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Prova su strada

Kia Rio


Avatar Redazionale , il 01/08/01

22 anni fa -

Debutta in Italia, dopo aver già conseguito ottimi risultati di vendita negli Stati Uniti, la entry level della gamma coreana. Ha tanto spazio, una ricca dotazione di accessori, una linea accattivante tipo sportwagon e nuovi motori. È l’auto ideale per chi presta molta attenzione al value for money e ha... orecchi poco sensibili.

LA NOVITÀ Con oltre 50 anni d’attività sulle spalle la Kia è, tra le Case coreane, quella che può vantare la maggiore "anzianità". Presente sui mercati di tutto il mondo con prodotti dal rapporto qualità/prezzo interessante, deve il suo attuale prestigio ai successi della Sportage, compatta sport utility che piace alle donne, e della monumentale monovolume Carnival. Insieme, queste due vetture, rappresentano il 70 per cento del mercato Kia nel nostro paese, un risultato che l’importatore italiano vuole incrementare ulteriormente con l’arrivo della Rio. Non è una novità assoluta visto che ha già fatto le sue brave comparsate nei principali Saloni autunnali; inoltre, è già in vendita negli Stati Uniti, dove è stata venduta in oltre 70.000 unità: 50.000 quattro porte (la classica berlina) e 20.000 cinque porte, o meglio Compact Wagon, come la moda impone di chiamare le nuove station di dimensioni contenute.

SOLO STATION

Presumibilmente, in Europa sarà proprio la compact wagon ad avere il maggior successo, tanto è vero che, in Italia, la berlina non è nemmeno importata. La battaglia, per la Rio, si presenta in ogni modo difficile: si trova, infatti, a combattere in un segmento, (quello "C") dove troverà una concorrenza a dir poco agguerrita. In questo settore tutto si gioca sul rapporto dotazioni/prezzo. E in questo la Rio sa di avere buone carte da giocare.

CODA SFUGGENTE

Finalmente una station wagon coreana che si lascia guardare; diamo atto ai designer interni della Kia di aver fatto uno sforzo notevole per creare uno stile meno anonimo del solito. Con i suoi 4,215 metri la Rio si fa apprezzare soprattutto nella vista laterale piuttosto slanciata, con il piccolo finestrino posteriore e la coda sfuggente, e in quella posteriore. Il frontale non riesce invece a scrollarsi di dosso l’anonimato dell’oriental-look, nonostante i gruppi ottici allungati.
All’esterno si nota inoltre una certa cura dei particolari: le superfici sono piacevolmente raccordate e i paraurti, in tinta con la carrozzeria (ma la LS TOP ha anche specchietti e maniglie in tinta), donano alla station wagon Kia un certo tono. L’aspetto esteriore è tutt’altro che da "versione base".

COMODA PER CINQUE

Anche se abbastanza compatta (4215x1675x1440 mm), nella Rio lo spazio non manca. L’abitacolo è particolarmente generoso, i cinque posti sono reali e per i bagagli c’è spazio volontà. Le gambe dei passeggeri posteriori, inoltre, hanno a disposizione 83 centimetri di profondità mentre quelle di guidatore e passeggero anteriore beneficiano di oltre un metro di spazio disponibile. Come si può intuire, si tratta di uno spazio vitale di tutto rispetto; in più c’è anche l’agio di ammassare bagagli per 449 litri, che diventano 1277 abbattendo completamente lo schienale del divano posteriore. Come dire: ci sta tutto il necessario anche per una vacanza con famiglia.

NUOVI MOTORI

Buone nuove anche sotto il cofano: il quattro cilindri otto valvole con iniezione elettronica multipoint, prima un po’ "stanco", ha visto crescere la potenza del 17 per cento. Nella sua scuderia la Rio 1300 può ora contare 75 cavalli capaci di spingerla a 175 orari. Ben altro brio promette invece il 1500 16 valvole da 98 cavalli per il quale, però, viene dichiarata la stessa velocità massima della 1300.
Entrambe le motorizzazioni sono a norma Euro 3. Chi usa molto l’auto in città sarà interessato anche al cambio automatico a quattro rapporti, disponibile in opzione sia sulla 1300 sia sulla 1500 con un sovrapprezzo di 2.200.000 lire. Non è prevista, almeno per ora, una motorizzazione diesel, un vero peccato.

TUTTO, O QUASI, DI SERIE

Dove la Rio gioca la sua carta migliore è nel reparto dotazioni di serie. Immobilizer, barre anti intrusione, doppio airbag full size, chiusura centralizzata, alzacristalli elettrici anteriori, divano posteriore reclinabile 40/60, lunotto termico, tergilavalunotto, telo copri bagagliaio e altri accessori minori fanno già parte del carnet standard della versione di accesso, la "RS", in vendita a 21.600.000 lire chiavi in mano. Poi ci sono altre due versioni: la RS "air" (23.100.000) con in più l’impianto di aria condizionata e la LS TOP (24.600.000), che aggiunge un plus di dotazioni tra cui anche ABS e l’EBD, non disponibile sulle altre versioni nemmeno come optional aggiuntivo.
Le due versioni 1500 cc (per la cilindrata maggiore non è prevista la RS base) costano un milione in più rispetto alle 1300. Cifre interessanti, soprattutto quelle delle 1300, che comprendono anche i tre anni o i 100.000 km di garanzia per tutti i prodotti di Casa.

AL VOLANTE

Interni sobri, rivestimenti essenziali, plastiche senza pretese: l’aspetto dell’abitacolo della Rio è piacevole pur senza concedere nulla al lusso. Tutto contribuisce a creare una perfetta "sensazione coreana". La strumentazione ha tutto ciò che deve avere ma è disegnata con semplicità. C’è qualche pulsante un po’ sparpagliato, come ad esempio quello del tergilunotto posto sulla sinistra quando tutti gli altri sono al centro della consolle, ma tutto sommato non ci si può lamentare. Essenziale ma efficiente anche l’impianto di climatizzazione, con un ventilatore a quattro velocità piuttosto "sonoro", soprattutto nelle ultime due posizioni e i due classici comandi tondi per temperatura e gestione dei flussi dell’aria.
L’imbottitura dei sedili è "alla tedesca", un po’ rigida. La corretta posizione di guida si trova piuttosto facilmente, il volante è regolabile in altezza, ma alla fine chi non è "lungo" si ritrova un po’ infossato, complice anche la plancia dal profilo un po’ alto; non c’è la regolazione in altezza del sedile di guida (disponibile solo sulla LS Top).

ROBUSTEZZA SOPRATTUTTO

Quello che traspare su strada è una discreta robustezza. La Rio non è una di quelle vetture scarne e leggere che tendono a volare via, anzi in movimento la sensazione di solidità è piacevolmente apprezzabile.
Il servosterzo offre un buon compromesso tra leggerezza di azionamento e precisione di risposta. Nel complesso il comportamento dinamico è quello di una tradizionale, tranquilla, vettura a trazione anteriore. Mc Pherson all’anteriore, e ponte semirigido fanno il loro dovere, la Rio segue fedelmente le traiettorie impostate, poco propensa al rollio e al sottosterzo, anche se il sollevamento dell’avantreno nelle accelerazioni è abbastanza evidente.

CAMBIO LUNGO

La sensazione di solidità non influisce troppo sul peso dell’auto (1052 chilogrammi) ma i rapporti un po’ lunghi in parte vanificano la verve del nuovo motore, così i 75 cavalli si trovano ad annaspare un po’ quando sono chiamati alla carica. La curva di coppia (113 Nm a 3000 giri) è abbastanza favorevole: se non si hanno velleità sportive si riesce a guidare in relativa scioltezza senza mulinare continuamente sul comando del cambio, che non ci è piaciuto per la verità, a causa della corsa lunga, di innesti lenti e di una leva con molto gioco.

ABITACOLO SONORO

Per ottenere accelerazioni brillanti, invece, occorre spremere il motore tirando a fondo le marce. In questo caso la voce del quattro cilindri giunge evidente nell’abitacolo con una tonalità decisa e anche un po’ fastidiosa. Questo denota una politica di risparmio nei pannelli insonorizzanti, visto che anche il rumore dei pneumatici sull’asfalto bagnato è abbastanza avvertibile dai passeggeri. Piccoli nei, comuni a molte delle concorrenti dirette della Rio che, tra l’altro, hanno anche listini più salati. E visto che, nel complesso, nessuna auto della stessa categoria offre di serie le stesse dotazioni della wagon coreana (allo stesso prezzo naturalmente), si può anche chiudere un occhio. Anzi, un orecchio.

di Stefano Cordara
23 gennaio 2001


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001