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Audi RS3 Sportback


Avatar Redazionale , il 21/03/11

13 anni fa - E’ la più piccola RS di sempre ma per certi versi la più sorprendente.

Per salutare l’onorata carriera della seconda generazione A3 arriva una supercar liofilizzata. Cinque cilindri, trazione integrale e 340 cavalli per uscire con la fionda dalle curve. Ma anche understatement e adattabilità allo stop&go cittadino disarmanti…

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EVOLUZIONISMO Cinque cilindri e trent’anni fa Michele Mouton danzava tra le curve con la Quattro nel Campionato Mondiale Rally. Solo oggi si capisce quanto tutto torni nella perfetta programmazione teutonica, voluta da Ferdinand Piech, per il marchio Audi. Ora anche per la A3 è tempo di RS, la sigla identificativa per le versioni più sportive di Casa. Sempre rigorosamente a quattro ruote motrici e sempre rigorosamente con prestazioni fuori dall’ordinario. Le RS si richiamano alle origini del passato rallistico sotto il profilo emozionale, ma sono votate all’asfalto e rappresentano al meglio la mutazione del marchio anelluto. Un tempo outsider alla ricerca di gloria, ora consapevole del proprio fascino e posizionamento premium. La RS3 costituisce un allargamento verso il basso della gamma sportiva, con il cuore turbo pentacilindrico da 2,5 litri in comune con la TT RS ma la versatilità di un’auto da famiglia.

MIMETISMO Sembra quasi una provocazione ma non lo è. La scelta di utilizzare la carrozzeria Sportback per la RS3 non è casuale e ha tutto il suo senso. Scegliere la A3 a tre porte avrebbe significato non solo perdere la versatilità d’uso delle cinque porte, ma soprattutto avvicinare il profilo di utilizzo del cliente tipo alla TT RS. Invece, con la sua forma da station liofilizzata la RS3 sembra, ed in effetti è, tranquillamente utilizzabile anche per portare i bimbi a scuola o per fare la spesa. In Inghilterra gli amanti delle Hot Hatch hanno bruciato le prenotazioni, in Italia si prevede di venderne poche centinaia all’anno ad un prezzo su strada di 52.100 euro. Per chi vuole andar forte c’è già la S3, per chi vuole qualcosa di esclusivo e una quasi supercar sotto mentite spoglie vale la pena buttarci l’occhio.

INDIZI E PROVE Solo pochi particolari tradiscono l’unicità della RS3. Paraurti specifici, quello anteriore con le pinne e le branchie pronunciate e quello posteriore con un estrattore aerodinamico, specchi color alluminio e single frame arrabbiato con grigliatura specifica sono solo i primi indizi. Che proseguono con i cerchi da 19 pollici con pneumatici più larghi davanti (235/35) che dietro (225/35), raro vezzo da star. In casa Audi sostengono che in questo modo sono riusciti a conciliare al meglio agilità ed equilibrio. I più attenti riconosceranno lo spoiler posteriore che allunga la linea del tetto ma, soprattutto, i nuovi parafanghi anteriori costruiti in fibra di carbonio solo all’apparenza uguali, in realtà sono leggermente allargati per far posto alla gommatura extralarge. Il vedo-non-vedo continua con le maniglie e piccoli particolari con fregi color alluminio, le pinze freni sono marchiate RS.

COLOREGIUSTO L’abbassamento di 2,5 centimetri del corpo vettura rispetto ad una A3 standard non salta subito all’occhio. Vista dal vero la RS3 muta personalità a seconda della cromia. Se si vuole passare inosservati basta non sceglierla bianca e rossa con i cerchi neri optional. Una tinta scura metallizzata potrebbe essere l’ideale per completare l’effetto sorpresa al semaforo. A quel punto con la RS3 si può andare dappertutto senza dover per forza familiarizzare con i seguaci di Fast & Furious. I badge RS sono discreti e sembrano fatti apposta per essere tolti… La vera natura invece non si può nascondere all’orecchio, dove il sound cupo del cinque cilindri agli appassionati dice molto. A proposito, il doppio tubo di scarico posteriore sembra quasi dissimulato e per questo in apprezzabile controtendenza, in un panorama esagerato dove tranquille berline diesel esibiscono bocche da fuoco davvero fuori luogo.

TUTTO A POSTO Una volta aperta la portiera si trova l’abitacolo di sempre. La plancia è quella che conosciamo dal 2003 e si distingue per qualità di finiture e assemblaggio, con ampio uso di plastica morbida e alluminio non fa rimpiangere realizzazioni più moderne, anzi. Unico segno degli anni che passano è forse l’integrazione perfettibile del navigatore, ma ci pensano i badge RS su cambio e volante rivestiti in pelle traforata morbidissima, affettato nella parte inferiore, a riportare in alto i cuori. Semplice e funzionale anche nella disposizione dei comandi, la stessa di sempre, si registra la novità del tasto Sport simboleggiato da una S stilizzata che cambia la risposta dell’acceleratore e rende il sound dello scarico più vivace. La dotazione è completa ma chi si aspetta dotazioni da pista rimarrà un filo deluso. Un menu del computer di bordo specifico permette di controllare pressione del turbo, tempi sul giro e temperatura olio.

SEDUTE SPORTIVE I sedili in pelle di nappa con marchio RS3 in bella vista sono comodi e adatti all’utilizzo quotidiano, forse manca qualcosa nel sostegno laterale. Per chi pensa all’utilizzo estremo ci sono i sedili sportivi. Sicuramente più avvolgenti, cambiano il feeling anche visivo dell’abitacolo ma, secondo noi, ne penalizzano la natura multiuso. Non li sceglieremmo a meno di volerla tenere in garage come giocattolo per le sgroppate domenicali. La pedaliera in alluminio, grazie e piccole strisce in gomma, non diventa scivolosa neppure nelle giornate di pioggia o guidando con i mocassini, anche questo è un piccolo indice della cura nei particolari. Volendo, si può avere l’abitacolo con supplementi di rivestimento in pelle, ad esempio sulle maniglie della consolle centrale, i fari adattivi, sensori pioggia e vetri posteriori scuri. Si possono avere Gps e impianto hi-fi Bose e pacchetto luci specifico per l’interno. Di serie invece i led diurni anteriori.

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PIOVE GOVERNO QUATTRO La location scelta per la prova, la Costa Azzurra e le strade a cavallo del confine tra Italia e Francia, avrebbero fatto sperare nelle curve giuste accompagnate dal sole e dai profumi della primavera in arrivo. Invece, in onore della trazione integrale, non ha mai smesso di piovere. Saliamo a bordo e non fatichiamo a trovare la posizione di guida giusta. Eccellente come in tutte le A3. Con i comandi elettrici del sedile riusciamo a scendere il più possibile vicini all’asfalto e accompagniamo il movimento con la regolazione manuale del volante in altezza e profondità. Il volante in pelle traforata offre un bel grip con piacevoli sensazioni. Posizioniamo il pomello cicciuto con logo RS del DSG, pardon Stronic, in D e iniziamo a trotterellare come se l’avessimo guidata da sempre. Sfiorando il pedale del gas la RS3 è morbida e obbediente. La visibilità è identica a quella di tutte le Sportback. I paddle dietro il volante fanno tanto videogame ma sono posizionati dove devono essere.

FERMA MA NON SCOMODA Le tarature delle sospensioni e dell’assetto sono ovviamente più consistenti rispetto a quelle di una A3 standard ma a patto di sceglierla con i sedili normali non si soffre neppure sui tombini o sui dossi rallentatori. Le risposte sono ferme ma non abbiamo avuto nel corso della giornata sensazioni di scomodità difficilmente digeribili. Anzi. Anche nello stop&go cittadino o nelle passeggiate lungo la Corniche, complice la dolcezza del cambio a doppia frizione e il cinque cilindri vellutato, la RS3 si rivela inaspettatamente docile. Neppure lontanamente nervosa, a patto di non giocare sconsideratamente con l’acceleratore. In questo senso abbiamo avuto la sensazione di una vettura compiuta, curata anche nei particolari e quindi giusta per chi vuole eleggerla ad auto per tutti i giorni.

CATAPULTA Il discorso cambia completamente modificando approccio e percorso. La RS3 rimane sempre facile e mai bizzarra nelle reazioni ma si va davvero forte, molto forte. Il cinque cilindri turbo spinge, fortissimo, senza incertezze di sorta da sotto i 2000 fino ai 7000 giri. L’auto rimane composta, sempre, anche uscendo dai tornanti alla garibaldina e si viene letteralmente catapultati fuori dalle curve. Sempre con una sensazione di controllo e compostezza che paradossalmente aumenta al crescere della velocità. Tutto sembra perfetto e in poco tempo si viaggia ad una velocità diversa dal resto del mondo.

SCATTO DA SUPERCAR La precisione diventa chirurgica o perlomeno inaspettata su quella che comunque rimane, in origine, una compatta da famiglia. Non è il giocattolone ideale per fare drifting o mulinare di controsterzo. Tutto è votato alla semplice efficacia. Lo zero a cento in 4,5 secondi, i 340 cavalli e i 450 Nm di coppia riescono solo in parte a raccontare l’esperienza. A tenere compagnia, sempre, c’è il borbottio del cinque cilindri, molto piacevole quando si scala in modalità manuale o quando si riprende dal basso, sempre che non si prema il tastino S, fin troppo ovattato.

PUNTO - PUNTO Con un surplus di trazione e potenza la RS3 ha bisogno di spazi ampi per riuscire ad esprimersi. A quel punto coinvolge proporzionalmente al crescere della velocità, snocciolando i sette rapporti del cambio a doppia frizione con i paddle color alluminio. Le altre auto diventano inesorabilmente piccole nello specchietto retrovisore ed è difficile immaginare di volere di più. Anche provando volutamente e sconsideratamente a giocare con l’acceleratore a metà curva la trazione non va mai in crisi. Gli interventi elettronici rimangono lontani. Lo sterzo è ben tarato ma forse da una sportiva di questo tipo ci si aspetterebbe una maggiore attitudine comunicativa. Mentre sui freni modulabili e all’altezza della situazione non c’è molto da dire se non che sono come ci si aspetta. Ci sono dischi da 370mm davanti e 330 dietro con sistema di recupero dell’energia.

GTI POSTMODERNA La sensazione è di una compatta multiuso facile e sicura, con posto per famiglia armi e bagagli. Ma la RS3 ci ha anche dimostrato di essere velocissima e senza complessi nei confronti di molte supercar. Un tipico caso di sdoppiamento della personalità automobilistico, raramente così compitamente risolto. Una super GTI postmoderna con personalità algida, composta. Quasi perfetta. Manca solo un filo di emozione che altre sportive, anche meno dotate, sanno regalare, magari trotterellando tra le curve. Eppure, se dovessimo scegliere un’unica superauto da usare tutti i giorni, senza temere alettoni impresentabili, sarebbe tra le pochissime candidate…


Pubblicato da Luca Pezzoni, 21/03/2011
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