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Prova su strada

Renault Mégane 2016


Avatar Redazionale , il 11/01/16

8 anni fa - Look personale e tecnologia all'avanguardia. La Renault Mégane 2016 è pronta a scalare le classifiche

Look personale e tecnologia all'avanguardia. La Renault Mégane 2016 è pronta a scalare le classifiche

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DUE MATITE… COSI’ Non si può davvero dire che agli uomini del Centro Stile Renault manchino gli attributi. Chiamati a disegnare la nuova Renault Mégane 2016, destinata competere nel segmento più combattuto d’Europa e a piacere quindi a un pubblico ampio e trasversale, Laurens van den Acker e soci non hanno puntato su linee banali, Al contrario, hanno deciso di mantenere molti tratti personali già scelti per la Talisman, per affermare una nuova identità del marchio.

UNA FIRMA INCONFONDIBILE Il primo segno particolare della Renault Mégane 2016 è rappresentato dall’insieme di mascherina e fari. La prima è particolarmente grande e mostra con orgoglio la tipica losanga come se fosse la Legione d’Onore appuntata sul petto. I secondi sfoggiano invece un taglio moderno e originale, grazie soprattutto a una virgola cromata con una fila di Led, che crea una firma luminosa inconfondibile. Stesso discorso anche in coda, dove sempre i Led sono di nuovo protagonisti con un motivo a effetto tridimensionale, che si sviluppa soprattutto per linee orizzontali.

DIAMO I NUMERI Se la Renault Mégane 2016 sembra molto ben piantata sulla strada non è però solo merito di questa trovata. Rispetto al modello che esce di scena, le proporzioni sono completamente diverse. La nuova Mégane è più lunga (+64 mm, per un totale di 4.359), più bassa (1.447 mm, con un bel -25 mm) e più spallata (le carreggiate anteriore e posteriore si allargano rispettivamente di 47 e 39 mm). Nel mezzo, la piattaforma modulare CMF permette al passo di allungarsi di 28 mm, per arrivare a 2.669. Numeri a parte, il resto lo fanno i parafanghi ben torniti, i sottoporta che tengono la pancia in dentro e gli sbalzi ridotti. Forme atletiche, dunque, che ben si prestano anche a fare da base per varianti sportive, le Mégane GT e GT-Line. Entrambe sono  facilmente riconoscibili per la presa d’aria frontale maggiorata e per gli elementi cromati agli angoli del paraurti, richiamati in coda dall’estrattore con i due terminali di scarico a filo.

UNA ROSA CON POCHE SPINE Anche l’abitacolo ha un’aria importante, specie sugli esemplari più ricchi, con il touch screen da 8,7 pollici del sistema d’Infotainment R-Link 2 in mezzo a una plancia. Quest’ultima si sviluppa a T, con forme pulite e senza tanti grilli per la testa. Lo sforzo fatto dalla Renault sul fronte delle finiture si tocca con mano: gli arredi sono confezionati con cura, usano molte parti schiumate morbide e si danno un tono con una spruzzata di cromo qua e là. Anche i sedili sono degni di un’auto di categoria superiore (non a caso sono parenti strettissimi di quelli montati su Espace e Talisman): grandi e ben profilati, negli allestimenti top sfoggiano rivestimenti da salotto aristocratico, con la prestigiosa firma di Alcantara. Poche le note stonate in un quadro molto positivo: come sulla Talisman, la cornice dell’R-Link ha un aspetto un po’ cheap e lo stesso vale per alcune plastiche, comunque ben assemblate.

HIGH TECH La Renault Mégane 2016 ha un look moderno e tecnologico, che trova poi una conferma concreta nella dotazione di gadget elettronici, disponibili di serie o a richiesta. La strumentazione conta per esempio su un display TFT e può essere integrata dall’head-up display a colori. Quanto ai sistemi di sicurezza, la compatta francese vanta il cruise control adattivo, la frenata autonoma d’emergenza, il monitoraggio della distanza di sicurezza e degli angoli ciechi, l’avviso di uscita involontaria dalla corsia di marcia e il parcheggio assistito. Una menzione va anche al sedile di guida con funzione di massaggio, che può essere controllato con il sistema Multi Sense. Quest’ultimo, per chi non lo avesse ancora sentito nominare sulle altre recenti novità della gamma Renault, è un dispositivo che consente di regolare, attraverso un solo comando, molti dei sistemi elettronici di bordo: si va dalla risposta dello sterzo, del motore e dell’acceleratore, a quella dell’eventuale cambio robotizzato EDC, passando per il colore delle luci ambiente dell’abitacolo. Il tutto in base a cinque modalità: Sport, Neutral, Comfort, Perso ed Eco.

DRITTO E ROVESCIO  Quest’ultima è sostituita dalla funzione Race sulla Mégane GT, che merita una parentesi però per ben altri motivi. Il suo fiore all’occhiello è il telaio 4Control, con quattro ruote sterzanti. La logica prevede che le ruote posteriori sterzino in senso opposto a quelle anteriori quando si affrontano le curve a bassa velocità (fino a 2,7°), muovendosi invece nella stessa direzione quando l’andatura sale (al massimo di 1°). Il risultato promesso è una scorrevolezza da primato, unita a una notevole stabilità. Per ritagliarsi un posto al sole tra le hot hatch, la Renault Mégane GT 2016 può contare però anche su altre armi, come il motore 1.6 turbo da ben 205 cv, abbinato a un cambio robotizzato EDC a sette marce, selezionabili anche tramite levette al volante La ciliegina sulla torta? Nientemeno che il Launch Control,  per partenze al fulmicotone gestite al meglio dai microchip. In alternativa c’è anche un 1.600 dCi biturbodiesel da 165 cv, sempre con cambio EDC.

PER TUTTI I GUSTI Tornando alle Renault Mégane vulgaris, la gamma ha come scontato best-seller il 1.500 turbodiesel dCi 110 cv con cambio manuale a sei marce, proposto anche con cambio EDC. A completare l’offerta per i seguaci di Rudolf Diesel ci sono poi la variante da 90 cv e il 1.600 dCi da 130 cv. Sul fronte a benzina ci sono invece il piccolo tre cilindri 1.0 TCe da 100 cv e il 1.200 TCe da 130 cv. In materia di allestimenti, la Renault Mégane ha un listino molto articolato, con quattro versioni “normali” (dalla base alla top si chiamano Life, Zen, Intens e Bose) e due dal taglio più sportivo (GT-Line, per chi cerca soprattutto un look grintoso, e GT, per chi invece vuole togliersi i pruriti al piede destro), che s’incrociano però solo con alcuni motori. In attesa che la macchina sia ordinabile, e lo sarà da gennaio, equipaggiamenti e prezzi sono spiegati in dettaglio nelle foto in fondo alla gallery. Qui vale comunque la pena di ricordare come la versione cuore di gamma, la Mégane 1.5 dCi 110 cv Intens costi 24.250 euro con cambio manuale e 25.850 con quello EDC. E ora è il momento di mettersi alla guida.

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SU E GIU’ La nuova Renault Mégane 2016 offre una posizione di guida che accontenta un po’ tutti. Chi ama una postura sportiva trova pane per i suoi denti, con il sedilecomodo e contenitivo al tempo stesso - che scende bene verso il pavimento, mentre chi preferisce una posizione più panoramica non ha che da mettere mano alla leva del cricchetto per sistemarsi di vedetta, senza che il padiglione incomba sulla testa. Difetti? Ben pochi: per esempio il piantone dello sterzo è un po’ in carne e viene talvolta sfiorato dalle ginocchia. Solo i più pignoli (me lo dico da solo...) possono poi notare come la pedaliera porti a stare con il sedile un po’ arretrato, vanificando in parte gli sforzi degli ingegneri, che, sulla carta, parlano di un aumento dello spazio disponibile per le gambe di chi siede dietro. Gli occupanti del divano (specie quelli esterni) hanno comunque di che sorridere dato che accessibilità e abitabilità sono comunque buone anche nella parte posteriore. Quanto al bagagliaio, la sua capacità va da 434 a 1.247 litri, con una forma regolare e una soglia che è però un pelo alta da terra.

BEN PIANTATA Una volta su strada la Renault Mégane 2016 impiega poco a mettere in mostra un invidiabile equilibrio e a far intuire una gran versatilità d’impiego, che emerge poi appieno con il passare dei chilometri. Ok, negli spazi stretti la visibilità non è eccezionale ma la Mégane riesce a rimediare bene, con un diametro di sterzata non eccessivo, dimensioni ancora ragionevoli e magari anche un bell’aiutino da sensori e telecamera. Non appena si esce dai parcheggi, la compatta della Régie sale in cattedra. L’aumento delle carreggiate e del passo fa fare al comportamento su strada un bel salto di qualità. L’impronta a terra importante e gli sbalzi contenuti hanno permesso ai tecnici di puntare su un ottimo assetto, che mette d’accordo chi vuole superare le buche senza sussulti e chi ama invece pennellare le traiettorie.

SUI BINARI Lo sconnesso si fa sentire un po’ solo sulla versione GT, che ha sospensioni più sostenute e cerchi da 18”. Il suo telaio 4Control ripaga però alla grande il piccolo sacrificio, rendendo la macchina svelta come un gatto nel misto. Nelle svolte più lente si sente il posteriore scorrere in traiettoria lungo la linea ideale, mentre sul veloce è il rigore direzionale a impressionare: l’idea che si ha è di viaggiare sempre su due binari. Anche mettendo alla frusta i 205 cv del motore TCe la macchina non fa un plissé.

CUORE GENEROSO E il motore di birra ne ha davvero tanta, alla faccia della cilindrata di soli 1,6 litri: miracoli della sovralimentazione. La sua coppia massima è 280 Nm a 2.400 giri ma lungo tutta la curva di erogazione spinge alla grande, senza scendere praticamente mai sotto quota 200 Nm. Ciò significa che si può sempre contare su vivacità a ogni numero di giri. Anche i rilanci sono brillanti, con il cambio robotizzato che non si fa pregare troppo a scalare le marce. A proposito dell’EDC, sulla GT sono presenti le levette per l’inserimento manuale delle marce, che sono però fisse sul piantone dello sterzo, una scelta che fa storcere un po’ il naso.

SOPRA LA MEDIA Se la GT lascia talvolta a bocca aperta con la sua precisione, la Mégane comune se la cava a sua volta alla grande. Guidata ad andature da ritiro immediato della patente nei curvoni dei saliscendi deserti dell’autostrada portoghese a nord di Lisbona, dà sempre un’idea di buona consistenza e di autorevolezza nel seguire la linea impostata. Il rollio è contenuto e il piacere di guida è sopra la media della categoria, così come il comfort, grazie pure a una valida insonorizzazione.

L’OUTSIDER In Renault non hanno dubbi: il motore più venduto sarà sicuramente il turbodiesel dCi 110 cv e non c’è motivo per sbilanciarsi in un pronostico diverso. Molte volte ho avuto a che fare con questo motore e mi ha sempre lasciato un buon ricordo: mostra i muscoli sin dai bassi, ha una bella progressione e consumi sempre contenuti. In questa occasione ho avuto però modo di provare anche il più recente 1.600 dCi da 130 cv, che costa 1.250 euro in più a parità di allestimento ma mette sul piatto più coppia (320 Nm contro 260, sempre a 1.750 giri) e una maggior vivacità in allungo (il tempo nello 0-100 scende da 11,3 a 10 secondi netti). Ce n’è abbastanza per chiudere un occhio sul leggero aumento dei consumi dichiarati (4 l/100 contro 3,7) e prenderlo in serie considerazione, specie se si pensa di usare spesso la macchina a pieno carico o su strade con forti pendenze.


Pubblicato da Paolo Sardi, 11/01/2016
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