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Prova

SsangYong New Kyron


Avatar Redazionale , il 09/10/07

16 anni fa - Un restyling in punta di... gomma

La Suv coreana rinuncia ad alcune stravaganze del passato e con il model year 2008 si fa più sobria ed elegante. La gamma rinnovata è già nelle concessionarie, con una nuova versione di punta spinta dal turbodiesel 2.7 da 165 cv.






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DIETROFRONT Ai designer della SsangYong il coraggio di osare non ha mai fatto difetto. Mai si sono sognati di tirare le loro linee con il braccino corto, con la paura di spingersi troppo in là e di sperimentare qualcosa di nuovo. Gli esempi lampanti non mancano, dalla bizzarra e discussa Rodius alla sinuosa Actyon, la cui sagoma pionieristicamente sportiva sembra quasi aver ispirato gli autori della BMW X6 prossima ventura. Ora però pare sia iniziata una piccola inversione di rotta.

COLPO DI SPUGNA Per il restyling della Kyron gli uomini del centro stile sembrano aver lavorato più con la gomma che non con la matita, andando a cancellare dalla carrozzeria tutte quelle soluzioni barocche che avevano destato un po' di perplessità in fase iniziale. Nel complesso, l'impressione è che alla SsangYong abbiano fiutato di avere per le mani un'auto di grande sostanza e dalle ottime potenzialità, in cui successo poteva essere frenato in parte da un design sopra le righe. E così sono corsi un po' ai ripari, ottenendo un risultato apprezzabile.

FRONTE E RETRO L'operazione di "normalizzazione" tocca tanto il muso quanto la coda. All'anteriore scompare per esempio la curiosa presa d'aria che solcava tutto il frontale da parte a parte. Il paraurti ha ora un disegno più pulito, con fendinebbia più eleganti e un'unica apertura frontale, sotto la mascherina, che a sua volta ha un'aria più seria e importante. In coda spariscono invece le luci a forma di scudo medioevale. Al loro posto arrivano nuovi gruppi ottici a sviluppo orizzontale, forse meno personali ma certo più vicine ai gusti della maggioranza dei potenziali clienti.Nessun ripensamento, invece, sul fronte delle molte nervature che continuano a movimentare i lamierati, partendo dai passaruota anteriori e arrivando a segnare la linea di cintura nella zona posteriore.

CITAZIONI DOTTE Anche l'abitacolo è confermato quasi in toto, compreso il motivo circolare che caratterizza il tunnel centrale richiamando gli "orologi molli" di Salvador Dalì. La consolle centrale continua ad andare di traverso, ma nel senso buono della cosa, visto che il suo taglio obliquo si dimostra molto valido dal punto di vista ergonomico. Le uniche modifiche si segnalano a livello del rivestimento della consolle stessa, ora un po' più chic. Il grado di finitura è nel complesso buono, con alcuni schiumati di pregio intervallati a plastiche un po' croccanti, anche se il colpo d'occhio teme poco la miglior concorrenza.

TRAPIANTO DI CUORE Importanti novità si segnalano anche sotto la carrozzeria, con l'ingresso il listino del turbodiesel HDi270VGT a cinque cilindri che si trova sotto il cofano anche della Rexton. Grazie alla turbina a geometria variabile questo motore eroga 165 cv e dispone di una coppia massima di 340 Nm, stabili lungo nell'intervallo che va dai 1.800 ai 3.250 giri. A fargli da spalla c'è una trasmissione automatica a cinque rapporti di derivazione Mercedes con funzione sequenziale attivabile tramite pulsanti al volante o per mezzo di una levetta sul pomello del cambio. Con questo turbodiesel, la Kyron scatta da 0 a 100 in 12,8 secondi e tocca ai 174 km/h, accontentandosi in media di un litro di gasolio ogni 10,5 km.

OVER THE TOP La SsangYong propone questo motore solo in abbinamento allesospensioni posteriori multilink, alla trazione integrale permanente AWD (con ripartizione base della coppia 60% posteriore e 40% anteriore) e all'allestimento di punta, chiamato Top Class, come a ribadire la sua vocazione più stradale e signorile. Proposta a 34.950 euro, la Kyron HDi270VGT ha una dotazione di serie molto completa. Ne fanno parte per esempio il controllo elettronico della stabilità Esp, il climatizzatore automatico, i cerchi in lega da 18", la radio CD, i vetri posteriori oscurati, il rivestimento in pelle dei sedili e i sensori posteriori di parcheggio.

ARRAMPICATRICI SOCIALI A completare la famiglia Kyron ci sono poi due versioni spinte dal motore due litri HDi200VGT, capaci di disimpegnarsi bene anche non fuoristrada più spinto. In questo caso il posteriore è infatti a ponte rigido, mentre la trazione integrale è di tipo inseribile part-time con tanto di marce ridotte. La potenza massima è in questo caso di 141 cv, mentre il picco di coppia è di 310 Nm. Con il cambio manuale a cinque marce fornito di serie (l'automatico è optional a 2.100 euro), la pratica 0-100 è svolta il 16,2 secondi, la velocità di punta è di 167 km/h e la percorrenza media è di 12,5 km/litro. Due versioni, dicevamo: si chiamano Sport e Luxury. Quest'ultima ricalca la Top Class 2.7 in fatto di accessori e costa 30.500 euro, mentre la prima, che rinuncia ai cerchi da 18" per quelli da 16", alla pelle, agli airbag a tendina e ai sensori di parcheggio costa 27.500 euro.

DI VEDETTA L'aggettivo che calza meglio alla posizione di guida della Kyron è "panoramica", visto che lascia il pilota molto in alto rispetto al pavimento, assicurandogli un'ottima visuale su quanto accade dinnanzi al muso. La forma stondata del frontale complica però un po' l'esatta percezione degli ingombri, mentre nella zona posteriore qualche limite viene dalla superficie vetrata ridotta. In ogni caso basta un po' di allenamento per muoversi senza affanno anche in spazi angusti, complice il diametro di sterzata contenuto.

NUOVA VITA Tra le due motorizzazioni a meritare attenzione è soprattutto la 2.7, mentre la 2.0, già protagonista a suo tempo della prima prova, è naturale che passi un po' in secondo piano, anche se la candidata best-seller resta lei. Il turbodiesel 2.700cc in fondo è a sua volta una vecchia conoscenza ma sotto il cofano della Kyron sembra quasi vivere una seconda giovinezza. Al punto da sembrare quasi tagliato su misura per questa nuova applicazione.

IN PUNTA DI BIELLE Il cinque cilindri si avvia lesto, con una voce sommessa. Proprio la silenziosità è la prima cosa che colpisce, complice anche il lavoro fatto in SsangYong per migliorare l'insonorizzazione. Anche alle prime sgasate non si avvertono vibrazioni o ruvidità. Aiutato dalla turbina a geometria variabile, guadagna giri con una progressione fluida e regolare, facendo della linearità la sua dota migliore.

CUORE D'ORO La potenza massima non è particolarmente elevata in rapporto alla cilindrata e neppure la coppia strappa l'asfalto sotto le ruote. Il motore coreano rimedia però con un tiro senza incertezze ai regimi intermedi, ben supportato da un cambio onesto sia nella funzione automatica sia in quella sequenziale. Quella che si finisce con l'usare più spesso è però la prima, visto che la Kyron non asseconda molto i pruriti sportivi, nemmeno a livello telaistico.

LA MOLLEGGIATA Il classico telaio a longheroni abbinato al posteriore multilink della XDi270 fa un figurone sullo sconnesso e sugli avvallamenti mentre non è a suo agio se si guida in stile "prova speciale". Il baricentro alto e la lunga escursione delle sospensionilasciano spazio a un po' di rollio in curva, che si fa comunque un po' fastidioso solo nei rapidi cambi di direzione. In condizioni normali è invece sufficiente guidare delicatamente e lasciare che la Kyron si corichi sulle ruote esterne per filare via spediti e sicuri.

SHOPPING LIST La condotta pulita è quella che rende di più anche perché lo sterzo non assicura un gran feeling e appare poco diretto, nonostante sulla 2.7 abbia anche un sistema di assistenza progressiva. Chi cerca una Suv sportiva, insomma, bussi ad altre porte. Ma se quel che si desidera è una proposta confortevole, versatile e con un buon rapporto qualità-prezzo la SsangYong ha quel che serve per finire nella shopping list di molti acquirenti.


Pubblicato da Paolo Sardi, 09/10/2007
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