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Prova su strada

Land Rover Freelander Td4


Avatar Redazionale , il 03/04/02

22 anni fa -

Un nome una certezza: Land Rover. Solidità e concretezza, da sempre, più una novità che ormai è diventata un punto fermo. Freelander: la Sport Utility compatta e imbellettata, che staziona ormai in molti garage italiani. Grazie alla faccina un po' così e a una sigla ammaliante, Td4: motivi più che validi per guardare dall'alto la classifica di vendita dei SUV.

AMICI COME PRIMA Ha fatto la sua comparsa un annetto fa, con il compito di vivacizzare la famiglia dei gasolio. Il Td4 è l’ultimo strascico di una storia finita, quella tra Land Rover e Bmw, quella che ha preceduto l’attuale orbita Ford dell’ovale verde. Ma cambiamenti di recapito a parte, c’è un punto che rimane ben chiaro in Casa: la costante vivacità della piccola.

CORTEGGIATA Parliamo di Freelander, che a quattro anni di distanza dal lancio, continua ad attirare sguardi e non solo, di chi ormai del SUV non può più fare a meno, vuole andarsene in montagna in tutta tranquillità e parcheggiare davanti a teatro senza imbarazzi. Lo testimoniano i 45 giorni di attesa, in caso di acquisto della Sport Utility compatta, le statistiche di vendita, i sorrisi degli inglesi, oltre alle jeeppettine griffate LR che scorazzano allegre per le vie del centro.

MONACO CI METTE IL CUORE Merito anche della gamma di motorizzazioni, nella quale spicca – facile prevederlo – il turbodiesel common rail firmato Bmw, sinonimo di coscienza pulita e appuntamenti dal distributore non troppo frequenti. I tecnici parlano di un sistema che mantiene il gasolio a una pressione particolarmente elevata, immettendolo nei cilindri tramite valvole a controllo elettronico, che assicurano un’ottima precisione sia nel dosaggio sia nei tempi di iniezione.

NUMERI

Mettici poi il turbocompressore a portata variabile, che sprona i a dovere i 112 cavalli (82 kW) a 4000 giri al minuto e lucida la coppia massima di 260 Nm a 1750 giri/min e il giochetto è fatto. La velocità di punta di 164 orari non fa gridare al miracolo ma è proporzionata all’utilizzo della vettura, un po’ come l’accelerazione da zero a cento in 14,4 secondi, mentre i consumi si attestano sui 7,8 km con un litro di gasolio in città, che diventano 9,9 km/l in autostrada, con andature medie.

COME VA

E’ un diesel e si sente. Il "pop pop" cupo e pastoso del minimo non manca, appena acceso, e si riduce lievemente quando la temperatura del propulsore raggiunge i livelli di utilizzo. È anche il suono che ci si attende, del resto, da diesel che bada alla sostanza, solo incipriato un po’ per seguire le mode del momento.

IN SCIOLTEZZA

Il quattro cilindri in linea, con testa in alluminio e monoblocco in ghisa, borbotta nel traffico con buona fluidità, brillante, senza obbligare a eccessivi smanettamenti sul cambio meccanico a cinque rapporti. Questo, comunque, è sempre preciso negli inserimenti, con una gommosità alla quale è facile abituarsi, e innesti lunghi che non conoscono impuntamenti.

NON PARLARE AL CONDUCENTE

La rombosità nell’abitacolo, limitata a velocità cittadine, aumenta sensibilmente se solo si imbocca la tangenziale e diventa un filo fastidiosa nei tragitti autostradali quando, superati i 130 all’ora, costringe i passeggeri ad alzare il tono di voce o il conducente a mettere mano al volume della radio. Qualcuno dirà che non è la sua vocazione, vero, ma una tonalità più bassa non dispiacerebbe.

LA TRAZIONE CHE PERMANE

Sperando di non essere tacciati per miscredenti, abbiamo anche qualche dubbio sulla trazione permanente. Va bene le quattro ruote motrici, biglietto da visita decennale di Land Rover, ma il fatto di non poter utilizzare solo l’asse anteriore pare limitativo. Ne risentono infatti i consumi, che potrebbero essere inferiori, se solo un pulsante sulla consolle permettesse di raggiungere il supermercato o l’ortolano di fiducia, senza dover muovere meccanicamente tutte e quattro le ruote. Per poi tornare al 4x4 al minimo capolino di velleità fuoristradistiche.

FACCIO MANOVRA

Lo sterzo è l’unico neo della Freelander, risultando piuttosto lento e non eccessivamente preciso, e costringendo ad abbarbicarsi in un tot di manovre per supplire al limitato diametro di sterzata. Come dire, la parentela con fuoristrada di una volta, nudi e crudi – leggi Defender – è difficile da smussare, anche se si decide di imbellettarsi ed entrare nella categoria dei SUV.

IN DISCESA SENZA FRENI Buona la risposta dell’impianto frenante

: ABS a quattro canali e ripartitore elettronico della frenata EBD, fanno il loro lavoro con solidità, mentre il dispositivo di controllo di discesa HDC – azionabile manualmente tramite il comando sulla leva del cambio – si prende cura di macchina ed equipaggio in caso di scollinamenti impegnativi, mantenendo una velocità costante di sette/otto chilometri orari, senza intaccare l’affaticamento dei freni.
Pubblicato da Ronny Mengo, 03/04/2002
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