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Prova su strada

In sella: Aprilia Leonardo 300


Avatar Redazionale , il 11/03/04

20 anni fa -

Prima ci fa venire la bavetta alla bocca come i bambini mostrandoci il prototipo del super Leonardo 500 con motore Di-Tech due tempi. Poi, senza dire niente a nessuno, ma proprio a nessuno, Aprilia sfodera un Leonardo ringiovanito e più in forma che mai. Con la sua nuova motorizzazione di 300 cc che va a prendere il posto dell'apprezzato duemmezzo ST. Che sia l'antipasto prima di poter cavalcare il Leonardo 500?. Dita incrociate.

COM' E' 130.000 pezzi venduti e otto anni sul telaio senza una ruga in più dalla sua prima comparsa: dal 1996 l’Aprilia Leonardo continua a fare incetta di proseliti della ruota bassa e sportiva.

SEMPRE LUI Otto anni non sono pochi per un prodotto di massa come lo scooter che, come i PC, ogni anno vede la nascita di nuovi modelli: ruote basse, medie e alte; over 500; mono o bicilindrici; a metano o a benzina. Insomma, il mondo delle due ruote automatiche è duro e spietato, eppure il Leonardo continua a fare la sua figura senza impazzire nella ricerca del vestito adatto.
Certo anche lui nella sua carriera si è dato più di una rinfrescatina, ma ritocchi minimi, di quelli che non ci si fa troppo caso, perché il progetto di base è valido, non abbisogna di stravolgimenti: il Leonardo era, ed è ancora lo scooter sportivo a ruote basse per eccellenza.

NUOVO FRONTALE Per enfatizzare questo dato di fatto, oltre all’aggiunta di una "bocca" al frontale, Aprilia ha pensato bene di vitaminizzarlo un po' con una ritoccata all'alesaggio (passato dai precedenti 69 mm agli attuali 71 mm) che, sorpresa, facendo un rapido calcolo con la corsa rimasta invariata a 66,8 mm, fa un pochino meno di 300, per l’esattezza 264,5 cc.

GIOCO DELLE TRE CARTE Questa del nome "pompato" l’aveva già pensata la Yamaha quando, nel 2002, presentò il suo Versity, il primo scooter con la cilindrata di "mezzo", da trecento cc.
Uno "scherzetto" che Aprilia riprende paro, paro per il suo Leonardo, nel senso che il motore lì sotto è proprio quello del Versity, così come era successo per il 250 che montava quello del Majesty.

E' PROPRIO LUI Come ce ne siamo accorti? Visto che questo 264 cc ci suonava familiare, abbiamo dato una sbirciatina sotto alle plastiche e ci è spuntato fuori il cilindrotto messo lì bello sdraiato, in posizione orizzontale, proprio come sullo Yamaha.
Meglio così, ora, il Leonardo 300 fa "trecento" di cognome e con mossa felina si piazza al posto del duemmezzo (per onor di cronaca dal listino oltre al 250 verrà tolta anche la versione 150), portando con sè un pizzico di coppia e potenza in più (20,6 cv, 1,5 in più rispetto al duemmezzo e 21 Nm di coppia massima) e il rispetto della normativa antinquinamento Euro-2.

COME L'ST Il comfort si riconferma ai livelli dell’ST 250, questo perché il 300 rimane strutturalmente identico al duemmezzo, con tutte le migliorie che lo avevano già interessato a suo tempo: sella alta 83 mm, parabrezzino di serie, "baffi" sui lati della carena e vano sottosella che pur non offrendo grandi spazi, almeno non perde utili cm³ (il jet ci sta comodo). Niente ripostigli o stivette nel retroscudo, solo l'utile gancio retrattile per la 24ore. È rimasta, comunque, l’ampia base d’appoggio del portapacchi, su cui è possibile ancorare piccoli bagagli o il bauletto in tinta previsto tra gli accessori. E siccome è rimasto come prima, non è cambiata nemmeno la strumentazione da cui manca ancora il contakm parziale, una mancanza più che altro fastidiosa, ma già che c'erano....

SCHELETRO ROBUSTO Come già detto prima, esteticamente il trecento varia solo per il disegno ancora più aggressivo del frontale, per la mancanza dell'interruttore delle luci (la norma ormai le vuole sempre accese), mentre sotto le plastiche ritroviamo l’ormai collaudato telaio doppia culla in acciaio, così come la forcella teleidraulica con steli da 35 mm di diametro, i due ammortizzatori regolabili nel precarico a reggere il posteriore e la coppia di dischi freno di 220 mm, ciascuno con la propria pinza flottante a due pistoncini.

COME VA Il Leonardo è un bello scooter, non solo esteticamente, ma anche da guidare. La posizione in sella è pressoché perfetta: si sta bene inseriti nel mezzo, il manubrio è in basso da vero sportivo e le gambe non sono troppo piegate (chi scrive è alto un metro e 80, oltre si rischia di averle "in gola") anche se lo spazio dietro lo scudo non abbonda di certo.

PROTEGGE BENE Si sta raccolti, col busto vicino al manubrio, con vantaggi tangibili in fatto di protezione dalle intemperie: gambe e busto sono ben protette, sia dal vento sia dall’acqua in caso di pioggia normale (se diluvia non vi salva nemmeno la tuta antipioggia) mentre a farne le spese sono spalle e casco, totalmente esposti al vento.

COMODI IN DUE La sella è ben imbottita e sagomata, l’appoggio lombare offre sostegno alla schiena e aiuta ad assorbire meglio le asperità dell’asfalto. Se la spassa anche il passeggero, con la sua porzione di sella ben imbottita, molto larga ma lunga il giusto. Le pedane leggermente avanzate, poi, sono ben distanziate dal piano sella, così che anche chi dotato di lunghe leve non soffre troppo.

"GAMBE" SOLIDE La forcella è tarata più sul duro, mentre la coppia di ammortizzatori anch’essi sul duretto, sono però sfrenati nell’idraulica, soprattutto nel ritorno. Così su strade più dissestate, il Leonardo assorbe bene i colpi, ma quando si da tutto il gas, ci si accorge che il retrotreno tende ad ondeggiare, anche se mai in modo preoccupante.

IRREPRENSIBILE

Non pensiate, però, ad uno scooter ballerino, il Leonardo 300 è incollato a terra, l’avantreno trasmette grande confidenza ed anche sul bagnato si "azzarda" senza troppe preoccupazioni.
Il Leonardo è uno sportivo puro: la forcella è piuttosto in piedi e, se non lo si conosce, sulle prime può dare l’impressione di cadere dentro le curve quando le si imposta, ma una volta fatto il callo, ci si rende conto che dello sportivo Aprilia ci si può fidare quasi ciecamente.

RAPIDO Tra le curve è un fulmine, con l’avantreno veloce nell’entrare in curva e prendere subito la corda, senza mai trasmettere incertezze. Nei cambi di direzione è agile e rapido, soprattutto se si guida "spigolosi", ma la confidenza che trasmette è tale che se si imposta male la traiettoria, la si riprende senza patemi.

VANTAGGI DEL 300?

Ma parliamo del motore, visto che è la vera novità di questo Leonardo 300. L’aumento (lieve) di cilindrata, anche se non si fa notare tanto in fatto di prestazioni assolute (vedi anche l’esiguo aumento di potenza) ha portato un pizzico di corposità ai bassi e medi regimi.
La frizione, instancabile, attacca subito: lo spunto al semaforo è piuttosto "morbido" (tipico dei motori Yamaha) e pur "riprendendosi" subito e bene sfoggiando una bella spinta, l’erogazione si mantiene sempre piuttosto lineare su tutto l’arco di rotazione.

PIU' "CORPO" Così con il Leonardo 300 si viaggia più fluidi e "carichi", con il motore che risponde più pronto quando si viaggia a metà gas. Nulla di stravolgente, ma sempre quel qualcosa in più che non guasta mai.

FRENA BENE

 Non male anche l’azione frenante del disco anteriore: la morsa iniziale della pinza non è da spavento, ma l’azione è progressiva e ben modulabile, garantendo spazi di frenata più che buoni. Di grande aiuto il disco posteriore, che evidenzia un carattere più deciso: morde forte subito e se non si dosa a dovere la forza, non è difficile arrivare al bloccaggio della ruota didietro. Sistema integrale: assente.

PREZZO INVITANTE

Buona novella per quanto riguarda il prezzo che con i suoi € 3.930 f.c. si mantiene sullo stesso livello dell’ST 250, decisamente concorrenziale rispetto all’unico altro trecento sulla piazza, lo Yamaha Versity 300, dal quale si discosta anche per il peso: 145 kg per Noale contro i 164 kg per lo scooter nipponico.In questo servizio:Casco: Nolan N 31 Classic PlusGiacca: Dainese Baker Guanti: Spidi
Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 11/03/2004
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