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Prova su strada

Bmw 520d 525d


Avatar Redazionale , il 01/08/01

22 anni fa -

Dopo due anni di successi con la 530d, la Bmw ci riprova con altri due diesel di rango. La 520d diventa il nuovo accesso all’universo Bmw a gasolio adottando lo stesso motore della best seller 320d. Più ‘nobile’ grazie al sei cilindri, la 525d a iniezione diretta sostituisce la 525tds e gioca il ruolo del mediano con l’equilibrio giusto fra prestazioni, comfort e prezzo.

 

LA NOVITA’

L’ultima volta che ne abbiamo parlato era la fine del ’98 ed allora un tre litri diesel a iniezione diretta con common rail e turbocompressore a geometria variabile si era appena ‘calato’ nel cofano della 530d e dell’ammiraglia 730d. Oggi, la Bmw torna all’attacco; di quelle 530d ne sono state vendute 12mila solo in Italia e, dato ancor più importante, dall’inizio dell’anno, per la prima volta nella storia della Casa di Monaco, il 60 per cento delle vendite è andato ai modelli turbodiesel.

IL BELLO DELLA DIRETTA

Le novità sono due ma la più gustosa è il nuovo 2,5 litri common rail. Il sei cilindri è figlio di quel 2,5 litri che equipaggiava la precedente versione 525tds. Ma, primo fra tutti l’iniezione passa da indiretta a diretta e si aggiunge la parolina magica common rail, sinonimo di silenziosità di funzionamento: il caratteristico e fastidioso ticchettio dell’iniezione diretta scompare regalando a questo diesel una ‘voce’ da plurifrazionato a benzina. Poi, tanti piccoli aggiornamenti ‘sottopelle’: pistoni e bielle si rinnovano, cambiano gli iniettori e la turbina è a geometria variabile.

525D VS 525TDS

Parole e dati che si traducono in 120 kW (163 Cv) a 4000 giri di potenza massima e in una coppia di 350Nm a 2000 giri che regala tanto piacere di guida e una progressione degna di un 8V. Chi già conosceva la 525 tds, trova nella nuova 525d una ventina di cavalli in più, un plus di coppia del 25 per cento e una riduzione dei consumi del 17 per cento che, con una guida accorta, potrebbero anche significare 1045 chilometri da fare tutti d’un fiato senza mai fermarsi a fare il pieno.

520D

E’ lo stesso motore con turbina a geometria variabile e quattro valvole per cilindro adottato dalla 525d e dalla 530d ma in questo caso i cilindri cono quattro, il common rail non c’è e al suo posto c’è una pompa rotativa ad alta pressione. Il due litri a quattro cilindri montato sulla 520d è il nuovo accesso all’universo diesel nella gamma della Serie 5 ed è lo stesso motore che ha contribuito al grande successo della più piccola 320d. Lo stesso vuol dire proprio lo stesso, solo calato in un cofano più ampio. Per questo rimangono invariati i 100 kW (136 Cv) a 4000 giri e la coppia di 280 Nm a partire da 1750 giri. E per chi pensa ancora all’equazione diesel uguale a lento farà bene a ravvedersi prima di scoprire di persona che una 520d con i suoi 206 km/h è persino più brillante di una 520i a benzina.

ELETTA, ATTIVA, FUTURA Sono tre gli allestimenti disponibili, indipendentemente dal motore o dal tipo di carrozzeria. Eletta, l'allestimento base offre già accessori come i cerchi in lega da 15 pollici, i fari allo xeno e il sensore pioggia. Attiva è per i piloti più sportivi, con cerchi da 16 pollici, assetto sportivo M e caricatore Cd. Futura mescola radica Vavona e tecnologia, con volante multifunzionale, telefono Bmw, computer di bordo e sensore di retromarcia Park Distance Control. I prezzi vanno da 69 a 75 milioni per la 520d berlina, da 72,5 a 78,5 milioni per la 525d berlina. Le touring costano 4,5 milioni in più rispetto alla berlina.

AL VOLANTE

Città, tangenziali, autostrade e tortuosi tracciati sono il giusto mix di tracciati per assaporare i due nuovi motori.

LA 525D

, complice anche il pacchetto M-Sport (con assetto e ruote sportive), un’accessoristica di bordo completa di uno schermo multifunzionale (optional) integrato nella plancia pronto a trasformarsi in navigatore, hi-fi e persino in televisione e il cambio automatico Steptronic è un miscuglio davvero vincente. Elegante fuori, razionale e sofisticata dentro e persino nobile nel sommesso brusio del nuovo motore (anche ascoltato da fuori), questa station ‘vola’ in autostrada a velocità proibitissime (sfiora i 220 km/h) nel comfort totale: praticamente assenti i fruscii aerodinamici e ottima la direzionalità di uno sterzo che sa trasmettere la giusta sensibilità. Il motore spinge forte a tutti i regimi e non alza mai la voce, nemmeno se spinge verso la ‘red zone’ del contagiri. Sul misto, le sospensioni M-Sport e il sistema di controllo della trazione offerto di serie regalano sensazioni da quasi sportiva; l’assetto è piuttosto basso e bisogna fare attenzione a dossi e buche accentuati che rischiano di procurare dolorose ‘toccate’. La trasmissione automatica a 5 rapporti Steptronic (optional), fa miracoli in automatico riconoscendo salite e discese, stili di guida e voglia di correre. E regala emozioni da manuale se si sposta la leva a sinistra e si scala a mano ‘tirando’ le marce quasi come su una sportiva.

LA 520D

Diverso il carattere della 520d berlina, più calma, più morbida nell’assetto di serie e un poco più ‘ruvida’ ma solo se spinta al limite dei giri. Facile, istintiva e incredibilmente agile per essere una ‘berlinona’, si guida bene sul misto dove l’assetto morbido standard assorbe meglio le irregolarità del terreno anche se per contro lascia che l’auto si corichi sul lato in modo più vistoso. Le qualità dinamiche rimangono poi molto simili alla 525d nel comportamento globale. Certo, il quattro cilindri, pur con i sui 136 cavalli e con l’ottima coppia non ha il ‘guanto di velluto’ del 2,5 litri e se tenuto un po’ allegro fa sentire maggiormente la sua voce. Ma la sensazione a bordo è sempre quella di una grande berlina votata al comfort e al relax e i 206 km/h dichiarati dalla casa sono un ottimo traguardo. Bene anche il cambio, un cinque marce preciso, morbido e con rapportature ben scalate e perfette per sfruttare le doti del 2 litri. E i consumi? Sulla carta si sfiorano anche percorrenze nell’ordine dei 16,9 km/litro …quasi un record di categoria.

di Roberto Sposini
18 giugno 2000


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001