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Prova

Saleen S7


Avatar di Mario Cornicchia , il 06/01/05

19 anni fa - Dagli Usa per battere la Enzo.

Undici secondi e due decimi per ritrovarsi nelle medesima condizione: fermi, ma dopo aver superato i 160 orari. Se volete una vera supercar e la Ferrari Enzo vi pare scontata e un po' lenta, dagli States arriva l'alternativa.

COM'E' A prima vista sembra pronta per varcare i cancelli del circuito di LeMans, con il suo stile da prototipo. Invece, prototipo non è ma un'auto di piccola serie regolarmente in vendita anche in Italia, oltre che regolarmente utilizzata nella sua declinazione R per conquistare con buona frequenza un posto sul podio nelle gare del mondiale FIA GT, davanti a Ferrari e a Porsche. È l'ultima creatura di Steve Saleen che, dopo aver messo mano e portato in pista Ford Mustang per vent'anni, ha deciso di produrre una vera Saleen, partendo da zero.

ESSESETTETE

La creatura si chiama S7, ed è una vera supercar accreditata da Saleen di prestazioni superiori a quelle della Ferrari Enzo: 2,9 secondi nello 0-60 miglia orarie (che più o meno corrisponde al canonico 0-100km/h) contro 3,3 secondi; 11,2 contro 11,7 nello 0-100-0 mph; 10,8 secondi con 131 mph nel quarto di miglio contro 11,1 e 133 mph per la Ferrari Enzo. A vedere i dati dichiarati da Saleen, il drake si rigira nella tomba.

STEVE

E chi osa sfidare Enzo Ferrari e l'omonima creatura di Maranello? Steve Saleen, laurea in economia, physique du rôle da americano in gita e grande passione per le auto sportive, nata con la prima Porsche del padre e le prime gare con il Porsche Owners Club. Oggi la Saleen Inc. compie vent'anni e non è certo l'officinetta di elaborazioni sotto casa, ma una vera azienda che dallo scorso anno è anche uno dei principali fornitori di Ford per la produzione della GT, con un'area di 18.500 metri quadrati attrezzata per la costruzione di auto speciali. Come la GT e la S7.

SUPERCAR DOC

Il giocattolo di Steve è un gran bel giocattolo, in stile racing al 100%. I punti di riferimento del capitolato della perfetta supercar ci sono tutti: la S7 è alta un metro e un barattolo (anzi, meno: 104 centimetri per l'esattezza) ha il frontale corto corto, le carreggiate larghe larghe e la coda grande grande. Completano il kit della perfetta supercar un disegno tagliato dall'aria della galleria del vento, con parafanghi anteriori sporgenti, voraci bocche di ventilazione sulle fiancate e una serie di tagli e fori sparsi un po' ovunque. Gialla, come quella che ho provato, fa la sua porca figura e non si presta a uscite discrete.

VA ALL'ASTA

Se alla S7 non manca nulla dei tratti canonici della supercar, anche quando la pelle gialla la ricopre, ha le carte in regola per varcare i cancelli di qualsiasi circuito. La grande coda non è messa lì per bellezza, ma per contenere un V8 di derivazione Ford con teste realizzate da Saleen, un sette litri (S per Saleen, 7 per la cubatura del motore) ispirato ai grandi V8 Ford in alluminio come i suoi otto pistoni. Nulla di sofisticato nell'architettura, con due valvole per cilindro e distribuzione ad aste e bilancieri, ma capace di 575 cavalli e 772Nm di coppia massima a 4500 giri.

IN GABBIA

Più tecnologico l'involucro che contiene cotanta potenza, con un telaio in traliccio di tubi in acciaio speciale e la pelle interamente in fibra di carbonio. Per accedervi, le portiere si aprono a coltello, ruotando verso l'esterno per aumentare lo spazio a disposizione. L'abitacolo è in stile racing-lussuoso con particolari hi-tech, come le finiture in metallo e il volantino sportivo, e dettagli lussuosi, come la pelle che ricopre sedili e portiere.

TOURING

Malgrado le sua carta d'identità tecnica non lasci pensare ad ambizioni turistiche, Steve Saleen ha pensato anche a chi decide di mettersi in viaggio per il fine settimana con la sua S7, predisponendo due vani per i bagagli, uno anteriore e uno posteriore, pronti ad accogliere il kit di borse realizzato su misura o, più semplicemente una giaccia pesante o una piccola borsa, poiché l'abitacolo offre spazio giusto per i due ospiti. Forse la Saleen S7 è l'unica, o una delle rarissime, auto americane senza portalattine: peccato, per fare un milk shake basterebbero un paio di curve...

ALLA MACCHIA

Dopo averla vista in pista e al cinema, ora si può anche acquistare, con un assegno da 555.000 euro alla mano. L'importatore unico per l'Italia e per l'Europa è a Macchia d'Isernia, la DR Automobiles Group (Tel. 086547881), azienda impegnata da vent'anni nella distribuzione di auto, con 190 dipendenti e una divisione sportiva, la DR Sportéquipe, che ha conquistato il titolo italiano 2001-2002 nel Ferrari Challenge. In arrivo ci sono anche le Mustang elaborate da Saleen e una città dei motori, un enorme concessionario multimarche.

COME VA

Se proprio non riuscite a limitare la vostra passione per la buona tavola, salire, anzi, scendere, nella Saleen S7 può non essere una delle manovre più facili. Malgrado la rotazione in avanti della portiere, lo spazio per salire è limitato e richiede qualche contorsione da pilota, che un po' di zavorra di troppo rende più difficile. In fondo, la Saleen non si prende per fare la spesa...

PILOTACENTRICA

Al centro del mondo S7 sta il pilota, letteralmente. La disposizione dei sedili è asimmetrica, con il posto di comando spostato un po' al centro, per migliorare la distribuzione dei pesi e la visibilità. Il pilota è il re assoluto e il posto di guida è su misura, senza regolazioni, tarato una volta per tutte alla consegna insieme alla pedaliera. Una valida scusa per negarla in prestito e, per chi ha la stessa taglia, si può sempre chiedere in deposito una cauzione da 550.000 euro...

IN TRINCEA

La dura legge dell'aerodinamica non favorisce certo la visibilità: fiancate alte, posto di guida correttamente rasoterra e l'immensa coda non sono certo d'aiuto nelle manovre. In retromarcia l'aiutino arriva da una microtelecamera che offre una visione di coda sullo schermo posto sulla consolle centrale. In marcia, agli ingombri anteriori non è difficile abituarsi, ampiamente ripagati dalla piacevole sensazione di abitare una vera auto da competizione.

BUON ANIMO

Ma se vi aspettate di trovare un drago dall'alito infiammabile dietro le spalle, separato soltanto da un vetrino corazzato, l'aspettativa andrà delusa. Il drago c'è, almeno nella potenza di fuoco, ma è di animo gentile ed educato. La voce è possente, come si addice a un drago V8 da sette litri, ma urbana nel volume. La frizione è ben lontana dal comando pesante che ci si aspetterebbe e si modula facilmente. Il motore, dal canto suo, spinge come un toro nell'arena fin dal momento in cui si inizia a sollevare il piede dal pedale della frizione, regolare nella erogazione fino ai 6500, regime a cui si sviluppa la potenza massima e oltre il quale non conviene andare.

TURISTA PER CASO

Niente rabbia, semmai tanta disponibilità a collaborare perché la guida sia più efficace possibile. Meglio guardare il tachimetro piuttosto che il contagiri, per rendersi conto che, anche se si tirano le marce come per uscire dal posteggio del supermercato, con l'albero motore che gira a un regime quasi turistico, le velocità raggiunta è da gara. Provo la Saleen sul circuito di Anagni, in provincia di Frosinone, corto e tortuoso quanto basta per non pensare nemmeno di avvicinarmi ai 360km/h dichiarati come velocità massima o ai 400 km/h virtuali mai raggiunti nemmeno dallo stesso Steve Saleen.

VIA COL TANGO

Il circuito di Anagni non sarà il massimo per mettere alla prova le doti velocistiche della Saleen S7, ma si presta a saggiarne le doti di agilità e di direzionalità. E la scheda tecnica, a riguardo, promette molto: grande cuore generoso, peso da indossatrice (1250 chilogrammi), fisico da chiattona (larga il doppio di quanto è alta, 199x104cm) e pesi ben distribuiti (40% sull'asse anteriore). Anche sul tracciato tortuoso di Anagni le promesse vengono mantenute: la Saleen è leggera e facile da far girare sulle sue grandi calzature Pirelli P Zero Rosso 275/30ZR19 all'anteriore e 345/25ZR20 al posteriore, con lo sterzo (servoassistito elettricamente) molto diretto e leggero quanto basta e il motore sempre pronto a fornire la spinta necessaria per uscire da qualsiasi curva, a patto di non esagerare nel chiedere potenza.

PUROSANGUE

Attenzione a non farsi prendere la mano: la Saleen S7 è un'auto da corsa. Innanzitutto preparatevi con calzature adeguate, evitando magari Church's e simili per non trovarsi in difficoltà smanettando tra le sei marce a disposizione nelle manovre di punta-tacco con la pedaliera racing, stretta e in metallo. E poi attenzione a tenere ben sveglie tutte le terminazioni nervose ormai intorpidite dai sistemi elettronici di cui anche molte supersportive moderne sono dotate. La Saleen è una sportiva pura, senza aiutini elettronici, anche con un caratterino suscettibile e poco amico dei piloti della domenica. Per stare in strada può contare soltanto sulle sue grandi doti di equilibrio e sull'abilità del pilota.

GIU' L'ANCORA

Per raggiungere il risultato di 11 secondi e due decimi nello 0-160-0 km/h, bisogna avere piedi sensibili come le mani di un chirurgo vascolare, per riuscire a spiattellare a terra tutta la potenza il più rapidamente possibile senza perdere nemmeno un cavallo e per riuscire a fermare la mandria in un batter d'occhio. La seconda fase è la più difficile: dosare la forza con cui le pinze Brembo a sei pistoncini strizzano i dischi che, grandi quanto i cerchi di una utilitaria (15 pollici gli anteriori, 14 i posteriori), sembrano strappati a un Boeing 747. Bisogna riabituarsi a guidare sul serio, ma ne vale la pena.
Pubblicato da M.A. Corniche, 06/01/2005
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