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Hyundai i30 CW


Avatar Redazionale , il 06/11/08

15 anni fa - Due settimane con la variante allungata

Basso costo, gusto giusto. Due settimane con la variante allungata, ma non troppo, della i30 per scoprire che, mentre si cercano ricette rivoluzionarie, l'auto intonata ai tempi esiste e vive tra noi. Beve poco, si collega a chiavi USB e iPod, va bene dappertutto e offre pure le plastiche morbide A circa 17.000 euro

RITORNELLO La vita con l'auto a volte è fatta di ritornelli e luoghi comuni. "Quanto sono cresciuti i costruttori coreani?". Oppure "non ci sono auto giuste per il momento economico". Fino al classico "cambierei auto ma costa troppo...". E così via. Due settimane di convivenza con la Hyundai i30 CW ci hanno fatto riflettere: forse l'auto di giusta qualità e giusto prezzo, che non costa un occhio e consuma poco esiste già.Senza intristirsi nel low cost assoluto e senza rinunciare ai gadget tecnologici. Pure piacevole da guidare.

GEMELLA DIVERSA Compatta o wagon? Molto vicina alla i30 normale, preferiamo la seconda derivazione rispetto alla berlina. Meno carta carbone al posteriore con prestigiose compatte di Baviera e più spazio alla praticità. Passo allungato di 5 centimetri e quasi una sovrapposizione in casa Hyundai.

PROMETTENTE Ma 447 centimetri di lunghezza totale significano ancora retromarce indolori e ricerche di parcheggi semplificate. E soprattutto un bagagliaio di questo nome (346 litri) per un format che tenta di accontentare tutti. A vederla da fuori la terza luce non sembra promettere grandi carichi, invece si rivela ospitale: il nostro trolley sembra più piccolo, tutto solo abbandonato. E se andate a ritirare il televisore da 42 pollici lo caricate senza troppa fatica, basta abbattere lo schienale posteriore.

PRIMA IMPRESSIONE L'abbiamo presa in consegna in una serata di fine estate, con il tramonto che rendeva l'azzurro metallizzato squillante ben oltre il necessario (meglio il grigio metallizzato della i30 CW della nostra gallery). Ci giriamo un attimo intorno, senza troppe emozioni ma anche senza sorprese negative. Un clic sulla chiave e siamo a bordo. I sedili e l'abitacolo vestono di scuro, ma basta accendere le luci per entrare in un mondo psichedelico: con strumentazione e stereo di bordo quasi agli ultra-violetti. Vistosi e memori della lezione Golf, ma rendono l'idea di un ambiente curato.

SENSAZIONI Oltre gli effetti di luce ci regoliamo il sedile e il volante, manca quella in profondità, e però cicoccola i polpastrelli con morbida pelle e rigonfiamenti nei punti giusti. Degno di auto premium e primo sintomo positivo. Come la posizione di guida ergonomicamente ineccepibile. Non si tratta nemmeno della versione più ricca, il nostro allestimento intermedio si chiama Active, ma il "no frills" non impone tristezze e rinunce. Neppure nei dettagli. Con l'acqua nascosta e refrigerata pronta da bere nel cassettino.

MORBIDOSA Le plastiche sono tutte tra il morbido e l'accettabile, i tastini degli alzacristalli sono addirittura gommosi, non mancano i ripostigli e un bracciolone da prima classe. Con doppio fondo e le prese magiche, quelle che oggi non devono mai mancare. Perché mentre altre case lo fanno pagare o approcciano il fenomeno in modo poco convinto, in Hyundai hanno fatto le cose per bene. Low cost non vuol dire auto poco incline alle connessioni "giovani".

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TRIPLA PRESA Dentro il bracciolone ci sono tre prese illuminate, USB, iPod o la classica Aux per accontentare tutti. Mica poco: significa poter buttare dentro la chiavetta appena imbottita di cartelle musicali e navigarsela tranquillamente con il tasto sulla plancia.Compaiono pure i tag che specificano titolo e artista e si alza il volume con piacere. Con i comandi principali replicati sul volante e alla fine la domanda sorge spontanea: nel 2008 non dovrebbe essere obbligatorio? La presunta auto di lusso che abbiamo appena lasciato arrossirebbe... come vengono utili le doppie prese 12v per caricare contemporaneamente telefono e navigatore portatile.

SENZA SCRICCHIOLI Anche muovendosi nelle diverse situazioni ci siamo stupiti ogni volta dell'adattabilità dell'i30 CW. Sul pavé cittadino niente scricchiolii, neppure salendo in modo poco ortodosso sul marciapiede con una sola ruota. Il servosterzo leggero e la frizione sembrano pensati per i pesi piuma: nessuna fatica. Senza pretese di gare tra i cordoli. Altro punto a favore la sensazione di solidità degli assemblaggi, con il solo problema che il silenzio... è d'oro solo fino alle basse velocità. Guidando allegri in autostrada un filo di rombosità arrivaai timpani.

GUIDA NO PROBLEM Per il resto in qualsiasi situazione, urbana autostradale o anche di montagna si va via tranquilli. Senza problemi. Gli ingombri si prendono in un amen e la morbidezza e la meccanica ben filtrata invitano ad una guida rilassata ma non lenta. I 90 cavalli sono pronti a tirare la carretta sempre, a parte una lieve esitazione iniziale ai bassi regimi, senza picchi di brutalità d'accordo, ma senza neppure far desiderare upgrade. Anche al galoppo ci si rende conto che mandrie aggiuntive possono far piacere quando si sogna, ma non sono indispensabili nella vita normale. Neppure se si va di fretta.

PREZZO GIUSTO Una i30 CW come quella della prova costa attorno ai 17.500 euro ma consuma davvero poco, tra i 15 e i 20 km al litro, e si guida proprio bene. Poco importa se vista da fuori non fa sognare fughe romantiche a Montecarlo. Come un buon elettrodomestico, comodo e affidabile sembra promettere certezze, pensata per non infastidire mai il proprietario. Tre gli anni di garanzia.

AL POSTO DI COSA? La i30 CW si presenta così come una valida alternativa al posto di una wagon o di una compatta pretenziosa, nelle dimensioni e nel portamento, oppure come seconda auto.Offre tanto, fa tutto bene e senza metterla giù dura. E ritorniamo dritti al quesito chiave iniziale, ecco la risposta: non ci sono più scuse o distinguo, "tanto con poco si può". E mentre molte compatte sono tutte impegnate a fare il salto in alto verso quartieri chic, forse dovrebbero stare attente e guardare anche verso il basso. Pena il rischio di perdere i vecchi clienti senza trovare quelli nuovi.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 06/11/2008
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