spostamenti autostradali a velocità sostenuta questa Suzuki si difende egregiamente. Quando poi si abbandona le retta via per addentrarsi nel fuoristrada, la Grand Vitara tiene fede alla tradizione Suzuki e cambia pelle, trasformandosi in una offroad doc.

TUTTO IN UNA MANO

Il suo pane sono chiaramente gli sterrati ma se c'è da fare sul serio e da superare ostacoli impegnativi, non si tira mai indietro. Basta agire sulla manopola che si trova sulla consolle centrale e passare, anche in movimento, dalla posizione 4H (per asfalto o strade bianche) alla 4H Lock. Qui si ha il bloccaggio del differenziale centrale che così, per par condicio, invia a ciascuno dei due assi il 50% della coppia motrice, a tutto vantaggio della mobilità sui fondi più insidiosi. All'occorrenza, sulle pendenze più proibitive, c'è sempre la possibilità d'inserire, da fermi e con frizione e freno schiacciati, la modalità 4L Lock, quella con le marce ridotte, una vera rarità in un segmento di moderne Suv più salottiere. A questo punto resta solo la curiosità di mettere alla prova il millesei a benzina, non disponibile al momento della presentazione.
Pubblicato da Paolo Sardi, 21/09/2005
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