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Chevrolet Cruze Station Wagon


Avatar di Luca Cereda , il 22/07/13

10 anni fa - Familiare per tutte le tasche

Pochi fronzoli e tanta praticità. La Chevrolet Cruze Station Wagon è una familiare per tutte le tasche

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LUGLIO, COL BENE CHE TI VOGLIO Tieni famiglia e i soldi scarseggiano? Ci sono auto che possono venirti incontro e una di queste è certamente la Chevrolet Cruze Station Wagon, auto a suo modo d’attualità pur non essendo una novità degli ultimi mesi. Come? Grazie al suo value for money - per dirla all’americana –, desiderabile in tempi di crisi, e a una promozione tutta italiana, attiva nel mese di luglio, che sconta l’equivalente dell’iva abbassando il prezzo di listino di quasi 4.500 euro (si parte da 16.500).

HA I NUMERI Se la Trax, ora come ora, è l’oggetto dei desideri della maggior parte dei clienti del Cravattino che cavalcano la moda degli small suv, la Chevrolet Cruze Station Wagon si presta invece a un acquisto più razionale. Serve spazio? Qui ce n’è abbastanza in tutte le zone, grazie ai suoi 467 cm di lunghezza (non pochi per una segmento “C”) e al passo di 269 cm, premessa di una di una discreta (e non di più) abitabilità posteriore. Serve bagaglio? Pronti 500 litri (minimo), tanto quanto offre l’Astra e poco meno di una Mégane SW, con soluzioni furbe per gli oggetti più piccoli, una soglia di carico bassa, e la possibilità di sconfinare all’interno fino a coprire un volume di 1478 litri. E i costi di gestione soddisfano le tasche meno profonde, con il 1.7 a gasolio che, benché non più modernissimo, nel compromesso tra consumi (comunque lontani dai 4,5 l/100 km dichiarati dalla Casa) e prestazioni resta una garanzia.

SEMPLICE MA CURATA L’estetica, poi, non è più così yankee: rispetto a passate Chevrolet, la Cruze Station Wagon viene incontro ai gusti europee. Linee molto marcate e muscolari, tipicamente americane, non scompaiono del tutto, ma il taglio della finestratura e – soprattutto – lo stile del modulo posteriore sono da station media europea. La parentela con Opel si sente, insomma, così come si percepisce un passo avanti negli interni. Con qualche plastica dura o facilmente graffiabile a portata di mano, ma anche piacevoli modanature sulla plancia, soprattutto quella grigia a effetto spazzolato della consolle centrale e intorno al cambio. Un arredamento curato, senza troppi fronzoli.

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NAVIFONINO L’inno americano torna a suonare  quando si esplorano i meandri della Cruze Sw e ci si imbatte in una miriade di vani portaoggetti; ce ne sono di tutte le taglie e di tutti i tipi (vedi gallery), ma state pur certi che se non sapete dove mettere una lattina un posto lo troverete, fosse anche il bracciolo in mezzo al divanetto posteriore. Toglietemi tutto ma non la mia soda, direbbe Zio Sam. Voi tenete presente che il vano più importante e sfruttabile resta in testa al dispositivo multimediale: lì si nasconde la presa USB. Fondamentale per creare un “ponte” tra lo Chevrolet MyLink – così si chiama il sistema di infotainment delle Chevy– ed il vostro smartphone, potendo così sfruttarne parte dei contenuti e delle funzioni. Soprattutto per la navigazione.

ALLA MANO E’ molto pratica, la Cruze SW, e nel day-by-day fa riscoprire il piacere della semplicità. Di comodità quali una soglia d’ingresso bassa e ampia, di un bagagliaio su cui è facile caricare e scaricare grossi pesi, di uno stuolo di vani dove tutto trova il suo posto.  E anche al volante, la Cruze replica la stessa filosofia. Le sole note un po’ stonate riguardano la visibilità posteriore, non eccelsa, e il feedback dello sterzo, accettabile per consistenza ma poco diretto. Il rollio in curva, invece, non è mai eccessivo, se non si pretende di trattare la Cruze SW per quello che non è: una station sportiva.

USATO SICURO Nei viaggi più lunghi si sta veramente comodi in quattro, non di più, e c’è abbastanza spazio per i bagagli di tutti. Anche il motore calza a pennello, se si tratta del 1.7 da 130 cv (già proposto dalla cugina Astra) che avevamo sull’esemplare in prova, abbinato al cambio manuale a 6 marce. Un motore con diversi annetti sulla carta d’identità, ma sempre affidabile. Spinge molto dai 2000 giri in su, poi tende a sedersi quando vede i 4000 giri/min. In generale, è sufficientemente elastico nel misto e prestante in autostrada da rassicurare chi, della Cruze SW, fa un utilizzo a tuttotondo. Solo non è dei più silenziosi. Un aspetto sul quale chi bada alla sostanza (e al portafoglio) può chiudere un… orecchio. Considerando che, sul fronte dei consumi, se non si è sempre di fretta i 14 km con un litro sono alla portata.  


Pubblicato da Luca Cereda, 22/07/2013
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