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Prova su strada

Aprilia Leonardo ST 250


Avatar Redazionale , il 21/06/02

21 anni fa -

Più comodo e abitabile il Leonardo guadagna l'appellativo ST, Sport Touring. Sella più comoda, protezione migliorata, stessa grande dinamicità, lo scooter Aprilia aumenta la sua vocazione al viaggio. Il motore 250 rende possibili anche gite fuoriporta di un certo impegno.

COM'È Sono passati ormai quasi sei anni da quando il Leonardo ha fatto la sua apparizione sul mercato. Da allora lo scooter Aprilia è stato prodotto in 100.000 esemplari. Un successo dovuto soprattutto alla tecnologia e alle prestazioni che ha messo in luce. Ma il "vecchio" Leonardo lasciava spazio anche a qualche critica: sella un po’ alta, protezione così così, comfort non certo d’alto livello. Ecco quindi che la casa di Noale corregge il tiro. Il nuovo Leonardo aggiunge la scritta ST acronimo di "Sport Touring" sottolineando quindi che le modifiche che lo hanno interessato sono tutte volte ad aumentare il comfort di pilota e passeggero, senza per questo limitarne la personalità. Modifiche ancor più importanti se applicate al maggiore dei tre Leonardo, il 250, e grazie alla cubatura rende Leonardo adatto anche a qualche itinerario più impegnativo del consueto tragitto casa-ufficio. I cambiamenti non sono andati a variare l’impostazione ciclistica e il piacere di guida, da sempre i suoi punti forti.

BASTA POCO

Pochi ma efficaci i ritocchi alla carrozzeria. Migliora così il comfort di marcia, grazie alla nuova ergonomia della sella (ora più ampia e bassa di 35 mm), l’ampio parabrezza di serie e i nuovi spoiler laterali dello scudo che, insieme al cupolino, offrono una protezione adeguata ad uno scooter dalle prospettive più ambiziose.

SGUARDO RABBIOSO

Leggeri sono i ritocchi apportati al look del Leonardo, senza stravolgerne troppo la personalità. Lo scudo è ora più largo di 5 cm e più aggressivo nello sguardo, con le nuove "sopracciglia" arcuate (ridisegnate le prese dinamiche per il radiatore, ora anche più ampie) e le prese d’aria a lato del faro a doppio bulbo. Nuovo nel frontale è anche il parafango, più avvolgente del precedente.

SEDERSI È PIÚ FACILE Leggeri ritocchi anche al retrotreno dove, a parte il nuovo sellone ribassato per facilitare l’appoggio di entrambi i piedi a terra, fa bella figura il rinnovato portapacchi con maniglie incorporate, su cui è possibile sistemare il bauletto senza piastre aggiuntive. Cambia anche la grafica della strumentazione, composta di tre elementi circolari, guarniti con bordi cromati ed orologio digitale, ma alla quale, purtroppo, continua a mancare il contachilometri parziale.

LA SOSTANZA NON CAMBIA Invariati, invece, cuore e ossatura che già si erano fatti apprezzare nella precedente versione. Il telaio resta a doppia culla di acciaio, come anche il reparto sospensioni, che fa affidamento su di una forcella teleidraulica con steli da 35 mm di diametro e sul doppio ammortizzatore regolabile nel precarico al posteriore.

POCO BAGAGLIAIO

ST è una sigla importante, in grado di suscitare aspettative rilevanti, non solo per quanto riguarda le prestazioni ed il comfort di marcia, ma anche in relazione alla capacità di carico, che purtroppo è rimasta invariata e non certo abbondante, ma del resto il Leonardo è uno Sport Touring e non un GT. Il vano sottosella è ben sfruttabile in tutta la sua ampiezza, ma è anche l’unico a disposizione. Niente ripostigli o stivette nel retroscudo, solo l'utile gancio retrattile per la 24ore. Unica consolazione è l’ampia base d’appoggio offerta dal portapacchi, su cui è possibile ancorare piccoli bagagli. Decisamente poco per uno scooter della caratura del Leonardo, che però si fa forte di una dotazione completa di doppio cavalletto, di una buona qualità costruttiva e di un prezzo competitivo: 4.000 € franco concessionario.

COME VA Del nuovo Leonardo, si apprezza da subito la comodità della sella (decisamente più ampia ed accogliente della precedente) e la facilità nel poggiare entrambi i piedi a terra. Questo non significa che la seduta è stata stravolta, ma ci si sente meno "impiccati" e meglio inseriti nello scooter.

TUTTI COMODI

Il manubrio rimane in posizione ribassata rispetto alla sella, con l’inevitabile leggero caricamento in avanti del busto, ma senza affaticare i polsi nei lunghi tragitti. Le gambe hanno un discreto spazio vitale, grazie alla libertà di movimento longitudinale per i piedi, mentre lo spazio, in senso stretto, è limitato dall’ingombrante tunnel centrale.
Chi se la spassa è il passeggero, trattato finalmente con il giusto riguardo. Anche la sua porzione di sella si giova dell’abbassamento generale della seduta che, unito all’ampliata superficie, alle pedane ben sistemate e le comode maniglie, garantisce livelli di comfort pari a quelli del guidatore.

SPOSTARSI IN RELAX

Per questa versione il Leonardo ha pensato bene di prendere in prestito il motore del re dei maxi 250: lo Yamaha Majesty, conosciuto per la sua affidabilità e resistenza nei lunghi trasferimenti. Il gruppo frizione-trasmissione Yamaha, ormai collaudatissimo, lavora bene sin da subito. Lo spunto è morbido, la frizione non strappa mai, mentre il variatore ha una rapportatura perfetta per l’uso continuo in autostrada a velocità costanti. Il motore sale di giri in modo lineare, senza eccellere nelle partenze da fermo, ma con una buona capacità di riprendere giri ad ogni andatura.

AGILE ALL’OCCORRENZA

Andamento pacioso, dunque, per il Leonardo, che però non perde l’agilità e la rapidità che lo hanno reso tanto famoso. La forcella piuttosto "in piedi" regala nei tratti guidati, un’agilità e una rapidità nello scender in piega da vero sportivo, ma nel passare tra le fila d’auto, lo sterzo si fa duro e richiede doti di equilibrismo. I 5 cm in più in larghezza dello scudo, non danno alcun fastidio nello slalom cittadino, ma si fanno apprezzare, insieme al parabrezza, nelle "sparate" autostradali, conferendo una protezione quasi totale a busto e gambe.

OK SULLE BUCHE

La taratura morbida della forcella richiede maggior feeling con l’anteriore nella guida spigliata, per la sua tendenza ad affondare rapidamente nel primo tratto della sua corsa, rifacendosi però, sull’asfalto "bucherellato" di città. I due ammortizzatori posteriori, invece, sono più rigorosi, comportandosi bene sia quando l’andamento è sobrio sia quando è sportivo, mentre nell’uso in coppia denotano un po’ di cedevolezza, soprattutto nel veloce, dove si possono innescare lievi ondeggiamenti.

SGOMMATA FACILE

Non male anche l’azione frenante del disco anteriore: la morsa iniziale della pinza non è da spavento, ma l’azione è progressiva e ben modulabile, garantendo spazi di frenata più che buoni. Diverso il carattere del disco posteriore, che richiede maggiore sensibilità nell’evitare la tendenza ad un bloccaggio fin troppo facile. In questo servizio:Casco:X-Lite X401 EleganceGiubbotto:Spyke BasicGuanti:Spidi V-Race
Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 21/06/2002
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