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Prova

Peugeot 407 Coupé


Avatar Redazionale , il 21/10/05

18 anni fa - Gran Turismo, come una volta

La Casa del Leone strizza l'occhio alle Gran Turismo del passato con una sportiva tutt'altro che estrema e buona un po' per tutte le stagioni. In Italia la vedremo all'inizio del 2006 con tre motori e due livelli di allestimento a partire da 29.800 euro.

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STRETCHING E dire che in francese coupé vuol dire tagliato. In barba alla lingua transalpina alla Peugeot hanno deciso di lasciare le forbici nel cassetto e al momento di plasmare la versione sportiva della 407 hanno preferito dare alla berlina una bella stiracchiata. Il risultato è che la Coupé si fa più lunga, più larga e più bassa della sua progenitrice a quattro porte.

LE MISURE CONTANO

La differenza maggiore si ha in lunghezza, grazie all'aumento degli sbalzi anteriore e posteriore di 55 e di 85 mm, che fanno salire il totale a 4.815 mm. Importante è anche la variazione in altezza, con il padiglione che si abbassa di 44 mm e ora si trova a 1.399 mm da terra, mentre nella zona dei fianchi la notizia di rilievo è l'aumento delle carreggiate, di circa un paio di centimetri davanti e di quattro dietro. Modifiche da poco, verrebbe da dire sulla carta ma da vivo la differenza si nota, eccome.

GRAN TURISMO

La carrozzeria assume così una nuova e più spiccata personalità. Il family feeling con la 407 berlina resta chiaramente forte, anche se le parti in comune sono solo le coppe degli specchietti. Il merito va soprattutto ai fari allungati e all'ormai tipica presa d'aria che si apre come un sorriso al termine del chilometrico frontale. Alle sue spalle però la Coupé s'ispira alle Gran Turismo del passato, con forme filanti e slanciate insaporite da pochi e sapienti tocchi di sportività.

LO SQUALO

Alla voce segni particolari è impossibile non annotare le branchie che si aprono ai lati del paraurti anteriore e che hanno a loro volta il sapore della citazione dotta. Alle loro spalle, una nervatura movimenta la parte bassa della fiancata, andando dal paraurti anteriore fino al posteriore. Quest'ultimo è caratterizzato da una forma bombata e levigata che trasmette un'idea di potenza, complici anche la verniciatura in nero del finto diffusore sotto cui fanno capolino i terminali di scarico e il piccolo spoiler, che orna il cofano di un bagagliaio da ben 400 dmc.

PANCIA A TERRA

Il padiglione ha una forma ad arco e prende le mosse da un enorme parabrezza molto inclinato per scivolare dolcemente verso la coda. L'impressione generale è che la 407 Coupé sia come acquattata a terra e ciò dipende anche dal lavoro svolto dai tecnici sulle sospensioni, questa volta sì a colpi di forbici. Le molle anteriori e posteriori sono accorciate nell'ordine di 10 e 23 mm, oltre che irrigidite, e contribuiscono ad abbassare il baricentro di 25 mm rispetto a quello della berlina. Lo schema è a doppi triangoli all'avantreno e multilink al retrotreno.

PER QUATTRO

L'ampiezza delle superfici vetrate rende molto luminoso l'abitacolo, che può accogliere quattro passeggeri, con quelli posteriori ospitati su un divano la cui imbottitura lascia pochi dubbi circa dove ci si debba sedere. Anche i sedili anteriori sono profilatissimi e distinguono la Coupé dalla berlina, insieme al volante molto sagomato e alle modanature in alluminio. Lo stesso materiale balena qua e là nella strumentazione, attorno alla leva del cambio e sulla plancia. All'interno le linee generali restano quelle pulite della 407 vulgaris, di cui si ritrova anche la buona qualità della finiture, curate nella scelta dei materiali e nella precisione degli assemblaggi.

2.7 V6 24V HDi

Le motorizzazioni destinate alla coupé sono tre, due a benzina a una a gasolio. Quest'ultima è l'HDi V6 2.7 sinora appannaggio esclusivo della 607 in casa Peugeot e dotato di due turbine a geometria variabile. La sua potenza massima è di 204 cv a 4.000 giri, con un picco di coppia di 440 Nm a 1.900 giri. La velocità massima della 407 Coupé HDi è di 230 km/h con un passaggio da 0 a 100 in 8,5 secondi. Lo stesso valore di 8,5, questa volta riferito ai litri, esprime anche il consumo medio ogni 100 km. Per il turbodiesel Peugeot prevede solo un cambio automatico Tiptronic System Porsche con funzione sequenziale a sei marce.

3.0 V6 24V

Lo stesso tipo di cambio può equipaggiare anche la 3.0 V6 a benzina, che in alternativa offre però anche un manuale, a sua volta a sei marce. Questa motorizzazione, dotata di fasatura variabile in continuo VVT, dispone di 210 cv a 6.000 giri e ha una coppia massima di 290 Nm a 3.750 giri. Per portare la 407 Coupé a 100 km/h questo motore impiega 8,4 secondi con il cambio manuale e 8,7 con l'automatico. Anche sul fronte velocistico la soluzione "fai da te" paga di più, con una punta di 243 km/h contro i 235 della sorella, mentre il fatto di consumi si registra una perfetta parità, con un fabbisogno medio di 10,2 litri per entrambe le trasmissioni.

2.2 16V

Il cambio manuale a sei marce è invece l'unica spalla per il "piccolo" 2.2 a benzina con fasatura variabile on/off VTC che fa da motorizzazione d'accesso alla gamma. La sua potenza è di 160 cv a 5.875 giri (precisi, 'sti francesi!), con una coppia invece di 220 Nm a 4.150 giri. La formalità 0-100 km/h viene sbrigata in 9,2 secondi e, insistendo, si possono raggiungere i 222 km/h. In questo caso il consumo medio è di 9,2 litri ogni 100 km.

TECHNO

Gli allestimenti previsti sono due. Quello base si chiama Techno e ha una dotazione già piuttosto ricca. Di serie offre infatti tra le altre cose sette airbag, l'Esp, i fari allo xeno, i sensori pioggia e crepuscolare, il climatizzatore automatico bizona, il computer di bordo, i sensori di parcheggio posteriori, il sistema di controllo della pressione dei pneumatici, i vetri stratificati, il cruise control e l'impianto stereo. Questa versione è a listino con il motore 2.2 a 29.800 euro e con il 2.7 HDi a 37.300, cifra quest'ultima che comprende anche le sospensioni attive AMVAR a controllo elettronico, riservate alle sole 407 Coupé V6.

FELINE

La versione più lussuosa è invece la Feline, che rispetto alla Techno monta in aggiunta il navigatore satellitare con telefono integrato, un più raffinato stereo JBL con caricatore CD, i sedili a comando elettrico, i rivestimenti in pelle, i proiettori autodirezionanti e i sensori di parcheggio anche anteriori. In questo caso il prezzo della 2.2 sale a 34.540 euro e quello della 2.7 HDi arriva a 42.040 euro. Per la stessa cifra si può avere anche la 3.0 a benzina con cambio automatico mentre quella a cambio manuale costa 40.540 euro.

TUTTI COMODI

Al volante della 407 Coupé si ritrova un ambiente piuttosto familiare, anche se la posizione di guida è abbassata di 20 mm e arretrata di 9 rispetto alla berlina. L'ampia escursione del volante e del sedile lasciano la possibilità di sistemarsi a piacere e di avere sempre tutti i comandi ben a portata di mano, con l'unica eccezione di quelli sul bracciolo della portiera, appena arretrati rispetto alla posizione ideale. Lo spazio abbonda non solo nella zona anteriore ma anche in quella posteriore, dove il padiglione spiovente arriva a dare qualche fastidio solo a chi ha il physique du rôle del cestista. Nessun problema invece per le spalle: con i posti ben distanziati non c'è il rischio di dover sgomitare con il vicino.

SILENZIO, SI GIRA

Alla guida delle 407 Coupé la prima cosa che colpisce è il silenzio che regna sovrano nell'abitacolo. Buona parte del merito va senza dubbio ai vetri stratificati, che con il loro spessore e la loro struttura risparmiano ai timpani tutti i rumori molesti, con l'unica eccezione del rombo di rotolamento dei pneumatici. La buona insonorizzazione del vano motore e le vibrazioni praticamente inesistenti contribuiscono a creare la sensazione di andare molto più piano di quanto in effetti non si stia facendo. Al punto che in autostrada viene il sospetto (infondato) che il tachimetro la spari grossa in fatto di velocità. Per capire che lo strumento ha invece ragione non resta che valutare la differenza di passo rispetto alle altre vetture.

CI PENSA IL CHIP

Viaggiando a più di 200 km/h la 407 Coupé fila via come un treno e permette di tenere per lunghi tratti medie elevate senza stress per la meccanica o per i passeggeri. Lo sterzo ad assistenza variabile fa abbastanza bene il suo lavoro: anche viaggiando a queste velocità e non si alleggerisce troppo consente di tirare a dovere i curvoni con una buona sensibilità. Ad agevolare il suo compito provvedono le sospensioni attive AMVAR, presenti su tutte le auto provate. Sono capaci di gestire ogni ammortizzatore in modo indipendente in base a nove leggi di ammortizzazione, cambiando dall'una all'altra all'occorrenza ogni 2,5 millesimi di secondo.

DURA SE SERVE

Al pilota spetta il compito di scegliere tra il programma normale e quello Sport. Quest'ultimo è quello più indicato quando si guida con il coltello tra i denti su strade lisce come biliardi. Qui permette di sfruttare al meglio tutte le potenzialità del telaio riducendo al minimo rollio e beccheggio, ma non è la scelta giusta sulle buche più secche, specie se affrontate in rapida sequenza. In condizioni normali e sulle strade extraurbane in genere è quindi consigliabile lasciare inserito il programma più soft, caratterizzato da una taratura che rappresenta un buon compromesso tra le esigenze di guidabilità e di comfort.

IN BUONE MANI

La 407 Coupé s'inserisce in curva con discreta rapidità e percorre le curve con un assetto piuttosto piatto e neutro. Il terreno di caccia ideale di questa Peugeot resta chiaramente il misto veloce. Nelle svolte più strette emerge una lieve e naturale tendenza ad allargare la traiettoria impostata che comunque non disturba e si contrasta con manovre istintive. L'elettronica che vigila sulla stabilità è tarata in modo piuttosto prudenziale e interviene molto tempestivamente non appena fiuta il minimo rischio di perdita d'aderenza. Disattivare l'Esp non è però saggio: dimensioni, massa e assetto potrebbero rendere problematiche manovre di recupero una volta superato il limite di tenuta, che è molto elevato.

MEGLIO DIESEL

Tra i due motori V6 provati, è sicuramente il 2.7 HDi a farsi preferire. Pastoso sin dal minimo, attacca a spingere bene prima che la lancetta del contagiri arrivi a quota 2.000. Da lì in poi cambia passo per dare il meglio ai regimi medio-alti, anche se non conviene avvicinarsi troppo alla zona rossa perché con il crescere dei giri perde un po' di smalto. D'altronde questo non è un turbodiesel da sparo. Anche il cambio ha un taglio tranquillo: al momento di passare da una marcia all'altra pensa più alla dolcezza che non alla rapidità. Per assecondare i pruriti sportivi è meglio selezionare la funzione Sport, che impedisce al motore di scendere troppo di giri e scala il modo tempestivo non appena si rallenta, favorendo i successivi rilanci. La modalità sequenziale consente ancor più partecipazione alla guida ma nemmeno in questo caso le cambiate non sono fulminee.

LA GATTONA

Felina nel nome dell'allestimento, la 407 Coupé 3.0 a benzina ha poco del predatore della savana e più del micione. Sarà forse per la grandissima regolarità assicurata dal variatore di fase, che lavora come una pialla sulla curva di erogazione, sarà forse per l'ottima silenziosità, fatto sta che questa Peugeot fatica a dare un'idea di grande sportività. La sua dote migliore è la grande fluidità mentre la spinta pare molto diluita. Solo in prossimità di quota 4.000 la musica cambia un po' e per tenere un passo di fanfara non resta che smanettare sull'ottimo cambio manuale e tenere il motore su di giri. Altrimenti non resta che sotterrare l'ascia di guerra e fare del... Gran Turismo.
Pubblicato da Paolo Sardi, 21/10/2005
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