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Prova

Subaru Trezia


Avatar Redazionale , il 03/02/11

13 anni fa - Sulla Subaru Trezia si sta comodi in cinque in meno di quattro metri

Con la Subaru Trezia la Casa delle Pleiadi debutta tra le piccole monovolume. Realizzata in collaborazione con la Toyota (è gemella della Verso-S) è proposta con un motore 1.300 a benzina o con un 1.400 turbodiesel. I prezzi partono da 15.980 euro.

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NIENTE VIE DI MEZZO Alla Subaru non conoscono le mezze misure. O intonano una voce fuori dal coro e confezionano macchine con soluzioni tecniche uniche, come i motori boxer abbinati alla trazione integrale simmetrica All Wheel Drive, oppure propongono modelli che trovano gemelli nei listini di altre Case. Era successo in passato con la Justy, realizzata sulla base delle Suzuki Swift e Ignis, prima, e della Daihatsu Sirion, poi, e succede oggi con la Subaru Trezia, clone della recentissima Toyota Verso-S.

A QUATTRO MANI A differenza del passato, però, in questo caso, gli uomini Subaru non si sono limitati a farsi fornire un prodotto già fatto e finto, appiccicandogli poi lo stemma delle Pleiadi. Ben cento ingegneri pare infatti abbiano partecipato allo sviluppo della Subaru Trezia assieme ai tecnici Toyota. Insomma, anche se rappresenta la prima monovolume compatta della storia della Casa e non ha le quattro ruote motrici, questa macchina ha nelle sue vene un po’ del sangue di famiglia.

TI CONOSCO, MASCHERINA! I designer sono riusciti a rendere questo fatto evidente anche al primo sguardo, inserendo nel muso una mascherina con i tipici tratti delle ultime Subaru. Gli elementi distintivi sono i fari dalla forma elaborata e il grande listello cromato che attraversa il muso da parte a parte, con il contorno anche di un’aggiustatina alla parte bassa del fascione paraurti. Non sarà molto ma basta a regalare una precisa identità alla Subaru Trezia e a darle un’aria più importante rispetto alla Verso-S. In coda le gemelle diverse sono invece più simili e a differenziarle è giusto la diversa organizzazione interna delle luci.

PATCHWORK La carrozzeria ha un taglio geometrico e moderno e l’abitacolo si trova sulla stessa lunghezza d’onda. La plancia ha un andamento lineare, con la consolle centrale che ospita la leva del cambio in posizione rialzata. Gli assemblaggi sono curatissimi e le plastiche sono di buona qualità anche se la finitura superficiale dei vari pannelli è diversa e crea un effetto patchwork che non giova alla qualità percepita. La Subaru Trezia sa comunque farsi perdonare con molte soluzioni furbe: portabicchieri e vani vari costellano l’interno e sono amici dell’ordine, facilitando la sistemazione di ogni cosa.

A TUTTO VOLUME Per i piccoli trasporti eccezionali si può contare su un bagagliaio che può raggiungere i 1.388 litri di capacità massima. Con a bordo il tutto esaurito, il volume utile standard è comunque di tutto rispetto. Il valore dichiarato è di 429 litri, sfruttando anche tutto lo spazio sotto il piano di carico, che può essere sistemato su due posizioni oppure completamente rimosso. Con il ripiano sulla posizione più alta, a filo della soglia, al di sopra restano 336 litri.

DOUBLE FACE Così come la Verso-S, la Subaru Trezia è proposta con due motori by Toyota in regola con le norme Euro 5. Il primo è un 1.300 a benzina da 99 cv e 125 Nm, che permette di scattare da 0 a 100 in 13,3 secondi, di toccare i 170 km/h e si percorrere in media 18,2 km con un litro. Il secondo è un 1.400 turbodiesel da 90 cv e 205 Nm che si dimostra più brillante e parco nei consumi. Il crono nello 0-100 scende a 12,1 secondi, la velocità sale a 175 km/h e la percorrenza arriva a 23,3 km/litro. Entrambi i motori sono offerti con un cambio manuale a sei marce ma quello a gasolio si può ordinare anche con un cambio robotizzato a sei marce M-MT dotato di un software specifico Subaru. Resta invece un’esclusiva Toyota l’automatico CVT per il motore a benzina.

IN CRESCENDO La Subaru Trezia è declinata in tre allestimenti. Quello base si chiama Comfort e ha di serie sette airbag (frontali, laterali, a tendina e per le ginocchia del pilota), il controllo elettronico della stabilità, il climatizzatore manuale, e la radio CD con quattro casse. Salendo di livello si trova la Trend,che guadagna un paio di casse in più ed è dotata anche di cerchi in lega, fendinebbia e volante regolabile anche in profondità, oltre che in altezza. Al top c’è infine la Exclusive (ordinabile solo con il motore 1.4 D-4D), che mette sul piatto pure i vetri posteriori oscurati, il kit Bluetooth, il clima automatico, i sensori pioggia e crepuscolare, la chiave elettronica, la telecamera posteriore di assistenza al parcheggio e il tetto panoramico in cristallo.

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MANO AL PORTAFOGLIO Quanto ai prezzi, il listino parte dai 15.980 euro della 1.300 Comfort per arrivare ai 21.480 della 1.4 D-4D Exclusive. Per calcolare il costo delle altre versioni, basta sapere che il passaggio da Comfort a Trend comporta una spesa di 1.200 euro e che il diesel, a parità di allestimento, costa 2.000 euro più del benzina. Due gli optional degni di nota: il cambio robotizzato M-MT per la turbodiesel, che viene 800 euro, e la vernice metallizzata a 450 euro.

COMODA PER CINQUE Salendo a bordo della Subaru Trezia si fatica a credere che la macchina sia realmente lunga quattro metri, anzi 3.995 mm, per la precisione. Il posto di guida si regola senza difficoltà e, con la seduta a 61 cm da terra, offre un accesso facile, a prova di suocera, e una posizione panoramica sul traffico senza però far sentire come sul seggiolone. L’impressione di spaziosità è notevole ma la sorpresa si ha quando ci si sposta sul divano scoprendo che le ginocchia sono ben lontane dallo schienale anteriore e che il tetto gira ancora alto sopra la testa. Pure in senso trasversale i centimetri non mancano e i cinque posti promessi sembrano veri anche per passeggeri adulti.

SLALOMISTA Seduta rialzata e dimensioni contenute facilitano la vita in manovra e, anche se le superfici vetrate non sono particolarmente estese, il taglio del muso e della coda permettono di avere un’idea chiara degli ingombri in manovra. Una bella mano a muoversi agilmente la dà anche il ridotto raggio di sterzo, che permette d’invertire la rotta in men che non si dica. L’agilità è quindi buona, negli spazi stretti come tra le altre macchine.

IN PUNTA DI BATTISTRADA Con il salire della velocità a impressionare è invece la silenziosità. Di norma le piccole monovolume sono rumorosette, a causa della forma della loro carrozzeria. La Subaru Trezia offre un comfort acustico notevole, senza fruscii o rombosità fastidiose, nemmeno quando la velocità di crociera in autostrada è vicina al limite del Codice.

IL GIUSTO COMPROMESSO Nel  misto, sono le sospensioni a strappare un giudizio positivo. La loro taratura indovinata fa dimenticare il fatto che la Subaru Trezia abbia il baricentro alto. Solo se si esagera con l’andatura e si guida sporco, si fatica a tenere la linea impostata. Con una condotta pulita, le traiettorie sono percorse con precisione e si può tenere un passo allegro senza dover sudare le proverbiali sette camicie.

A CIASCUNO IL SUO La Trezia dimostra quindi una grande versatilità, che permette di vederla come indifferentemente come prima o seconda auto all’interno di una coppia o di una famiglia con figli. Il modo in cui verrà usata deve condizionare la scelta del motore. Il 1.300 a benzina si rivela abbastanza brillante, anche se la sua qualità migliore sta nella linearità dell’erogazione, risultando la scelta giusta per chi non fa troppa strada all’anno. Il 1.400 a gasolio, con la sua maggior grinta e con i suoi consumi contenuti, sembra invece fatto su misura per chi macina chilometri, magari anche spesso a pieno carico.


Pubblicato da Paolo Sardi, 03/02/2011
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