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Test drive

Audi A6 2.0 TDI ultra S tronic


Avatar di Mario Cornicchia , il 06/09/15

8 anni fa - Il motore che non ti aspetti... va forte consumando poco

4 cilindri 2.0 da 190 cavalli. La nuova generazione di motori - ultra - di Audi promette consumi da utilitaria e prestazioni da sportiva

CAMBIA MA CON DISCREZIONE La Audi A6 model year 2015 si aggiorna nello stile con moderazione e pensa soprattutto alla sostanza, con motori e cambi nuovi. Stilisticamente cambiano un poco la classica griglia anteriore, i paraurti e le luci, ora disponibili anche a LED e anche matrix LED, con 19 LED per ogni faro che si accendono, spengono e regolano l’intensità per illuminare al meglio la strada senza infastidire chi si incontra. Pochi tocchi, quasi invisibili se non si mettono di fianco due A6 di annate differenti ma una piccola targhetta in coda identifica senza dubbi la ultima release della Audi A6. Ultra, riporta la targhetta e identifica due nuovi motori o, meglio, due versioni di un nuovo motore a gasolio 2.0 TDI. 150 o 190 cavalli, 350Nm tra 1.500 e 3.000 giri o 400Nm tra 1.750 e 3.000 giri, con consumi dichiarati da utilitaria.

ULTRA ENGINE Non credo che alla versione meno potente del motore Ultra manchino potenza e coppia ma per i 493 centimetri della Audi A6 TDI la versione da 190 cavalli mi pare una scelta coerente. Appena uscito dalla redazione mi rendo conto che il nome ultra non è buttato lì a caso. Il quattro cilindri spinge davvero tanto e spinge appena si sfiora il pedale dell’acceleratore. Al 2.0 TDI Ultra è abbinata poi l’ultima release del cambio doppia frizione S-tronic a sette marce che, se il doppia frizione di casa Volkswagen è sempre stato uno dei migliori cambi doppia frizione da sempre e di sempre, ora è davvero a prova di critica.

SALA DI REGISTRAZIONE La Audi A6 è inoltre stracomoda, una super auto. Ha vetri doppi e l’isolamento acustico è molto efficace sia verso l’esterno sia nei confronti dei suoi componenti meccanici interni. Si viaggia veloci in grande comfort, percorro in un giorno 600 chilometri e ringrazio di aver scelto la A6 per questo viaggio. Imposto il cruise control e mi rilasso in autostrada, con il pieno che sembra non esaurirsi mai: ho fatto quasi mille chilometri senza nemmeno entrare in riserva, con consumi medi sotto i 7 litri/100 km. E non guido certo con il cappello…

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QUESTIONE DI PRECISIONE La A6 TDI Ultra arriva in redazione con sottili cerchi multirazze da 19 pollici che la rendono un poco meno berlinona ammiragliona e sottolineano il lato sportivo della sua linea. Estetica a parte, non amo i cerchi grandi con gomme troppo ribassate a meno che non debba buttarmi tra i cordoli di una pista. In genere si ottiene poco comfort, reazioni un po’ bastarde e una guida poco efficace sulle curve dove il fondo non è perfettamente liscio. Malgrado calzi gomme 255/40 la A6 TDI Ultra rimane invece molto confortevole anche sul peggiore pavé milanese. E mi stupisce quando affronto le curve spesso impegnative della Serravalle. È vero che, malgrado le dimensioni, la A6 non pesa più di 18 quintali ma ha comunque un passo lunghissimo e, si sa, in curva corto è bello. La Audi A6 TDI ultra è anche una trazione anteriore. Eppure si infila nelle curve precisa e stabile con facilità e, anche provando a spingere, con margini di sicurezza piuttosto lontani dalla guida stradale. Mai una reazione scomposta, mai una sbavatura. Rispetto alle A6 di qualche generazione indietro questa ha guadagnato precisione, efficacia e la facoltà di parola, di spiegare a chi sta al volante cosa sta facendo e costa sta succedendo.

LE URLA DELLA CAYENNE Sulla Serravalle mi rendo anche conto di quanto spinga il nuovo motore ultra. Nel tratto in salita mi trovo davanti il solito che, perché si è preso la Cayenne, pensa di essere un pilota e che nessuno possa superarlo. Nelle curve frena troppo e poi sento i suoi quattro scarichi ululare nei rettilinei perché il protopilota mette giù tutto. E io, con la mia A6 TDI ULTRA duemila a gasolio, sto dietro in souplesse, sfioro il pedale dell’acceleratore per tenere il suo passo lasciandolo giusto staccarmi di qualche metro, tanto prima della prossima curva si attaccherà ai freni. Alla fine deve rinunciare alle sue velleità da pilota e si sposta, premo un poco di più sul gas per sfilare via veloce di fianco alla sua Cayenne. Però, questo ultra fa sul serio, spinge forte. E senza alzare la voce.


Pubblicato da M. A. Corniche, 06/09/2015
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