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Seat Leon Cupra: prova, dotazioni, prezzi


Avatar Redazionale , il 16/02/17

7 anni fa - La Seat Leon Cupra arriva a quota 300 cv: la Seat più potente della storia

La Seat Leon Cupra arriva a quota 300 cv: la Seat più potente della storia

TRUCCO, PARRUCCO E PALESTRA Prima la Seat Leon è andata dall’estetista e si è rifatta il trucco. Tutto qui? Assolutamente no: la compatta spagnola è passata anche in palestra e ne uscita con un bel “Cupra” tatuato sulla pelle. Una parola che, come ben sapranno gli appassionati, indica una sola cosa: potenza! Una potenza da record per la Casa spagnola: la nuova Seat Leon Cupra infatti può contare su 300 cv. Mai una Seat aveva osato così tanto.

COL PEDIGREE Per diventare la Seat più potente della storia la nuova Leon Cupra si è rivolta al 2.0 TSI 4 cilindri (quello della Volkswagen Golf R pre restyling) che butta a terra anche 380 Nm di coppia. Tutti scaricati sull’asse anteriore. Dite che, vista la trazione, qualcosa potrebbe andar sprecato? Assolutamente no perché c’è un differenziale elettronico che simula il lavoro di uno meccanico: così nemmeno un Nm rischia di andar sprecato.

RITORNO ALLE ORIGINI La nuova Seat Leon Cupra non scorda il proprio passato e aggiunge anche la trazione integrale. Proprio come la prima generazione (nata nel 2000) anche la nuova incarnazione sportiva della compatta spagnola sarà disponibile in versione integrale, abbinata unicamente al cambio doppia frizione DSG. E alla carrozzeria station. Per le famiglie che vanno di fretta, ma non quelle italiane. A meno di ripensamenti infatti la Seat Leon Cupra nel Belpaese sarà disponibile unicamente con la trazione anteriore.

LOOK AGGRESSIVO Ma cosa è un'auto potente e veloce senza l’abito giusto? Sarebbe come vedere Usain Bolt correre col tutone in felpa di Topolino. Ecco allora che la nuova Seat Leon Cupra si aggiorna anche nel look. Dalla versione normale prende i proiettori full led e altri aggiornamenti estetici, cui aggiunge la giusta dose di pimiento. Tipo che ci sono prese d’aria belle grosse, doppio scarico cromato, pinze freno di un bel rosso acceso, spoiler posteriore e cerchi in alluminio da 19”.

ATMOSFERA GIUSTA Aprendo la portiera (con pannello intero in Alcantara con inserti in carbonio) della nuova Seat Leon Cupra veniamo accolti da sedili sportivi con fianchetti morbidi: anche chi non ha un fisico asciutto (si, come il sottoscritto) ci si può accomodare comodamente senza che l’abbraccio risulti soffocante. Sedili rivestiti in pelle e Alcantara con logo Cupra a rilievo. Metti che uno si dimentichi su che auto sia appena salito. Al centro della plancia c’è il monitor touch da 8” del sistema di infotainment Seat Drive Profile che (come optional) offre la connettività WiFi. Perché va bene andar veloci, ma ci vuole anche la tecnologia al servizio di guidatore e passeggeri.

L’ASSETTO GIUSTO La mia prova prevedrà un po’ di chilometri su strade aperte al traffico e qualche giro in pista. Mi sto già fregando le mani. Anche perché grazie alle sospensioni elettroniche DCC (Dynamic Chassis Control) e il Cupra Drive Profile. Si tratta del sistema che permette di scegliere tra 5 modalità di guida (Comfort, Eco, Sport, Individual e Cupra).

IMBARAZZO DELLA SCELTA La lista degli optional disponibili sulla nuova Leon Cupra è ricco e comprende sistemi di assistenza alla guida come Cruise Control Adattivo e Traffic Jam Assist, il sistema per la ricarica wireless dello smartphone, sistema keyless, retrocamera di parcheggio e tetto panoramico in cristallo. La nuova Leon Cupra è in arrivo nelle concessionarie italiane in questi giorni in 3 versioni di carrozzeria: SC, 5 porte e station wagon, con prezzo d’attacco fissato a 36.600 euro, comprensivo di tanti accessori di serie come cambio DSG, sistema di infotainment con monitor touch da 8", fari full led e molto altro.

ATLETA COMFORTEVOLE Inizio la mia prova con la Seat Leon Cupra in modalità comfort. Perché quando inizi a uscire con una ragazza non si arriva subito al dunque, bisogna capire come si comporta e com’è l’intesa a pelle. Quella con la compatta spagnola è piacevole. Paciosa mi porta tra curve e rettilinei con un assetto che non riporta in abitacolo le imperfezioni del terreno. Il carico dello sterzo è ok, non troppo duro ma nemmeno leggero come l’aria. Il sound del motore quasi non si sente, a meno che non pesti giù di brutto il pedale dell’acceleratore: a quel punto il 2.0 TSI si risveglia, si schiarisce la voce e risponde prontamente alle mie sollecitazioni. Ma il sound non mi coinvolge più di tanto.

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GUIDARE IN POLTRONA Smetto di spingere sull’acceleratore e torno a godermi la strada. Il sedile sportivo a prima vista può forse sembrare leggermente anonimo, ma ha un dolce abbraccio pronto a trattenermi in curva, senza soffocarmi. Mi diverto a spippolare con i gingilli elettronici a mia disposizione: approfitto del tratto di autostrada per attivare il cruise control adattivo (offerto come optional) e scelgo la colonna sonora tramite il monitor touch da 8”. C’è tanta roba sulla Seat Leon Cupra e in questo momento mi sembra quasi di viaggiare su una versione più tranquilla. Il 4 cilindri non borbotta, l’assetto è morbido… mi stufo e vado a cercare qualche curva.

FARE SPORT Tastino magico (non troppo visibile a dir la verità) per selezionare le modalità di marcia: mi fermo su Sport. Il 2.0 TSI alza leggermente il tono e gli scarichi si schiariscono la voce. Premo l’acceleratore e la Leon Cupra va via che è un piacere. Il carico sullo sterzo aumenta leggermente, l’assetto ora è un po’ più secco e la risposta di cambio e motore è più pronta. Poi una punta di sana emozione tamarra: passo da 3a a 4a e da dietro sento una pernacchia provenire dagli scarichi. Prepem! No, da questo momento in poi la sensazione di trovarmi a bordo di una Leon normale non mi lambirà nemmeno l’anticamera del cervello.

QUEL LEGGERO LANGUORINO La Leon Cupra si beve via le curve con disinvoltura e si percepisce il lavoro del differenziale elettronico, pronto a non farmi perdere nemmeno uno deni 380 Nm di coppia che mi porto appresso. Prepem! Ancora una bella pernacchia dagli scarichi. Ok, è arrivato il momento: vado in pista.

OH CHE ROBA! Fermo lungo la corsia dei box, pronto per il mio turno in pista, seleziono la modalità Cupra. Prepeeeem! La pernacchia degli scarichi è ancora più secca e decisa. Mia moglie commenterebbe con un banale “Che tamarrata”. Eppure è proprio quello che ci vuole: un’auto così, con 300 cv, non può non avere un sound del genere. Sarebbe come riuscire ad avere un appuntamento con Emily Ratajkowski, salutarla e scoprire che la sua voce assomiglia a quella di Steve Urkel. Il ragazzo davanti a me mi fa segno che posso partire. E io eseguo.

FASE CRUCIALE Ecco, il mio appuntamento con la Seat Leon Cupra si è fatto finalmente bollente e lei scopre le carte in tavola. Che intenzioni ha? È tutto un bluff? Spingo giù tutto e lo scopro. No, non è un bluff. Il 2.0 canta la sua canzone preferita e lo fa con un bel vocione, i 300 cv sono spremuti fino al midollo e la coppia è tutta lì: a 1.800 giri i 380 Nm sono in fila come gli Umpa Lumpa, pronti a esaudire ogni mio desiderio. Il differenziale lavora instancabile e quando entro in curva sento solo una leggera tendenza al sottosterzo. Poi il posteriore allarga un pochino e mi segue fedele.

PASSIONE LATINA L’assetto è ancora più rigido, anche se non come mi sarei potuto aspettare. È bello duro e non c’è beccheggio, ma non è mai secco. Le marce del DSG si rincorrono ma le cambiate rimangono ancora impercettibili. Non c’è quella piccola botta quando passo di marcia. Forse un po’ mi dispiace perché aumenterebbe il coinvolgimento emotivo. Così come lo farebbe l’avere a disposizione palette al volante più grandi. Sono solidali con lo sterzo e quindi ce le ho sempre a portata di mano, ma un qualcosa di meno anonimo…

ARRIVARE AL DUNQUE Arrivo lungo una curva, pesto già tutti i miei 90 kg sul pedale del freno. Il posteriore si scompone un po’ per l’alleggerimento e poi è tutto a posto. La Seat Leon Cupra ti sa perdonare i piccoli errori e non è imprevedibile. Sai sempre come si comporterà e non tradisce. Non è la compatta sportiva affilatissima coma una katana, ma non è nemmeno una gran turismo travestita da auto di segmento C. È il giusto compromesso tra i due mondi. 


Pubblicato da Massimo Grassi, 16/02/2017
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