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Prova

Skoda Rapid Spaceback


Avatar Redazionale , il 31/10/13

10 anni fa - E' la prima compatta di segmento C della Casa ceca. Guarda il video

La Skoda Rapid Spaceback è la prima compatta di segmento C della Casa ceca e per farsi largo punta su abitabilità e capacità di carico degne di una station wagon. I prezzi partono da 16.260 euro

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L’IDENTIKIT SBAGLIATO Si chiama Skoda Rapid Spaceback, letteralmente “spazio dietro”, e – stando a quanto dicono i tecnici cechi – stabilisce nuovi primati in fatto di capacità di carico e di abitabilità posteriore, tanto in materia di centimetri per le ginocchia quanto per la testa. Con in mano simili indizi, anche a un qualsiasi profiler dell’FBI verrebbe automatico pensare all’identikit di una station wagon e invece non è affatto così: quella che si ha davanti è la prima compatta di segmento C della Freccia Alata, che entra sul mercato in punta di piedi ma con le idee piuttosto chiare su come farsi spazio tra le rivali.

UNA TIPA (S)QUADRATA La prima cosa che colpisce della Skoda Rapid Spaceback è la grande pulizia delle sue linee. In mezzo a tante concorrenti che cercano di stupire con effetti speciali, la Rapid Spaceback intona una voce fuori dal coro. Fedele agli stilemi del marchio, punta tutto su un taglio geometrico, rigoroso ma non freddo, che forse non farà girare le teste per strada ma che pare anche destinato a invecchiare bene, grazie a una fiancata scolpita, tesa e filante. Se il muso fa un sostanziale copia e incolla dei componenti della Rapid berlina, è più difficile togliere gli occhi dal lato B, seducente soprattutto nella variante che vede il lunotto protendersi verso la targa per dare slancio al tetto panoramico in cristallo. Anche nella versione standard, comunque, la coda ha un suo perché, con i fari a C e molte linee orizzontali, che danno una certa presenza scenica alla macchina.

VIAGGIO NELLO SPAZIO Il portellone ha forme generose e si apre, come anticipato, su un vano da record: la sua capacità va dai 415 ai 1.380 litri, roba da familiare vera, specie se si pensa che la lunghezza totale della Skoda Rapid Spaceback è di 430 cm. Il tutto, tra l’altro, con un piano posizionabile su due livelli, e con altri furbi portaoggetti sparsi qua e là per l’abitacolo. E se lo spazio per i bagagli abbonda, quello per i passeggeri non è da meno: 64 cm a disposizione per le gambe e 98 tra divano e tetto sono dati da primato, che la dicono lunga sulla praticità e la versatilità della Rapid.

PANCIA IN DENTRO Passando alla zona anteriore, si scopre come anche la plancia si sviluppi soprattutto per linee orizzontali, regalando anche qui l’idea di una grande spaziosità, complici i pannelli delle porte che sembrano tenere la pancia in dentro per garantire qualche centimetro in più al pilota e al suo secondo. La costruzione appaga però più la vista che non il tatto: le plastiche fingono bene di essere morbide ma non lo sono. A conti fatti, tuttavia, non ci si può nemmeno lamentare tanto: gli assemblaggi sono curati e precisi, mentre pulsanti e comandi hanno la tipica aria Made in VW e non deludono nemmeno i palati fini.

TRE PIU’ DUE Anche la gamma motori – per l’Italia tutti sovralimentati e a iniezione diretta - ha la stessa provenienza e non si discosta molto dall’offerta già a catalogo per la tre volumi. La Skoda Rapid Spaceback è attesa a novembre con tre motori a benzina e due a gasolio, carburanti che si divideranno abbastanza equamente gli ordini. Quanto ai primi, apre le danze il 1.200 TSI da 86 cv con cambio manuale a cinque marce (11,7 secondi nello 0-100, 180 km/h di velocità massima e un consumo medio di 5,1 l/100 km),  declinato anche in variante da 105 cv (10,2 secondi, 193 km/h e 5,4 l/100 km). Chiude il terzetto il 1.400 TSI da 122 cv (9,4 secondi, 203 km/h e 5,8 l/100 km). Quanto ai diesel, il 1.600 TDI da 90 cv è proposto con due tipi di trasmissione, manuale a cinque marce (11,9 secondi, 182 km/h e 4,4 l/100 km) o robotizzata DSG a sette rapporti (12,1 secondi, sempre 182 km/h e 4,5 l/100 km), mentre la versione da 105 cv, attesa best-seller di famiglia, fa coppia fissa con il solo manuale a cinque marce (10,3 secondi, 190 km/h e 4,4 l/100 km). In un secondo tempo il TDI 1.6 da 90 cv sarà declinato anche come GreenLine, con accorgimenti speciali volti a tagliare ulteriormente i consumi.

FACCIAMO I CONTI Quanto agli allestimenti, quelli ufficialmente a catalogo sono tre. Quello base si chiama Active e già dispone di serie, tra le altre cose, di stereo, climatizzatore e controllo elettronico della stabilità ESC. Sugli esemplari Ambition sono inoltre presenti i fendinebbia, il bracciolo tra i sedili anteriori, il computer di bordo, il volante multifunzione, gli alzacristalli elettrici anche posteriori e i cerchi in lega da 15”. L’ equipaggiamento più ricco si ha però con le Spaceback Elegance, che portano in dote anche cerchi da 16”, uno stereo più evoluto, i sensori di parcheggio posteriori, il kit Bluetooth e il cruise control. Per chiudere, i prezzi: per avere una Skoda Rapid Spaceback 1.2 TSI 86 cv bisogna staccare un assegno da almeno 16.260 euro, mentre il primo prezzo a gasolio è di 18.410 euro. La versione più venduta sarà però con ogni probabilità la 1.6 TDI 105 cv Elegance, che costa 21.370 euro.

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TUTTI COMODI Se dovessi trovare a bruciapelo un aggettivo per descrivere la linea della Skoda Rapid Spaceback, la definirei rassicurante: ha l’aspetto di chi è convinto delle sue doti e non ha bisogno di urlare come un imbonitore da fiera di paese per convincere la gente della bontà dei suoi argomenti. E la stessa sensazione trovo che la dia anche l’abitacolo, confezionato senza tanti fronzoli e badando al sodo, con forme sobrie e materiali solidi: niente di sfarzoso, sia chiaro, ma nemmeno di troppo economico. Il posto di guida accoglie bene i piloti di tutte le taglie e, anche se lo schienale si regola solo a scatti e la regolazione in altezza della seduta si ha solo sugli esemplari Elegance, chiunque può trovare un sistemazione gradevole e corretta, lasciando ancora alle proprie spalle un bel po’ di spazio per chi viaggia in seconda fila. Le promesse fatte dagli ingegneri si possono dire mantenute: tra le ginocchia e i sedili anteriori ci sono diverse dita di luce e il padiglione girerebbe alto anche sopra teste coronate e capigliature cotonate, non solo sulla mia ampia stempiatura.

BELVEDERE Questa sensazione di consistenza trova conferme anche una volta che ci si mette in movimento, operazione piuttosto agevole anche negli spazi stretti, grazie alla discreta visibilità in tutte le direzioni e al diametro di sterzata contenuto. Tutti i comandi hanno un funzionamento pastoso e contribuiscono a far apparire la Skoda Rapid Spaceback una compatta di buon livello, compreso lo sterzo con assistenza elettrica, che non è sportivo ma si fa apprezzare presto per la sua progressività.

UN TAGLIO AZZECCATO Provata – come già a suo tempo la berlina – solo con i cerchi più grandi disponibili, quelli da 16”, la Rapid Spaceback si rivela piacevole e sicura in ogni frangente. Il suo assetto rappresenta un ottimo compromesso e filtra bene le asperità senza però lasciare spazio al rollio nel misto, neppure quando lo si affronta a passo di fanfara. La sforbiciata data alla coda (-18 cm) rende questa Skoda più svelta e reattiva della sorella a tre volumi, oltre che sempre facile e prevedibile anche per chi è inesperto.

FACTOTUM Della berlina rimane invece la flessibilità, ovvero la capacità di ricoprire più ruoli con uguale disinvoltura, a seconda del tipo di motore scelto. Con i turbodiesel 1.600, per esempio, la Skoda Rapid Spaceback si presta bene a fare da compagna di viaggio infaticabile e poco affaticante, grazie anche al comfort offerto dai sedili e alla buona silenziosità, turbata solo da qualche lieve fruscio aerodinamico. E quando si viaggia su strade statali, con una coppia massima stabile dai 1.500 ai 2.500 giri si può limitare l’uso del cambio, contando sempre su una buona elasticità.

UNA SCELTA FURBA Chi non è un maratoneta della corsia di sorpasso farebbe però bene a valutare anche il 1.200 TSI a benzina da 86 cv. Sulla carta non ha una potenza da capogiro ma anche qui il turbo fa miracoli: con 160 Nm a disposizione tra i 1.500 e i 3.500 giri, questo motore è sorprendentemente brillante in ogni frangente e non fa rimpiangere un millesei aspirato, grazie anche al buon affiatamento con il cambio. Il tutto, però, con costi di gestione molto più bassi. E se casomai si cercasse una maggior vivacità, in catalogo c’è sempre anche la versione da 105 cv, che sale di giri con più rapidità e allunga in modo più deciso.


Pubblicato da Paolo Sardi, 31/10/2013
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